Il temporale autorigenerante che ha dato origine alla disastrosa alluvione nelle Marche del 15 settembre è stato un evento sostanzialmente imprevedibile, che ha raddoppiato in violenza e intensità perfino la massima pioggia mai realizzata nel territorio, nel 1956. E’ quanto emerso durante la conferenza indetta dal governatore Acquaroli nella sala Raffaello della Regione.
Ribadita la competenza della Regione sulla gestione dei fiumi, dal 2016, il responsabile del Centro funzionale, Paolo Sandroni, ha spiegato come “da previsioni fatte il giorno prima della tragedia ci sarebbero stati temporali sul versante umbro più che marchigiano e che queste precipitazioni, comunque di intensità moderata, si sarebbero al massimo potute spingere un po’ al di là dello spartiacque appennino, e quindi interessare la parte montana o alto collinare dei nostri territori, ed è per questo che avevamo emesso una allerta gialla nelle zone montane province montane e alto collinari di Pesaro e Ancona. Questa previsione era stata confortata anche il giorno dell’evento dalle carte che ci venivano dai modelli europei che addirittura avevano migliorato la situazione del giorno precedente, facendo vedere che sulle Marche non erano attese precipitazioni”.
Il livello del Misa e del Nevola è risalito di 6 metri in due ore. Ribadisco che in base ai nostri modelli previsionali confidavamo abbastanza sul fatto che l’allerta gialla fosse il livello di allerta più idoneo”.
“Di fatto si è verificato nelle ore successivi uno degli eventi più difficili da prevedere per i meteorologi, la formazione di una cella temporalesca di grosse dimensioni autorigenerante che aveva il suo centro all’incirca nella zona di Arezzo e che scaricava quantitativi di acqua di intensità inimmaginabili: rimasta ferma per qualche ora a scaricare quantitativi d’acqua enormi nella stessa zona densamente abitata del nostro territorio. Cose mai viste – continua Sandroni – La pioggia massima mai registrata nelle Marche in tre ore era una precipitazione del 1956 a Pedaso di 180 millimetri mentre a Cantiano nello stesso arco di tempo abbiamo raggiunto 380 millimetri. Il livello dei fiumi Misa e Nevola ha visto risalite di 6 metri in due ore: il fiume che era al livello di magra in due ore si è riempito salendo di 6 metri ed è esondato. L’allerta emessa era quella gialla e penso che se a un meteorologo venissero date in mano le carte previsionali che aveva in mano il giorno in cui ha fatto la sua previsione, anche oggi rifarebbe la stessa previsione, fatta in scienza e coscienza”.
Acquaroli: “danni enormi, ora piano straordinario e procedure veloci”
“Stiamo lavorando per cercare di capire quella che è la ricognizione dei danni che sono enormi, non solo alle abitazioni private, alle attività commerciali, alle infrastrutture, ci sono frazioni isolate, ponti divelti in tutte le zone dell’alto pesarese e anconetano ma anche nel maceratese. Siamo nell’ordine non di milioni di euro e neppure di un miliardo di euro ma probabilmente parliamo di più miliardi di euro. Stiamo mettendo in campo, insieme a tutte le nostre strutture, iniziative per sostenere famiglie e imprese, contiamo che quello che è l’impegno preso dal governo Draghi vena mantenuto e si consenta soprattutto di andare incontro alle esigenze di famiglie imprese, la necessità di avere quelle disponibilità nel più breve tempo possibile”. Lo ha detto il Presidente delle Marche Francesco Acquaroli nel corso della conferenza.
“Abbiamo chiesto un programma nazionale, perché noi possiamo sicuramente impegnarci al massimo con le risorse date, abbiamo incrementato le risorse nella gestione ordinaria e straordinarie, faremo di più ma occorre un piano straordinario perché se gli effetti del clima sono quelli che abbiamo visto, dobbiamo prepararci. A mio avviso – incalza il Presidente – sarebbe anche importante una legislazione diversa che davanti a opere che sono funzionali per evitare calamità e mettere in sicurezza le calamità, le leggi consentissero delle procedure più veloci e semplificate”.
L’Esercito non interverrà nelle Marche, ma come ha spiegato Acquaroli, nelle aree colpite dall’alluvione “sono in arrivo da altre Regioni squadre di volontari della Protezione Civile“.