La geotermia attende il Decreto Ministeriale per la disciplina delle piccole utilizzazioni geotermiche, che le consenta di contribuire alla riduzione della dipendenza estera da fonti fossili in tempi rapidi: perché tale decreto è ancora fermo? È questa la domanda che il Consiglio Nazionale Geologi, l’organo di rappresentanza istituzionale di circa 14.000 geologi professionisti italiani, pone al Ministro Cingolani.
Il Presidente Francesco Violo dichiara: “Nell’ambito dell’energie rinnovabili, la geotermia sta assumendo sempre maggiore importanza, dato che il Ministro ha condiviso negli Stati Generali della Geotermia che si sono tenuti a Roma nello scorso mese di giugno, costituendo una importante fonte energetica alternativa caratterizzata da continuità e programmabilità della produzione ad elevata sostenibilità. Su questa sfida il Consiglio Nazionale dei Geologi si sta impegnando attraverso il coordinamento della “Piattaforma Geotermia” a cui aderiscono le Associazioni del settore, nonché importanti Enti Pubblici e privati, Istituti scientifici e ministeriali“.
Questo “tavolo tecnico permanente” ha collaborato e condiviso con la Segreteria Tecnica del MiTE la bozza del testo del Decreto Ministeriale.
L’emergenza energetica in atto determina “la necessità di una scelta immediata riguardo lo sviluppo della Geotermia come fonte rinnovabile strategica sia per la produzione elettrica che per le applicazioni termiche e per quest’ultime risulta fondamentale la firma del Decreto che le regolamenti a livello nazionale, in attuazione dell’art. 15 del 1° Marzo 2022 N. 17, che consentirebbe l’installazione fino ad 1 milione di impianti a bassa entalpia in ambito locale con conseguente consistente risparmio nelle bollette delle famiglie,” sottolinea il Consiglio Nazionale Geologi in una nota.