Cresce l’attenzione e l’interesse per la Via Regia delle Calabrie

La Via Regia delle Calabrie "come il cammino di Santiago de Compostela, ora c’è anche il successo mediatico"
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La Via Regia delle Calabrie registra anche il successo mediatico grazie alla stampa italiana ed estera che ringrazio. Non si tratta di un cammino borbonico lungo più di 400 km ma di un insieme di storie, culture, monumenti, epoche diverse. Ad esempio a Serre abbiamo l’epitaffio di fine ‘700 che segna l’inizio della Napoli – Reggio Calabria dell’epoca ma ad un certo punto la strada incrocia la Via Popilia, la Napoli – Milano, realizzata dai romani ben 2000 anni fa. E’ vero che ho ritrovato 14 stazioni postali ottocentesche, taverne ed osterie, dunque una sorta di aree di servizio del tempo, ma abbiamo anche rintracciato le sorgenti dove bevve Cicerone durante un suo viaggio. E’ vero che abbiamo ripescato i luoghi di passaggio di Garibaldi ma abbiamo anche ritrovato testimonianze normanne, romane, di più epoche. Inoltre valorizzando questo cammino, trasformandolo in percorso turistico, si darà la possibilità di rilancio di decine e decine di borghi dell’Appennino”: lo ha affermato Luca Esposito, scrittore, architetto, storico della cartografia del Regno di Napoli, autore della ricerca che ha consentito addirittura di georeferenziare e mappare sui sistemi satellitari la Via Regia delle Calabrie. Esposito è Responsabile del Progetto di rilancio dei Borghi sulla Via Regia delle Calabrie di Archeoclub d’Italia

Ed è per questo che abbiamo ideato e lanciato il cammino turistico lungo la Via Regia delle Calabrie, partendo da Castelluccio Inferiore, attraversando Rotonda, Morano Calabro e chiudendo a Castrovillari. Ben 36 km percorsi a piedi, con tappe in borghi dalla Basilicata alla Calabria. Siamo partiti il 25 Agosto da Castelluccio Inferiore, in Basilicata, ci siamo fermati poi a Rotonda, in Basilicata, a Morano Calabro, in Calabria ed abbiamo terminato il cammino a Castrovillari, in Calabria. Il primo Cammino turistico sulla Via Regia delle Calabrie – ha proseguito Esposito – è stato un grande successo con la partecipazione di ben 40 escursionisti provenienti da tutta Italia e dalla Svizzera. La Via Regia delle Calabrie come il cammino di Santiago De Compostela in quanto l’antico ed originale tracciato mette in collegamento Santuari Mariani, Conventi e chiese davvero antiche all’interno delle quali si conserva un grande patrimonio culturale. In alcuni casi abbiamo anche ex Conventi che in origine erano antiche stazioni postali. Lungo la Via Regia delle Calabrie è possibile visitare le stazioni postali ottocentesche con annesse taverne o osterie, una sorta di aree di servizio dell’epoca. Luoghi che hanno ospitato Garibaldi, Pisacane, Napoleone, le famiglie reali e importanti personaggi ma anche viaggiatori del Gran Tour”.

Il borgo di Castelluccio Inferiore in Basilicata, Rotonda, Morano Calabro, Castrovillari: una delle tratte più belle in Italia

In Italia ci sono borghi come Auletta, o ancora Casalbuono, Sicignano, piccoli ma grandi per cuore e storia e l’elenco potrebbe essere infinito: Serre, Nemoli, Rotonda, Castelluccio Superiore ma c’è anche Castelluccio Inferiore, ed ancora Petina, Montesano, Rivello, Castrovillari, Morano Calabro. Borghi per tutti gusti, di tutte le epoche, per tutte le tradizioni in grado di inoltrarci nel tempo. E’ l’Italia che è così! E questi borghi sono sulla Via Regia delle Calabrie. Un territorio il cui contesto storico è arricchito dal contesto ambientale dell’Appennino. Borghi arroccati su rocce, ma anche lungo versanti e pronti a guardare dall’alto e dal basso fiumi e laghi. E ci sono i Parchi – ha proseguito Luca Esposito – come il Cilento ed il Pollino, Geoparchi Patrimonio dell’Umanità. Ci sono vette: il Cervati (1898 metri), il Gelbison (1705 metri), gli Alburni (1742 metri), il Monte Stella (1131 metri) e il Monte Bulgheria (1225 metri), o ancora il Serra Dolcedorme (2.267 m), Monte Pollino (2.248 m), Serra del Prete (2.181 m), Serra delle Ciavole (2.130 m), Serra di Crispo (2.054 m), il Cozzo del Pellegrino (1.987m), la Manfriana (1.981 m) e ci sono epoche, storie, culture, ambiente, archeologia, arte. Tutto è in sintesi racchiuso lungo la Via Regia delle Calabrie: dal basolato romano al Castello Normanno – Svevo di Castrovillari, dai ponti borbonici, ai Musei archeologici, dai Geo – Siti di Pertosa, del Pollino, del Cilento ai cammini, alle piste fluviali percorribili in piccoli ma spettacolari borghi. Dai presepi la cui bellezza è figlia della creatività umana, antropologicamente pieni, come Morano Calabro, il Presepe del Pollino, ai presepi opere d’arte i cui pastori vestono costumi tradizionali del posto come ad esempio a Castrovillari”.

Lo studio

Ben 8 anni di studio che mi hanno portato a verificare il territorio, passo, passo. La Via Regia delle Calabrie è lunga circa 400 Km. Ho trovato almeno 14 Stazioni Postali dell’800 – ha proseguito Esposito – e approfondendo le cartografie del ‘700 ho potuto geo – referenziarla e mapparla sui sistemi satellitari. Ci sono tutte le condizioni per trasformarla definitivamente in cammino turistico ed anche religioso”.

A Castelluccio Inferiore un centro storico con portali in pietra ma anche il meraviglioso Palazzo Marchesale che grazie ai proprietari è stato aperto per la prima volta a degli escursionisti. A Castelluccio è possibile ancora vedere l’antica stazione postale ottocentesca ma anche il Convento che nella parte alta del paese oggi ospita il Palazzo Municipale con meraviglioso chiostro. Quel Convento ha ospitato le famiglie reali. A Rotonda, dove inoltre è sorto anche l’Albergo Diffuso – ha spiegato Luca Esposito – è possibile vedere numerose testimonianze borboniche ma anche del passaggio di Garibaldi. Gli escursionisti hanno visitato il Museo di Scienze Naturali dove sono conservati ed esposti i resti di un elefante portato alla luce 40 anni fa proprio dalle parti di Rotonda. Inoltre il borgo non è lontano dalla Grotta del Romito, importante sito paleontologico. Il tutto senza dimenticare i sentieri naturalistici del Parco Nazionale del Pollino come il Sentiero del Paraturo con le rispettive cascate. Proprio a Rotonda c’è il Santuario della Madonna della Consolazione ma anche l’Eco – Museo del Parco Nazionale del Pollino. Morano Calabro è invece uno dei borghi italiani più belli, definito il “Presepe del Pollino”. Anche a Morano Calabro è nato l’Albergo Diffuso. L’Associazione Il Nibbio ha creato un museo naturalistico con un sistema anche di ospitalità diffusa per vivere i ritmi slow di questo borgo, nel cuore del Pollino che è Geoparco Unesco. A Morano sono ben tangibili le testimonianze borboniche e le origini nobiliari dei palazzi. Gli stessi sentieri naturalistici percorsi durante il cammino sulla Via Regia delle Calabrie, consentono anche di ritrovare il basolato originale della Via Popilia, la Napoli – Milano costruita dai romani ben 2000 anni fa. A Castrovillari ci sono taverne, stazioni postali ottocentesche ma gli escursionisti hanno visitato anche il Castello Normanno – Svevo”.

Dunque Taverne, Osterie, Stazioni Postali dell’ ‘800 ma in aperta campagna è possibile trovare la Fontana della Regina Margherita, le sorgenti di Cicerone, ponti meravigliosi del ‘700 con cappelle antiche. Veri capolavori dell’arte italiana ma sconosciuti.

La tratta postale che introduce nel territorio calabro è sicuramente una delle più interessanti dal punto di vista storico e paesaggistico dell’intero cammino da Napoli a Reggio Calabria. I luoghi attraversati offrono uno scenario naturale ricco di suggestione e fascino, in un contesto ambientale fra i più belli e autentici del meridione italiano, ma che, proprio per la particolare posizione a cavallo dei valichi tra Basilicata e Calabria – ha concluso Luca Esposito, architetto, storico della Cartografia del Regno di Napoli, delegato Archeoclub D’Italia al Programma di Riqualificazione dei Borghi sulla Via Regia delle Calabrie ed autore dello studio: La Strada Regia delle Calabrie. Ricostruzione storico-cartografica dell’itinerario postale tra fine Settecento e inizio Ottocento, da Napoli a Castrovillari – in passato è stato spesso teatro di violenti scontri militari e azioni di guerriglia tra bande brigantesche e forze regolari. La Valle di S. Martino, l’altopiano di Campotenese e la Dirupata di Morano sono alcuni dei luoghi attraversati dalla Consolare Romana “Via Popilia”, che legano il loro nome a numerosi episodi storici succedutisi fino ai primi decenni di vita del Regno d’Italia, vale a dire fino a quando questa strada ha avuto una notevole valenza strategico-militare, prima che il suo percorso fosse dirottato su Laino e Mormanno e che le moderne esigenze di viabilità rendessero necessarie tutte le modifiche che hanno portato, anno dopo anno, al quasi totale abbandono dell’antico tracciato. Ma la strada da Rotonda a Castrovillari si segnala anche per essere la più lunga tratta postale fin qui incontrata da Napoli. Con le sue circa 16 miglia napoletane, attraversando luoghi aspri e desolati, era certamente uno dei tratti più duri e impegnativi, come si legge nelle numerose testimonianze dei viaggiatori dell’epoca. Il perché di una lunghezza così superiore rispetto alle canoniche 10 miglia, è probabilmente dovuto sia all’assenza di qualsiasi luogo preposto alla sosta tra i paesi di Rotonda e Morano Calabro, distanti tra loro circa 12 miglia, sia alla progressiva importanza, politica e militare, che il paese di Castrovillari (posto 4 miglia dopo Morano) andò a esercitare a partire dalla fine del Settecento e ancor più all’inizio dell’Ottocento, sotto l’impulso francese, divenendo capoluogo del Distretto omonimo1 . Fino a quella data, infatti, era proprio il paese di Morano Calabro a fungere da sede della stazione di posta e del cambio dei cavalli. E’ un territorio di notevole importanza. Nel 1768, infatti, risulta già essere costruito il ponte del Carbonaro (1 km ad ovest di Morano) ed è probabile che in quel periodo parte della strada fosse già agibile . Ed è in questo territorio da Rotonda a Castrovillari che si riscontrano testimonianze delle tratte postali ottocentesche che si incrociano con la Consolare Romana Via Popilia risalente a 2133 anni fa. Dunque ponti, tracciati ma anche stazioni postali e Chiese. Come la Chiesa madre di S. Maria Vergine edificata a partire dalla prima metà del Settecento sui resti di un’antica cappella di origini medievali. Ad esempio a Rotonda la strada si restringe attraversando due file di case di origine sette-ottocentesca, alcune con interessanti portali in bugnato ed i soliti loggiati ad archi, molto frequenti nell’architettura della Basilicata meridionale. L’ultimo di questi palazzi, il più austero ed elegante, si trova alla fine della pavimentazione lastricata del corso, sulla sinistra, all’altezza della confluenza con via Regina Margherita. Si tratta di Palazzo Tancredi (14B), antica dimora nobiliare appartenuta alla famiglia Fasanelli, feudatari della zona, divenuto famoso perché ospitò Giuseppe Garibaldi la notte del 2 settembre 1860, come testimonia la lapide in marmo affissa di fianco al portone principale. All’altezza del civico 98 si nota una targa su un caseggiato a mano destra, datata 1861, che indica Rotonda capoluogo di Circondario nel Distretto di Lagonegro”.

Un cammino dal grande potenziale turistico e culturale

Lungo la Via Regia ci sono numerose taverne ma anche tanti uffici postali di allora e Ad esempio la Taverna della Duchessa, la Taverna Cioffi divenuta famosa per aver dato rifugio per una notte a Carlo Pisacane, il 29 Giugno del 1857 e tre anni più tardi, il 4 settembre 1860, per aver ospitato Giuseppe Garibaldi, che tra quelle mura radunò il suo Stato Maggiore, prendendo importanti decisioni per il prosieguo della spedizione. Ed ancora la Taverna delle Armi che siamo riusciti a ritrovare nella boscaglia. Conosciuta come la Taverna di Castelluccio, viene documentata per la prima volta nel 1749. C’è anche da vedere lungo il cammino, la Fontana della Regina Margherita piccola e pittoresca costruzione in stile barocco con relativa lapide ed iscrizione latina, fatta realizzare da Ferdinando IV di Borbone nel 1793, durante uno dei suoi viaggi in Sicilia, per ricordare e celebrare la sorgente che con le sue acque placò la sete della real consorte.

Ci sono anche antichi ponti non solo romani ma settecenteschi come ad esempio, al chilometro 45 della Via Regia delle Calabrie c’è il ponte settecentesco sul torrente S. Onofrio, che presenta ancora la struttura arcuata in pietra di matrice settecentesca. Ad Auletta sul Tanagro troviamo la Taverna del Marchese perché al tempo proprietà del marchese Scanderberg, con annessa stazione di posta di Auletta.

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