Settembre è iniziato con temperature in aumento al Sud e sulle Isole Maggiori, con Sicilia e Sardegna che hanno raggiunto punte di +38-39°C nei giorni scorsi. Il caldo, dunque, si fa ancora sentire sull’Italia e dalle previsioni stagionali, sembra sia destinato a caratterizzare anche la stagione autunnale. “Le nostre ultime previsioni ci indicano, per il prossimo autunno, una prevalente probabilità al verificarsi di condizioni relativamente calde su gran parte dell’Europa centro meridionale e tendenzialmente la situazione non dovrebbe mutare anche nei mesi invernali”, ha detto all’AGI Silvio Gualdi, Senior Scientist del Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) ed alla guida della divisione “Climate Simulations and Predictions”.
“Va precisato che le previsioni stagionali, che elaboriamo insieme ai colleghi europei che lavorano nell’ambito del Copernicus Climate Change Service, sono esclusivamente probabilistiche, vale a dire ci dicono qual è la probabilità che in una certa regione del pianeta vi siano temperature al di sopra o al di sotto di certe soglie e così via. E – visto che le nostre elaborazioni coprono un arco temporale di sei mesi – il margine di errore è maggiormente ridotto per i primi tre mesi. A questo si aggiunga che, dato che appunto si tratta di previsioni probabilistiche, sono rilevanti per quel che riguarda macroaree del globo – come il bacino del Mediterraneo o porzioni di esso – e non forniscono invece informazioni attendibili per quel che riguarda il microclima locale”, ha proseguito Gualdi.
“Fatte queste dovute precisazioni – prosegue l’esperto – possiamo dire che le nostre previsioni assegnano un‘alta probabilità alla persistenza di temperature relativamente elevate in Italia fino a dicembre, accompagnate anche da una elevata temperatura superficiale delle acque del Mediterraneo – che, come sappiamo, possono rappresentare una condizione favorevole al verificarsi di eventi meteo-climatici intensi. Questa condizione di temperature elevate dovrebbe protrarsi anche nei tre mesi successivi, soprattutto sul bacino mediterraneo centro-orientale e sulla parte meridionale della penisola italiana.”
Non dovrebbero invece prospettarsi un autunno e un inverno eccessivamente secchi: “non ci sono – conclude Gualdi – segnali che indichino una tendenza ad anomalie rilevanti per quel che riguarda la media delle precipitazioni nei prossimi mesi, che quindi dovrebbero essere più o meno in linea con le medie del periodo“.