“Sei nato originale, non vivere da fotocopia“. Con queste parole il neo presidente della Camera Lorenzo Fontana, ha iniziato il proprio percorso per il nuovo incarico. Nel corso del suo primo discorso ha citato dunque Carlo Acutis, il quindicenne di Monza proclamato beato da Papa Francesco il 10 ottobre 2020. Il giovane, morto per una leucemia fulminante e sepolto, secondo il suo desiderio, nel cimitero di Assisi, è stato traslato nel Santuario della Spogliazione il 6 aprile 2019.
Carlo, che con un permesso speciale fece la prima comunione a sette anni, definiva l’eucarestia “la mia autostrada per il Cielo“. Era un adolescente come tanti, un millenial, che aiutava i poveri e andava ogni giorno a messa. Era particolarmente devoto alla Madonna e a San Francesco. Utilizzò la sua passione per l’informatica per testimoniare la fede realizzando siti web e una mostra sui miracoli eucaristici nel mondo. Quest’ultima venne ospitata in tutto il mondo in centinaia di parrocchie e in santuari mariani come Fátima, Lourdes e Guadalupe.
La madre di Carlo Acutis: “Il suo messaggio arriva a tutti”
“Speriamo che Carlo interceda per i nostri politici, stiamo vivendo momenti difficili, è iniziato un nuovo governo, speriamo che Dio li aiuti a governare bene”. Queste le parole all’ANSA di Antonia Salzano Acutis, mamma di Carlo Acutis. Carlo, ucciso da una leucemia nel 2006, “era proiettato sui più deboli, sui migranti, famiglie in difficoltà – ricorda la madre – e vivendo nel centro di Milano sa quanti ne abbiamo conosciuti“.
La vita di Carlo
Figlio primogenito di Andrea Acutis e Antonia Salzano, Carlo nacque a Londra il 3 maggio 1991. Lì i genitori si trovavano per lavoro e in seguito tornarono in Italia. Il giovane trascorse l’infanzia a Milano, “imparando da subito ad amare il Signore, tanto da essere ammesso alla Prima Comunione ad appena sette anni”. La parrocchia di Santa Maria Segreta a Milano era il suo luogo prediletto, allievo delle Suore Marcelline alle elementari e alle medie, poi dei padri Gesuiti al liceo. Come raccontano tutti, visse una vita all’insegna “dell’amicizia con Gesù e l’amore filiale alla Vergine Maria”. “Ma fu anche attento ai problemi delle persone che gli stavano accanto, anche usando da esperto, seppur autodidatta, le nuove tecnologie”. Carlo era infatti un appassionato di computer.
Fu una violenta forma di leucemia fulminante a portarselo via in poco tempo. Nonostante la sua giovane età visse la malattia come prova da offrire per il Papa e per la Chiesa. Morì il 12 ottobre 2006, nell’ospedale San Gerardo di Monza, a quindici anni. Il 13 maggio 2013 la Santa Sede ha concesso il nulla osta per l’avvio della sua causa di beatificazione. Il 5 luglio 2018 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che dichiarava Venerabile Carlo. I suoi resti mortali riposano dal 6 aprile 2019 ad Assisi, nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione.
La beatificazione
Carlo Acutis, morto a soli 15 anni per una leucemia fulminante, è stato proclamato Beato, il 10 ottobre 2020. Oggi avrebbe 31 anni il ragazzo milanese deceduto a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante e dichiarato Venerabile da papa Francesco nel 2018.
La sua tomba è stata aperta il 1° ottobre 2020. Il corpo del giovane sembrava incredibilmente intatto, incorrotto e sembrava non aver patito i segni del tempo. Aveva un volto sereno. La madre, Antonia Salzano, vide tutto questo come un segno. La speranza, disse, è che “attraverso l’esposizione del corpo di Carlo i fedeli possano elevare con più fervore e fede le preghiere a Dio, che attraverso Carlo ci invita tutti ad avere più fede, speranza e amore verso di lui e verso i nostri fratelli, proprio come Carlo ha fatto nella sua vita terrena“.
In realtà il vescovo di Assisi, Monsignor Domenico Sorrentino, spiegò che il corpo del giovane era stato “trattato” ai fini della venerazione, come in simili casi di beati e santi. “All’atto dell’esumazione nel cimitero di Assisi, avvenuta il 23 gennaio 2019 in vista della traslazione al Santuario, – spiegò monsignor Sorrentino – esso fu trovato nel normale stato di trasformazione proprio della condizione cadaverica. Non essendo tuttavia molti gli anni della sepoltura, il corpo, pur trasformato, ma con le varie parti ancora nella loro connessione anatomica, è stato trattato con quelle tecniche di conservazione e di integrazione solitamente praticate per esporre con dignità alla venerazione dei fedeli i corpi dei beati e dei santi. Un’operazione che è stata svolta con arte e amore. Particolarmente riuscita la ricostruzione del volto con maschera in silicone. Con specifico trattamento è stato possibile recuperare la reliquia preziosa del cuore che sarà utilizzata nel giorno della beatificazione”.