Sono ancora in corso in Umbria i sopralluoghi per la verifica e la quantificazione esatta dei danni dopo l’alluvione che ha colpito nei giorni scorsi le zone a confine con le Marche. Sono stati segnalati movimenti franosi, esondazioni di corsi d’acqua con conseguenti allagamenti, gravi danneggiamenti alle infrastrutture viarie e ad edifici pubblici e privati, alle opere di difesa idraulica, alla rete dei servizi essenziali, alle attività economiche e produttive, caduta di alberi di alto fusto con pericolo per la pubblica e privata incolumità.
Una situazione di “forte criticità“, si sottolinea, per la quale la Giunta regionale – riunita oggi in seduta straordinaria – ha dichiarato che “vi sono le condizioni per una richiesta dello stato di emergenza nazionale”.
Il Servizio regionale competente ha già attivato interventi di “somma urgenza” per il ripristino delle condizioni di sicurezza nel reticolo idrografico e la corretta regimazione dei corsi d’acqua. Dalla ricognizione, per quanto possibile, del reticolo idraulico, è stata infatti rilevata una situazione di “estrema gravità dei corsi“: complessivamente si ipotizza di dover intervenire su una lunghezza di corsi d’acqua pari a circa 100 chilometri.
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Protezione Civile, Enrico Melasecche, ha intanto deliberato prime disposizioni per portare aiuto alla popolazione dell’Alto Chiascio maggiormente colpita dall’alluvione, anticipando fondi del bilancio regionale per contributi a ristoro delle spese sostenute per procedere al ripristino dello stato di normalità ai Comuni di Scheggia e Pascelupo, Pietralunga, Costacciaro, Gubbio e Montone.