La nuova campagna vaccinale contro il Covid vede la sovrapposizione di tre vaccini: quello per il virus di Wuhan del 2020, quello basato sulla variante Omicron 1 e quello sulle sottovarianti BA.4 e BA.5. Per Maria Rita Gismondo, microbiologa dell’Ospedale Sacco di Milano, “la campagna che è stata condotta in estate per la quarta dose è già un flop”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata a “La Verità”. “Le persone sono stanche di vaccinarsi in continuazione: prima era stato detto che, in attesa della seconda dose, ne bastava una a proteggerle; poi hanno completato il ciclo; poi si sono fatte la terza; alla quarta, magari, si sottopongono gli anziani spaventati. Ma i giovani, tutta questa voglia di andare all’hub non ce l’hanno”, ha detto ancora.
La microbiologa esprime i suoi dubbi nei confronti della nuova campagna vaccinale basata su 3 vaccini diversi: “è stato approvato il bivalente per Omicron 1. Ma dopo 15 giorni ne è arrivato un altro, per i ceppi BA.4 e BA.5, percepito come un ulteriore miglioramento. E questo ha creato disorientamento”, e la gente si chiede giustamente: “qual è il vaccino migliore? Quello di 15 giorni fa, o l’ultimo? E se quello di 15 giorni fa, come hanno dichiarato, ha la stessa efficacia del successivo, perché ne hanno fabbricati due diversi?”.
L’esperta sottolinea poi come all’hub non si possa scegliere la tipologia di vaccino: “e chi è il fortunato che riceve quello aggiornato?”, osserva Gismondo. “È un altro elemento che aggiunge diffidenza. La comunicazione, di nuovo, è stata carente. Anzi, controproducente”. “Tutta la comunicazione del governo è stata improntata su un dogma indiscutibile: andatevi a vaccinare, senza che ci spiegassero né perché né per come”. Sin dall’inizio, “la gente non ha avuto neanche il diritto di sapere quale fosse il rapporto rischi-benefici dell’iniezione, a seconda dell’età”, sostiene l’esperta.
“L’Ordine dei Medici ha intimidito chi aveva dubbi sui vaccini”
Sugli effetti avversi, Gismondo ha detto che “adesso qualcosa sta venendo fuori”. “Innanzitutto c’è stata un’atmosfera di paura. Abbiamo vissuto per un anno e mezzo nella paura di chiedere informazioni sul vaccino che esulassero dai corollari espressi dal Ministero. Quando qualcuno alzava il dito, veniva subito etichettato come no vax, da mettere ai confini della società. I medici in primis sono stati intimiditi dai provvedimenti presi dall’Ordine. Io stessa ho ricevuto una lettera di biasimo. Avevo sollevato qualche dubbio, in assenza di pubblicazioni scientifiche, sull’opportunità di vaccinarmi con un farmaco che era consigliato solo dal suo produttore. L’Ordine ha ritenuto che fosse un comportamento dissuasivo rispetto alla campagna vaccinale”, ha dichiarato Gismondo.