“Sono 28 milioni le dosi di vaccino anti–Covid che scadono a fine anno. Abbiamo fatto ogni possibile sforzo per donare il più possibile ma non è stato facile per questioni logistiche e per i problemi di conservazione di questi Paesi, e in particolare con l’Africa non tutto è andato, anche da parte di Covax, come si sarebbe voluto. Siamo in continuo contatto con gli organismi preposti per donare ancora più dosi possibili“: è quanto ha affermato il direttore dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale contro il Covid-19, Tommaso Petroni, nel corso della conferenza stampa al Ministero della Salute sulla prosecuzione della campagna. Il generale ha ricordato che “il vaccino originario è ancora raccomandato per chi dovesse iniziare o completare il ciclo primario“.
Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli ha aggiunto che “il nostro Paese ha complessivamente donato più di 58 milioni di dosi di vaccini e l’Italia è stato uno dei Paesi che si è maggiormente distinto per attenzione e generosità rispetto a Paesi meno fortunati del nostro (in Africa i soggetti immunizzati sono meno del 20%)“.
A oltre alla questione dello spreco dal punto di vista morale, c’è soprattutto da considerare quello economico: come già segnalato da Report sui Rai 3 lo scorso giugno, un avanzo di dosi pari a 28 milioni, come certificato dalle autorità, significa che l’Italia ne ha comprate troppe, uno spreco di denaro. Secondo i dati forniti dalla trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci, basata da un documento firmato dal generale Petroni, l’Italia ha acquistato nel 2021 ben 183 milioni di dosi e, quest’anno, altre 138 milioni. Numeri altissimi che si scontrano con una campagna vaccinale diventata ormai quasi inesistente.