Valle Fontana e il fosso delle Campanelle sono una tipica valle dell’Agro romano costituita da folte spallette boschive ai lati, formate da annose querce da sughero frammiste a macchia mediterranea con abbondante alloro, bagolaro, olmo e piccoli tratti con specie alloctone a base di ailanto ed eucalipto. In basso frutteti e piccole coltivazioni di decine di orti con annessi un reticolo di piccoli canali e alcune sorgenti.
“Al centro della valle – dichiara Raniero Maggini Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana – un ampio canneto a base di Arundo donax, protegge un piccolo corso d’acqua con tratti in cui si creano pozze ideali per gli anfibi. È proprio questo il sito in cui è stata rilevata la presenza del tritone crestato (Triturus carnifex), specie di interesse comunitario in Direttiva Habitat”.
A seguito di un recente sopralluogo, mirato a monitorare gli anfibi che abitano l’area, ne sono stati osservati ben due individui, un giovane ed una femmina adulta, probabilmente parte di una ben più vasta popolazione. Ora necessitano ulteriori ricerche e studi per definire l’ampiezza della presenza di questo splendido animale e la protezione dell’area che riguarda il dedalo di canali e pozze oltre la vegetazione circostante.
“Un’osservazione importante – aggiunge Maggini – che testimonia la ricca biodiversità di Valle Fontana, una bellissima sorpresa per l’intera Capitale e che impone di ripensare gli interventi che la Città Metropolitana di Roma Capitale intende operare nell’area, sovradimensionati e fortemente impattanti ma che oggi sappiamo rischiano di minare anche la presenza di un anfibio di particolare interesse”.
Cosa prevede il Progetto della Città Metropolitana di Roma Capitale:
-raddoppio della larghezza della sterrata oggi presente, che verrebbe coperta con fondo bituminoso, trasformata in strada locale extraurbana;
-installazione di 61 plinti da 10 metri di altezza;
sistema di illuminazione di tipo extraurbano, che comporterà un elevato disturbo notturno per la fauna e per la flora;
-il tombamento del fosso naturale creatosi nel corso degli anni ed una sua delocalizzazione e allargamento sotto spalletta boscata con il rischio di attivazione di fenomeni franosi;
-un sistema chilometrico di irrigazione a goccia con l’interramento di 57 cisterne da 3000 litri;
-una “riqualifica” dei 200 orti già presenti che prevederà l’installazione di un sistema di recinzioni chilometrico che andrà a parcellizzare l’area (senza tener conto dell’agrobiodiversità presente con alberi da frutto appartenenti a varietà derivanti da tutta Italia), stravolgendone l’assetto.
“Sarà pertanto cura del WWF – conclude Maggini – informare tutti gli Enti competenti affinché provvedano a garantire la conservazione del tritone crestato e della Valle che lo ospita.”