Si è ripetuto il “miracolo” di San Gennaro: alle ore 09:27 l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia ha annunciato ai fedeli presenti nel Duomo l’avvenuta liquefazione del sangue del Santo patrono.
L’annuncio è stato accompagnato dal tradizionale sventolio di un fazzoletto bianco da parte di un membro delegato della Deputazione di San Gennaro e dall’applauso dei fedeli.
San Gennaro, Protettore e Patrono della città di Napoli
Gli storici sono concordi nell’affermare che Ianuarius fosse il vero nome di San Gennaro e che la sua famiglia, discendente da quella gentilizia romana (Gens Januaria), sacra al dio bifronte Janus (Giano), si fosse trasferita da Roma in Campania.
Gennaro, nato a Napoli nella seconda metà del III secolo, è eletto vescovo di Benevento. Viene decapitato per ordine di Diocleziano il 19 settembre del 305. Durante l’esecuzione una nobildonna di nome Eusebia riesce a raccogliere in due ampolle il sangue di san Gennaro, custodendolo con molta venerazione. Dopo l’editto di Costantino un vescovo di Napoli fa traslare solennemente le ossa di san Gennaro da Pozzuoli alle catacombe della sua città. Durante il tragitto Eusebia regala al vescovo anche le due ampolle con il sangue del martire.
Il fenomeno, che ormai da secoli si ripete, è la liquefazione del suo sangue. La notizia più antica si trova in un autore siciliano, il quale racconta che il 17 agosto del 1389 ”fu fatta una solenne processione per il miracolo che il Signor nostro Gesù Cristo ci mostrò nel sangue del beato Gennaro, che era in un’ampolla e si liquefece come se nel giorno stesso fosse uscito dal corpo del Beato”. Il fatto si ripete ogni anno nell’anniversario del martirio, il 19 settembre, quindi nel primo sabato di maggio, in cui si ricorda la prima traslazione da Pozzuoli a Napoli, e il 16 dicembre, anniversario della terribile eruzione del Vesuvio arrestata, secondo la credenza dei napoletani, per intercessione del loro patrono.
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