La quindicesima seduta annuale dell’Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici, riunitasi stamane nella sede dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE e che ha visto la partecipazione di una settantina di rappresentanti delle istituzioni e portatori di interesse, ha sostanzialmente confermato la perdurante situazione complessiva di un conclamato deficit idrico ancora piuttosto evidente nell’area del bacino del fiume Po.
Le precipitazioni dell’ultima parte del mese di Agosto e dei primi giorni di Settembre – per lo più localizzate, cadute sotto forma di temporali, anche particolarmente intensi (fino a 140 mm nell’area ovest dell’Emilia-Romagna) ed in modo disomogeneo sul territorio – hanno consentito, vista la carenza pregressa, solo una sensibile ripresa dei livelli delle portate osservate nelle diverse stazioni di monitoraggio lungo l’asta del Grande Fiume, che restano comunque sotto le media storica del periodo e sotto il livello obiettivo minimo: Piacenza 237 mc/s (portata media mensile 736 mc/s, portata minima storica 447 mc/s nel 2003); Cremona 338 mc/s (portata media mensile 906 mc/s, portata minima storica 525 mc/s); Boretto (Re) 378 mc/s (portata media mensile: 956 mc/s, portata minima storica 487 mc/s); Borgoforte (Mn) 425 mc/s (portata media mensile: 1044 mc/s, portata minima storica: 572 mc/s) Pontelagoscuro (Fe) 386 mc (portata media mensile 1130 mc/s, portata minima storica 633 mc/s).
La situazione resta critica nella zona ovest del distretto del Po, in particolare in Lombardia ed in alcune aree del Piemonte, dove Grandi Laghi alpini e affluenti di monte restano ampiamente “scarichi” ad eccezione del Garda come nei mesi scorsi; il Lago Maggiore ad esempio (che storicamente rappresenta il più grande “serbatoio” naturale del Nord del paese e che ha una ingente influenza idrica sul resto del bacino del Po) registra oggi un livello di riempimento del 14,5% della sua capacità di invaso contro il 19% del 24 Agosto scorso. Monitorato con attenzione costante anche tutto lo scenario di riferimento per la produzione di energia idroelettrica, diventato strategico viste le mancanze strutturali di approvvigionamento attuali del paese, ma che purtroppo vede ancora la percentuale media di riempimento dei singoli invasi al 34%, in linea con quella che ha caratterizzato – seppur con minime oscillazioni – tutta l’estate e dunque con scarsa capacità produttiva di energia idroelettrica.
Nella zona del Delta del Po resta stabile la risalita delle acque salmastre e in cui il cuneo salino rimane comunque presente ad una distanza di 20-23 km dalla linea di Costa Adriatica.
Sul fronte degli utilizzi della risorsa idrica, a sostegno ed approvvigionamento del settore primario dell’agricoltura, va rimarcato come, nell’equilibrio generale delle derivazioni oggi il prelievo irriguo sia in progressivo esaurimento vista la conclusione della stagione colturale del periodo.
“L’analisi degli indicatori idro climatici verificati oggi con i partner del territorio in sede di Osservatorio conferma ancora uno stato di severità alta – ha sottolineato il Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE, Alessandro Bratti – Lo scenario rimane quindi di siccità elevata anche se, soprattutto la regione Emilia-Romagna, ha comunque beneficiato delle ultime precipitazioni; questa situazione ci impone di tenere alta la guardia e per queste ragioni abbiamo fissato la prossima riunione dell’Osservatorio per il giorno 21 Settembre prossimo e confermato al contempo le misure di utilizzo idrico in linea con quelle già adottate nelle precedenti sedute dell’Osservatorio”.
Presenti all’incontro, oltre alle Regioni del distretto del fiume Po e le rispettive agenzie di monitoraggio meteorologico, anche Protezione Civile, MiTE, CNR-IRSA, Mipaaf-CREA, ISPRA, ANBI, Utilitalia, Consorzi ed enti di regolazione dei grandi laghi, AIPo.