Trovato lo zainetto da scuola di Mattia, il bimbo di 8 anni che risulta disperso dopo l’alluvione che ha colpito le Marche la sera del 15 settembre. Lo zainetto, riconosciuto dai familiari, è stato rinvenuto a circa 8 km di distanza dal punto in cui il bimbo era stato travolto dall’acqua, lungo strada tra Ripalta di Arcevia e Castelleone di Suasa. Il luogo del ritrovamento potrebbe non essere indicativa del punto in cui si potrebbe trovarsi il piccolo.
Le operazioni di ricerca proseguono: al lavoro squadre a terra, unità cinofile, sommozzatori, esperti in topografia applicata al soccorso e droni.
“Il ritrovamento dello zaino di Mattia? Una stilettata, un fulmine a ciel sereno“, dice Tiziano Luconi, padre del piccolo, che non abbandona la speranza. Tiziano sta costantemente sul luogo delle ricerche, tra Castelleone di Suasa e Barbara (Ancona), dove abita: “la speranza non la lascio mai, anche oggi anche se il tempo non è dei migliori, spero di ritrovarlo magari svenuto, nascosto perché si è impaurito ed è fuggito da qualche parte, io continuerò sempre, tornerò in quell’inferno ma lo trovo vivo”.
“Mi tengono aggiornato se c’è qualche novità, ormai sono uno di loro, sto sempre laggiù”, racconta. “Li ringrazio tutti, un giorno li abbracceremo uno per uno, tutti”. Di quel giorno “ricordo l’acqua e il fango, in questi giorni sto sempre lì, mangio un boccone, riempio la borraccia, se ce la faccio dormo una mezzoretta e torno giù – continua Tiziano – Mattia me lo sento vicino, era di poche parole… io parlo con l’orsacchiotto, qui dietro c’è il motorino per un giro, a lui piaceva tantissimo viaggiare con il motorinello, mandava i baci, l’amore fatto a persona, il mio gnometto speciale, il mio nanerottolo“.
Tiziano racconta i momenti che precedettero l’alluvione. Mattia era stato a cena dal padre, con i nonni, e poi quando la mamma Silvia ha chiuso la farmacia era andato con lei. “Mi ha abbracciato e sbaciucchiato – dice Tiziano – e poi è andato con la mamma”. “Tempo 34 minuti, perché ho controllato l’orologio, e mi chiama mia cognata e mi dice, ‘guarda che Silvia non è tornata’. Sono partito a razzo e sono arrivato giù dopo l’ondata, c’erano già i soccorsi sulla Corinaldese…”.