La lingua italiana cambia, la Crusca: diremo “Te scendi il cane, io porto il configlio a scuola”

Come sta cambiando la lingua italiana? Lo spiega l'Accademia della Crusca nel volume "Giusto, sbagliato, dipende"
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Non è la Bibbia della grammatica, ma ci va molto, molto vicino. Si tratta del volume dal titolo “Giusto, sbagliato, dipende” dell’Accademia della Crusca, edito da Mondadori. Un vero e proprio vademecum grammaticale, nel quale si trovano risposte e curiosità sulla lingua italiana. Ma non solo. Oltre alle parole tradizionali vi è anche qualche innovazione. Eccone alcune:

Qual è o qual’è?

Tra le vecchie nozioni, emblematica tra tutte è “qual è“, che per gli esperti della lingua italiana resta senza accento. Il motivo è semplice: qual è, essendo “un’apocope vocalica“, non vuole l’apostrofo. E questo nonostante si stia diffondendo anche la versione con l’apostrofo, addirittura anche nella carta stampata. Secondo la Crusca, però, accettare come corretta la forma “qual’è” richiederebbe una riforma ortografica. Un’operazione colossale che attualmente nessuna istituzione può o vuole fare.

Tu sei tu, ma il te si beve

Il ‘tu‘ va usato solo se il pronome è soggetto della frase. La forma ‘te‘ come soggetto invece che complemento, però, si sta ormai diffondendo non solo nelle regioni settentrionali ma anche nel centro Italia. Secondo gli accademici della Crusca ciò porterà alla stessa evoluzione avuta da lui/lei/loro rispetto a egli/ella/essi/esse. Ma questo accadrà solo se il ‘te‘ supererà lo scoglio del Meridione, che vede quella forma come tipica di una cadenza dialettale settentrionale, quale effettivamente è.

L’avvento del configlio

Le innovazioni sociali, come sempre, si riflettono nel lungo periodo anche sulla lingua parlata. Le famiglie allargate, da questo punto di vista, sono tipiche della nostra epoca. Ma come si chiama il figlio del compagno o della compagna? Figliastro o figliastra non piace più, sembra dispregiativo, dunque è necessario trovare un nuovo termine. Francesco Sabatini, della Crusca, ha proposto il neologismo ‘configlio‘ che riprende le formazioni con prefisso come con-suocero, com-pare.

Scendi il cane (!)

I verbi salire e scendere o uscire ed entrare sono utilizzati al Sud, ma non solo, in forma transitiva, ma in italiano non funziona così. Almeno per ora. La Crusca, infatti, è convinta che prima o poi verranno sdoganati nell’uso comune: salire e scendere hanno già una forma transitiva quando sono usati nel senso di percorrere (es: Scendere le scale). Dunque in futuro “scendi il cane” potrebbe non essere più una frase grammaticalmente scorretta.

Ma però

A scuola ce lo hanno ripetuto all’infinito: “ma però non di dice“. Ma anche questo assunto sta per diventare inesatto. Fino ad ora non si poteva dire, perché è come ripetere lo stesso concetto, visto che si tratta di due congiunzioni avversative. Ma adesso l’Accademia della Crusca ha deciso che non è proprio così. La congiunzione ‘ma‘ non ha solo valore avversativo-oppositivo, a volte ha anche significato avversativo-limitativo (es: Quella donna non mi piace, ma accetterò la sua presenza in casa mia per il quieto vivere). Dunque, il ‘ma‘, può essere affiancato da altri elementi affini come ‘però‘ che ne rafforzano il significato.

Poliamore e tradimenti

Il poliamore, secondo la Crusca, altro non è che la “possibilità o pratica di intrattenere più di una relazione intima (sessuale e/o sentimentale) contemporaneamente, con il consenso esplicito di tutte le persone coinvolte“.  Il termine è diventato di uso comune nel primo decennio del terzo millennio, grazie ai primi blog e siti web dedicati al tema delle relazioni plurime. Per gli esperti della lingua il termine può essere introdotto nella lingua italiana, purché nella relazione di cui si parla vi sia il “consenso esplicito di tutte le persone coinvolte“. Il che distingue il poliamore dall’adulterio e dal tradimento del proprio compagno/a.

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