La pandemia di Covid-19 non è finita e al governo c’è ancora il ministro Speranza che proprio ieri ha firmato l’ultima ordinanza restrittiva, prorogando di un mese l’obbligo di mascherina tout-court per tutti gli operatori e anche i visitatori di ospedali, cliniche e case di cura. Ma a metà Ottobre nascerà il nuovo Governo di Centrodestra guidato da Giorgia Meloni che ha vinto le elezioni politiche di domenica 25 settembre ottenendo il 26% delle preferenze e trainando la coalizione ad una vittoria con una maggioranza molto ampia in entrambe le camere.
Il risultato ha sorpreso alcuni analisti, che pure hanno gioito per il “flop” di quelli che consideravano “partiti no vax” (vedi Nino Cartabellotta di GIMBE), evidentemente ancora incapaci di capire che la stragrande maggioranza degli italiani, a maggior ragione dopo le evidenze degli ultimi mesi, pur non essendo assolutamente ‘no vax’, giudica in modo estremamente negativa la modalità di vaccinazione adottata dal governo, l’obbligo del Green Pass e la comunicazione terroristica sul Covid, al punto che il voto per Fratelli d’Italia nasce proprio da questo sentimento.
Dall’altro lato, Fratelli d’Italia è cresciuto molto nei sondaggi proprio nei mesi di ferrea opposizione al Green Pass (è stato l’unico partito a votare contro nell’intero parlamento), e adesso non cambia linea dopo aver vinto le elezioni. Il responsabile della sanità di Fratelli d’Italia, il farmacista pugliese Marcello Gemmato, è stato rieletto nella sua Puglia e adesso detta la nuova linea nella gestione della pandemia. Oggi in un’intervista a Repubblica spiega il punto di vista del nuovo Governo: “C’è stato un approccio ideologico alla gestione della pandemia, non ci si è mossi in punta di scienza. Ci sono state due tendenze: una oltranzista di chi, come dico scherzando, vaccinerebbe anche i peluche dei figli, e un’altra di stupidi che considerano il vaccino acqua sporca o addirittura veleno. Tra iper chiusuristi e complottisti stiamo nel mezzo, con la scienza. Sul Green Pass abbiamo sempre detto che non si trattava di una misura sanitaria, non partiva da principi scientifici. Lo dissi anche in Parlamento e mentre lo spiegavo in aula altri ridevano: Fauci ha sostenuto già mesi fa che il vaccinato può contagiarsi e contagiare perché nella mucosa della bocca e nelle fosse nasali non ci sono immunoglobuline. Successivamente abbiamo visto che era vero, la gente si infettava comunque. E non lo diceva un medico o un farmacista di provincia ma lui. Il Green Pass dava quindi una falsa sicurezza. Siamo contrari a questo certificato. Punto. Se si vuole verificare se una persona è infetta si fa un tampone antigenico e si capisce. Tanto è vero che quando noi abbiamo assistito alla Camera al giuramento di Mattarella non ci hanno chiesto il Green Pass. Ci hanno fatto un tampone rapido di nuova generazione. Cioè, il legislatore che aveva introdotto il Green Pass poi non lo usava. I dati ci dicono che la mortalità per il Covid riguarda persone dai 65 anni in su. La strategia vaccinale dovrebbe mettere in sicurezza gli anziani e chi ha problemi di salute. Vaccinare i bambini di 6 anni non ha avuto senso. Va bene raccomandare, non mettere più obblighi e infatti non bisogna rinnovare quello che riguarda il personale sanitario, in scadenza il 31 dicembre. Tra l’altro nelle menti dei più stolti, il vaccino imposto fa pensare che ci sia dietro un interesse delle multinazionali. Gli scienziati valutano i costi e i benefici e i cittadini si devono interfacciare con medico e farmacista. Lo dicevo già in commissione alla Camera“.
Con il nuovo governo di Centrodestra, quindi, mai più Green Pass e obbligo vaccinale, ma soltanto consiglio alle vaccinazioni per le categorie che davvero rischiano complicazioni in caso di contagio da Covid, e cioè gli anziani (over 65) e i fragili. Per quanto riguarda le altre misure, Gemmato predica buon senso: “Le mascherine, con il distanziamento, l’igiene delle mani e in generale le norme di buona condotta sanitaria sono utili, e del resto negli ultimi due anni non abbiamo praticamente avuto influenza. Partendo da qui, bisogna valutare la circolazione e decidere se consigliarle e dove. In ospedale quindi sarebbe auspicabile che si mettessero quando si entra in reparti dove ci sono persone fragili. Magari non in ortopedia ma in terapia intensiva. Saremo pronti ma a partire dai dati scientifici, ci si affida a loro per prendere decisioni. Non seguiremo le virostar, ma scienziati con impact factor alto e magari le linee di indirizzo già prese in altri Paesi. Noi siamo sempre stati gli ultimi a riaprire, altri, come l’Inghilterra, sono ripartiti prima. Perché abbiamo avuto una posizione ideologica e non scientifica. E infatti siamo tra i primi al mondo per mortalità e letalità“.