Sui vaccini anti Covid a mRNA il dibattito è ancora caldo e assolutamente non chiuso, anzi. Qualche mese fa un medico e ricercatore ha denunciato proprio delle incongruenze nella composizione dei vaccini, tanto che di recente è stato sentito dalla Guardia di Finanza, che ha deciso di aprire un’indagine e avanti con gli accertamenti. La denuncia riguarda la composizione dei vaccini contro il Covid 19, con particolare riferimento ai grandi colossi dell’industria farmaceutica (Pfizer, Moderna e Johnson) e il reato ipotizzato è la somministrazione di farmaci non conformi, come spiega il Corriere Adriatico.
Il medico ricercatore che ha presentato denuncia è stato Raffaele Ansovini, che ha pubblicato alcuni studi su varie riviste scientifiche tra cui il World Journal of Clinical & Medical Images. Ansovini è stato ascoltato dai militari della Finanza per ben quattro, su delega della Procura di Urbino. La denuncia di Ansovini, avanzata in primavera, era stata affidata all’avvocato Nicoletta Morante.
“Il Covid 19 o per evoluzione naturale o per mano umana è capace d’inserire il suo genoma ad RNA anche nel DNA mitocondriale e quando lo fa mostra il peggio di sé – scrive l’esperto nella relazione – Ciò premesso che fanno i vaccini ad mRNA? Integrano anche essi l’RNA virale del Covid 19 nel genoma mitocondriale occupando così la sede che, se occupata dal virus, scatena la sua sindrome severa. Così operando i vaccini ad mRNA, prima di tutto non hanno la conformazione funzionale dichiarata, ed, in secondo luogo pur creando una risposta anticorpale, la stessa risulta inefficace“.
Considerazioni scientifiche che implicano conseguenze gravi e importanti se si pensa che stiamo parlando di vaccini imposti su larga scala e iniettate alla maggior parte della popolazioni in diversi Paesi del mondo, Italia compresa.