Forti scosse di terremoto avvertite dalla popolazione di Marche e Abruzzo, in particolare ad Ascoli Piceno, Ancona e Teramo.
Secondo i dati ufficiali dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, si sono verificati 2 eventi principali: un sisma magnitudo ML 4.1 alle 12:24 con ipocentro a 24 km di profondità e una scossa magnitudo ML 3.6 un minuto dopo (ipocentro a 10 km), entrambi con epicentro a 4 km Sud/Ovest da Folignano (AP).
Sono seguite le repliche magnitudo ML 2.0 alle 12:27, a 23 km di profondità, e magnitudo ML 2.5 alle 12:35:24 (ipocentro a 25 km).
Diverse scuole ed edifici pubblici sono stati evacuati nelle aree vicine all’epicentro delle forti scosse.
E’ stata sospesa la circolazione dei treni lungo la linea ferroviaria Ascoli Piceno-Porto d’Ascoli: lo ha reso noto Trenitalia. Non ci sono convogli fermi lungo la linea. Si sta predisponendo il servizio sostituivo con autobus. In corso di approntamento una squadra di tecnici per verifiche della linea ferroviaria.
Terremoto Ascoli Piceno, tanta paura ma “nessun danno”
A seguito dell’evento sismico registrato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in provincia di Ascoli Piceno, alle ore 12:24 con magnitudo 4.1, la Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile “si è messa in contatto con le strutture locali del Servizio nazionale della protezione civile. La scossa è stata seguita ad un minuto di distanza, alle 12:25, da un ulteriore evento di magnitudo 3.6,” spiega in una nota la Protezione Civile. “Dalle prime verifiche effettuate, l’evento – con epicentro localizzato nei Comuni di Folignano (AP), Civitella del Tronto (TE) e Ascoli Piceno – risulta avvertito dalla popolazione, ma non sono stati segnalati danni a persone o cose“.
I vigili del fuoco al momento non hanno ricevuto richieste di intervento o segnalazioni di danni (che però potrebbero arrivare in un momento successivo). Un elicottero sorvolerà tra poco la zona per una verifica della situazione dall’alto.
Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, appresa la notizia della scossa di terremoto che ha coinvolto la provincia di Teramo ha subito chiamato il prefetto Massimo Zanni e il sindaco Gianguido D’Alberto, per sincerarsi di quanto accaduto. Insieme al direttore dell’Agenzia di Protezione Civile, Mauro Casinghini, è in contatto con tutti i sindaci del territorio teramano al confine con le Marche epicentro del sisma. La situazione è al momento sotto controllo. Come da protocollo gli studenti delle scuole sono stati evacuati per sicurezza.
“La scossa di terremoto che intorno alle 12:30 ha avuto come epicentro l’Ascolano, è stata avvertita distintamente anche a Teramo“: lo ha affermato il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto sottolineando che al momento non sono stati segnalati danni a cose o persone. “Le scuole, come da protocollo, sono state evacuate da parte dei dirigenti scolastici, già tutti immediatamente contattati, e al momento gli stessi non hanno segnalato situazioni di criticità. Il Comune, in ogni caso, monitorerà costantemente la situazione e fornirà con tempestività ogni eventuale ed ulteriore comunicazione“.
Il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti ha disposto l’immediata apertura del COC a seguito delle scosse. “A breve insieme ai tecnici comunali effettueremo un sopralluogo nelle scuole cittadine per decidere se tenere gli edifici chiusi nei prossimi giorni in via precauzionale,” ha dichiarato all’ANSA, confermando che al momento non si segnalano danni.
Focus INGV sul terremoto tra le province di Ascoli e Teramo
Fino alle ore 13 sono stati localizzati in totale 16 terremoti, di magnitudo compresa tra 1.2 e 4.1, nell’area tra Ascoli e Teramo: lo ha reso noto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Dal Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani emerge che l’area epicentrale del terremoto è piuttosto lontana da quelle più attive dell’Appennino: tra gli eventi più vicini (circa 20 km a nord nell’Ascolano) il terremoto del 3 ottobre 1943 di magnitudo stimata Mw 5.7
La pericolosità sismica di questa area “è considerata medio-alta. Terremoti anche più forti di quello avvenuto oggi sono possibili per quanto la probabilità che si verifichino, ovvero la frequenza, non è particolarmente alta. Dalla mappa si nota come la pericolosità aumenti verso ovest e verso sud, nell’area della sequenza sismica del 2016 in Italia centrale e del 2009 a L’Aquila,” spiegano gli esperti INGV.
Negli ultimi anni la sismicità in quest’area non è stata molto frequente come si vede dalla mappa degli eventi sismici dal 1985 ad oggi.
La sequenza sismica interessa un’area “piuttosto nota della regione, non collegata direttamente con il settore assiale dell’Appennino dove si è sviluppata la sequenza del centro Italia iniziata nel 2016. Nel settore interessato dalla sequenza odierna la sismicità si concentra in un’area collocata a circa metà strada tra la catena appenninica e la costa adriatica, a una profondità di 15-25 km, superiore quindi a quella che caratterizza la sismicità appenninica. Si noti che la profondità del secondo terremoto della sequenza (M3.6, prof.=10km) è probabilmente sottostimata a causa della vicinanza di questo evento con quello di M4.1 avvenuto il minuto precedente“.
La mappa di scuotimento calcolata dai dati delle reti sismiche e accelerometriche INGV e DPC “mostra dei livelli di scuotimento fino al IV-V grado MCS nelle aree più vicine all’epicentro del terremoto”.