“Il bollettino giornaliero Covid è rimasto praticamente inalterato, salvo qualche minimo cambio, dal marzo-aprile 2020. E così com’è strutturato, è un bollettino fuori dal tempo. Mi auguro dunque che si voglia cambiare e andare nella direzione di una convivenza con questo virus. Io in ogni caso non credo che sia più il caso di continuare a fare bollettini per la popolazione sulle malattie infettive. I bollettini vanno bene per gli operatori sanitari, per chi organizza la sanità e quindi magari andrebbe bene anche farlo settimanalmente. Ma deve essere un bollettino che serva, perché questo sinceramente serve a poco“. Lo ripete da tempo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive al policlinico San Martino di Genova. Ma oggi, a suo avviso, è diventata un’urgenza farlo. Perché i numeri che quotidianamente vengono rilasciati sul COvid, ribadisce all’Adnkronos Salute, non fotografano la situazione reale: “Questo bollettino ci dice quanta gente in Italia ha il tampone positivo e quanta gente in Italia entra in ospedale nei reparti di area medica e in quelli di terapia intensiva. E’ evidente che questo è un dato lordo. Non dice quanta gente ha i sintomi. E anche all’interno di chi ha i sintomi, non dice chi ha il raffreddore, l’influenza, chi ha una forma un po’ più rinforzata, chi ha la polmonite, chi sta male per il Covid e chi invece sta male per ragioni diverse dal Covid. Faccio un esempio: se io oggi vado in ospedale per fare un intervento chirurgico, o perché mi è venuto un ictus o un infarto, mi fanno un tampone di sorveglianza. Se risulto positivo dove rientro? All’interno dei ricoverati Covid. Quindi, ricapitolando, credo che sia arrivato il momento di cambiare“. Ad onor del vero, bisogna sottolineare come il bollettino Covid è sempre stato così. Quindi il numero dei pazienti ricoverati “per” Covid è sempre stato sopravvalutato, rispetto a quelli che realmente erano in ospedale a causa di questo virus. Ma fino a poco tempo fa, chi lo sosteneva veniva facilmente bollato come “complottista” e sostenitore di “fake news“: oggi fortunatamente è diventata realtà consolidata e acquisita.
Un messaggio che l’esperto rilancia anche via Twitter. Per Bassetti si può fare, “senza bisogno di grossi stravolgimenti. Basterebbe chiedere alle Regioni – osserva – di fornire un report di chi ha il tampone positivo ed entra in ospedale per una causa diversa da Covid e chi invece ha il tampone positivo ed entra in ospedale a causa del Covid, perché dunque ha febbre, respira male o altro legato a Covid. Sono due situazioni molto diverse. Non essere stati in grado di cambiare il bollettino fino ad oggi mi pare che sia francamente difficile da comprendere. Ci si è stratificati e fossilizzati su alcune posizioni che secondo me sono più ideologiche che di concetto“.
“Finché continueremo a dare il bollettino giornaliero su Covid” così com’è, aveva scritto anche in un tweet Bassetti, “faremo unicamente il male della gente e della corretta informazione“. Poi, aggiunge oggi l’esperto, “è chiaro che dal punto di vista organizzativo il paziente che arriva in ospedale, sia che abbia la polmonite e sia che abbia il tampone positivo ha bisogno di un percorso di un certo tipo. E nessuno mette in dubbio il fatto dell’organizzazione sanitaria. Però un conto è dire che oggi sono entrate 300 persone in Italia con la polmonite in ospedale, di cui 10 in rianimazione e un conto è dire che sono entrate 300 persone in ospedale per altre ragioni e avevano anche incidentalmente il tampone positivo. Io mi auguro che si voglia andare in questa direzione. Anche perché tra poche settimane arriverà l’influenza. E allora cosa faremo? Faremo un bollettino per Covid e non per l’influenza. Dovremo farlo evidentemente anche per quella. E io non credo che sia più il caso di continuare a fare bollettini per la popolazione, ripeto. Vanno bene per i sanitari“.