E’ stato il caldo eccezionale dei mesi scorsi a innescare l’alluvione che ha provocato vittime e gravi danni nelle Marche: è quanto ha dichiarato Bernardo Gozzini, direttore del consorzio Lamma, che riunisce Regione Toscana e Cnr. “Il nubifragio nelle Marche è avvenuto dopo un’estate particolarmente calda, durante la quale la temperatura del mare è stata di 4-5 gradi superiore alla media,” ha affermato l’esperto. Il processo di evaporazione ha portato ad accumulare una maggiore quantità di umidità. “C’è stato così un accumulo di energia che ora il sistema dovrà scaricare per tornare in equilibrio. Di conseguenza l’autunno potrebbe essere particolarmente complesso” .
Il nubifragio della notte scorsa sulle Marche è arrivato con un “flusso di correnti umide e miti da Sud/Ovest, che al suo interno aveva condizioni idonee per dare luogo a temporali localmente molto intensi“, ha precisato l’esperto, ricostruendo la dinamica dell’evento. “Spinto verso l’Appennino, il flusso d’aria è stato costretto a sollevarsi e, salendo di quota, si è trovato in una situazione migliore per innescare il temporale“. La quantità delle precipitazioni è stata “incredibile“, ha evidenziato Gozzini, “equivalente alla quantità che in quelle zone cade in 4-5 mesi“. Questo è avvenuto anche perché il fenomeno è stato persistente e stabile, “con una durata di oltre 6 ore“.
Il violento nubifragio è stato un evento impossibile da prevedere perché molto localizzato rispetto alle capacità dei modelli meteorologici, ha spiegato all’ANSA Gozzini: “I modelli meteorologici davano una localizzazione dei fenomeni più sulla Toscana ed erano anticipati nel tempo. Il problema è che c’è ancora una forte incertezza, tanto che attualmente è impossibile prevedere fenomeni così localizzati“. Gli elementi critici, ha aggiunto, sono attualmente “riuscire a capire dove e quando avverranno“.
Quello che abbiamo visto stanotte nelle Marche “sono dei fenomeni destinati a ripetersi ed è evidente che dobbiamo adattare il territorio e eliminare le emissioni di gas serra,” ha dichiarato a LaPresse Antonello Pasini, fisico climatologo del Cnr e docente di Fisica del Clima all’Università di ‘Roma Tre’. “Quest’estate abbiamo avuto un riscaldamento del Mediterraneo fuori dalla norma dovuto agli anticicloni africani, che quando vanno via dall’Italia lasciano spazio a correnti fredde” e questo mare estremamente caldo “rilascia vapore acqueo creando quindi più materiale per la formazione delle nuvole“. “L’atmosfera ha quindi un surplus di energia in più che deve scaricare per forza sul territorio“.