Una task force per promuovere attività di monitoraggio, analisi e salvaguardia delle tartarughe marine dell’arcipelago delle Maldive, nell’Oceano Indiano. È quanto previsto da un accordo firmato dall’Università di Milano-Bicocca e dall’ABA – Associazione Benessere Animale, che consentirà di coniugare le competenze di veterinaria dell’associazione ABA con quelle di ecologia marina del MaRHE Center, il Centro di ricerca di eccellenza dell’Ateneo milanese, situato alle Maldive e dotato di grandi apparecchiature e laboratori all’avanguardia.
La task force sarà guidata da Paolo Galli, professore di Ecologia del dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università e direttore del MaRHE Center, e dal veterinario Giordano Nardini, presidente dell’Associazione ABA e tra i massimi esperti mondiali nella cura delle tartarughe marine.
La collaborazione tra Milano-Bicocca e ABA è appena partita. Inizialmente si focalizzerà sulla ricerca di marcatori molecolari di stress nelle tartarughe marine: mediante l’analisi di un piccolo prelievo di sangue sui campioni di tartaruga recuperati in spiaggia o nell’oceano, l’equipe di ricercatori e veterinari potrà valutare lo stato di salute degli esemplari. L’analisi verrà effettuata di volta in volta mediante strumentazione all’avanguardia in grado di restituire valori dei parametri biochimici ed ematologici dei singoli campioni. I dati raccolti permetteranno ai ricercatori di avere indicazioni sullo stato di salute degli esemplari che vivono in popolazioni libere ad oggi molto poco studiate. Verrà inoltre valutata la presenza di malattie infettive o traumi provocati ad esempio da impatti con natanti, detenzioni in cattività o battute di pesca.
Tutte le informazioni raccolte confluiranno in una banca dati, che si arricchirà di volta in volta andando a costituire una sorta di censimento dei rettili acquatici. In un secondo momento, gli studi verranno incentrati sul momento della riproduzione, con azioni di monitoraggio nei siti di nidificazione. Nella task force verranno coinvolti non solo i ricercatori del MaRHE Center ma anche gli studenti del corso di laurea magistrale in Marine Sciences dell’Università di Milano-Bicocca. Le competenze di ecologia marina dell’Ateneo Milanese saranno fondamentali per studiare il comportamento, i siti di riproduzione, la riduzione della mortalità causata dalla pesca professionale.
Ulteriore obiettivo dell’accordo, la delineazione di linee guida da adottare per un comportamento responsabile da parte della comunità locale e dei turisti, che vengono in contatto, nelle acque dell’Oceano Indiano, non solo con le tartarughe ma anche con animali quali squali, balene, delfini. Dal rispetto dell’ambiente (per esempio, non lasciare rifiuti di plastica nel mare, facilmente confondibili dalle tartarughe come cibo) al rispetto dell’habitat e delle abitudini della fauna locale (per esempio, non disturbare i siti di nidificazione o le fasi di cova).
"Sono molto orgoglioso di questa nuova collaborazione finalizzata alla cura e protezione, monitoraggio e cura delle tartarughe marine dell'Arcipelago Maldiviano – afferma Paolo Galli – Le attività di ricerca e salvaguardia inizieranno nell’Atollo di Faafu per poi spostarsi, grazie anche alla fitta rete di collaborazioni che abbiamo con i Resort, in tutti gli Atolli Maldiviani. Contiamo inoltre di coinvolgere nelle attività studenti universitari iscritti a Scienze Marine, Scienze Ambientali, Biologia". "L’accordo firmato tra Associazione Benessere Animale e Università Bicocca con il MaRHE Center – dichiara Giordano Nardini – è un importante traguardo nel campo della salvaguardia delle tartarughe a livello mondiale: pochissime informazioni e dati scientifici sono infatti reperibili nell’oceano indiano e in particolare nell’arcipelago Maldiviano. Contiamo di ottenere nell’arco di un anno i primi dati epidemiologici sullo stato di salute delle tartarughe e di poter procedere, nel caso fosse necessario, a curare e ad operare le prime tartarughe. Vista la conformazione delle Maldive, costituite da circa 1200 piccole isole difficilmente raggiungibili, cercheremo di mettere a disposizione un servizio di telemedicina veterinaria".