L’IceCube Neutrino Observatory è il primo rivelatore del suo genere, progettato per osservare il cosmo dalle profondità del ghiaccio del Polo Sud. Qui, la settimana dall’1 al 7 agosto è stata piena di azione. L’inizio della settimana ha visto i Winterover di IceCube impegnati nella diagnosi e nella risoluzione di alcuni problemi del computer, che hanno richiesto un paio di visite all’IceCube Lab (ICL). Hanno approfittato di queste visite anche per svolgere alcune attività di manutenzione presso l’ICL.
Ma l’azione più grande è stata alla fine della settimana, quando c’è stata una fluttuazione di potenza che ha colpito tutti i progetti scientifici della stazione, costringendo la maggior parte degli scienziati a recarsi nel laboratorio scientifico nel cuore della notte per valutare l’impatto sui loro progetti. Una seconda fluttuazione si è verificata proprio mentre le cose sembravano essersi stabilizzate: un blackout completo ha colpito il laboratorio scientifico della stazione. E poi un secondo blackout si è verificato prima che tutto tornasse alla normalità.
Mentre era in atto questo trambusto, una meteora ha solcato i cieli del Polo Sud, aggiungendosi alla bellezza dell’aurora polare nel bellissimo scatto di Aman Chokshi.
Cos’è l’IceCube Neutrino Observatory
Un gruppo internazionale di scienziati responsabili della ricerca scientifica costituisce la collaborazione IceCube. Inglobando un chilometro cubo di ghiaccio, IceCube cerca particelle subatomiche quasi prive di massa, chiamate neutrini. Questi messaggeri astronomici ad alta energia forniscono informazioni per indagare sulle sorgenti astrofisiche più violente: eventi come l’esplosione di stelle, lampi di raggi gamma e fenomeni catastrofici che coinvolgono buchi neri e stelle di neutroni.
L’osservatorio dei neutrini in Antartide è stato progettato come un esperimento multiuso. I collaboratori di IceCube affrontano diverse grandi questioni della fisica, come la natura della materia oscura e le proprietà del neutrino stesso. IceCube osserva anche i raggi cosmici che interagiscono con l’atmosfera terrestre, che hanno rivelato strutture affascinanti che al momento non sono state comprese.
Circa 300 fisici provenienti da 53 istituzioni in 12 Paesi compongono l’IceCube Collaboration. Il team internazionale è responsabile del programma scientifico e molti dei collaboratori hanno contribuito alla progettazione e costruzione del rivelatore. Una nuova entusiasmante ricerca condotta dalla collaborazione sta aprendo una nuova finestra per esplorare il nostro universo.