Conte, Speranza, Di Maio: chi rischia con la commissione d’inchiesta Covid

Il governo guidato da Giorgia Meloni istituirà una commissione d'inchiesta sulla gestione della pandemia di Covid-19 che sarà guidata dall'opposizione di Azione-Italia Viva: tremano Conte e Speranza, ecco cosa rischiano
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In parlamento verrà istituita una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia Covid-19 in Italia: lo ha deciso il Governo guidato da Giorgia Meloni, confermando gli impegni presi con i cittadini in campagna elettorale, con tanto di dichiarazione ufficiale del premier ieri alla Camera durante il discorso programmatico. Una decisione che vede il pieno sostegno anche di una parte dell’opposizione, e cioè di Azione-Italia Viva, i partiti di Renzi e Calenda, che proprio durante la pandemia avevano chiesto l’istituzione di questo strumento per fare luce sulle anomalie della gestione da parte del governo Conte.

Proprio Renzi, in piena pandemia, orchestrò la manovra politica che portò all’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi al posto di Conte in piena polemica con la gestione pandemica del leader grillino. Un’inchiesta, in realtà, già c’è stata e ha coinvolto Domenico Arcuri, Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 nominato dall’allora premier Conte. Lo scorso marzo sono state però archiviate le accuse di corruzione e peculato per Arcuri e per l’ex commissario si ipotizza una richiesta di rinvio a giudizio solo per abuso d’ufficio. L’inchiesta, però, potrebbe allargarsi e colpire anche altri “pezzi grossi” della politica, protagonisti (in negativo) della gestione della pandemia.

Nel mirino dei partiti che hanno chiesto la commissione d’inchiesta (Fratelli d’Italia e Lega su tutti, ma anche Forza Italia, Italia Viva e Azione) ci sono i ritardi nella gestione dell’emergenza, la sottovalutazione del problema da parte del governo Conte, gli insistenti rituali di “abbraccia un cinese” e degli “aperitivi contro la paura” che gli esponenti di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle propagandavano mentre il virus già dilagava in pianura Padana importato direttamente da Wuhan. Proprio dall’Italia, poi, il virus avrebbe fatto il giro del mondo: probabilmente senza la sottovalutazione delle autorità politiche italiane, il virus non sarebbe arrivato in Europa o almeno non in quel momento e non a partire dall’Italia. Gli altri Paesi avevano già bloccato i voli e i collegamenti con la Cina, invece in Italia si accusava l’opposizione di destra di essere “razzista” contro i cinesi perché chiedeva questi blocchi che non arrivavano. E il governo predicava che stava andando “tutto bene“, supportato dai grandi media con le famose dichiarazioni di Roberto Burioni a ‘Che tempo che fa’ su Rai 2 il 2 febbraio 2020: “in Italia il rischio è zero. Il virus non circola, e questo non avviene per caso: avviene perché si stanno prendendo delle precauzioni. Questi allarmi continui non sono necessari ed è davvero odiosa questa discriminazione contro i cinesi. E’ una cosa barbara“. E invece non c’era alcuna discriminazione ma soltanto la legittima preoccupazione che dalla Cina stava arrivando un virus che avrebbe messo in ginocchio il Paese. Ma se la credibilità di Burioni è poi svanita come neve al sole, mai nessuno gli ha chiesto formalmente conto delle sue ripetute dichiarazioni fuorvianti che hanno travisato l’opinione pubblica. E anche di questo potrebbe occuparsi la commissione d’inchiesta parlamentare, che spazierà a 360° su tutti gli aspetti della gestione della pandemia, anche quello comunicativo.

In tal senso potrebbe tornare certamente in parlamento L’infinito errore” del giornalista Fabrizio Gatti, il miglior libro-inchiesta sul SARS-CoV-2 già censurato da Fassino in parlamento. Ovviamente il primo focus della commissione d’inchiesta sarà: il governo Conte ha sottovalutato il problema e, colpevolmente, non ha adottato le misure adeguate per prevenire l’arrivo del virus nel nostro Paese? Successivamente il focus sarà sulle misure restrittive: i ritardi per la dichiarazione della zona rossa a Codogno, e poi l’opposta scelta del lockdown duro sul “modello cinese” ma nel nostro Paese praticato ovunque, senza distinzione di condizioni epidemiologiche, anche nelle Regioni del Sud in cui nella primavera 2020 il virus era molto isolato e negli ospedali non c’era alcuna criticità con tanto di impugnazione da parte dell’allora ministro Boccia rispetto all’ordinanza del governatore calabrese Santelli che, con gli ospedali vuoti, a metà aprile aveva deciso di riaprire quantomeno i locali con i tavolini all’aperto.

Ancora una volta, seguendo la cronistoria della pandemia, la commissione d’inchiesta dovrà approfondire cosa ha fatto il governo Italiano durante la lunga estate 2020, quando per oltre 4 mesi i contagi sono rimasti azzerati e il ministro Speranza scriveva un libro su come aveva “sconfitto il virus”, che però poi sarebbe riesploso in autunno in modo ancor più drammatico e dirompente. Era l’estate in cui anziché investire sulla ventilazione meccanica controllata, il ministro dell’istruzione Azzolina impegnava ingenti risorse per i banchi a rotelle mentre il ministro delle infrastrutture Toninelli lanciava il bonus monopattini. Il tutto in un contesto ambientale in cui le autorità foraggiavano una narrazione divisiva, accusando i cittadini “ribelli“, fossero runner della domenica su spiagge isolate o amanti della movida estiva, di essere gli “untori” del virus. Ricordate le polemiche sulla festa dei tifosi del Napoli per la vittoria della Coppa Italia o su Briatore per i contagi nei suoi locali in Sardegna? Il Governo scaricava le proprie responsabilità su terzi nel tentativo, pienamente riuscito, di dividere l’opinione pubblica fomentando paure esagerate rispetto all’entità del virus e incolpando cittadini assolutamente innocenti che agivano nel pieno rispetto delle regole.

Al centro delle attività della commissione parlamentare d’inchiesta ci saranno anche le anomalie nei movimenti della merce sanitaria tra l’Italia e gli altri Paesi del mondo: perché il ministro degli Esteri Di Maio inviò 18 tonnellate di mascherine e altri presidi sanitari alla Cina con un volo da Brindisi a Pechino partito il 6 febbraio, quando in Italia era già nota la carenza di questi strumenti fondamentali per combattere la pandemia? Su questo Fratelli d’Italia ha già ottenuto un grande risultato togliendo il segreto dei verbali della task force Covid dopo una lunga disputa con il ministero della Salute che non voleva fornire i contenuti di quei documenti.

Da quei documenti si evince come il Governo sapeva già che in Italia c’era una “disponibilità limitata” di mascherine quando decise di inviarle in Cina, lasciando senza il nostro Paese. E per mesi le autorità si affannarono a dire che “le mascherine non servono“, quando in realtà era esattamente il contrario. Lo facevano in cattiva fede? E quali erano i legami tra il governo italiano e quello cinese? La commissione di inchiesta parlamentare si occuperà anche di questo, e nelle intenzioni di Lega e Fratelli d’Italia andrà in fondo anche sulle anomalie della gestione della seconda parte della pandemia, quella sotto il governo Draghi legata alla campagna vaccinale e all’utilizzo del Green Pass.

In questo caso la commissione d’inchiesta approfondirà quanto accaduto con gli “open day” delle Regioni, per capire se le somministrazioni dei vaccini sono sempre state effettuate a regola, previ controlli sanitari di tutte le persone vaccinate. Il caso di Camilla Canepa, la 18enne morta dopo la vaccinazione a Genova, ha già acceso i riflettori su presunte irregolarità della campagna vaccinale e la commissione inevitabilmente dovrà fare chiarezza anche su questo. Così come sul Green Pass, venduto come lo strumento che “ci da la garanzia di ritrovarci tra persone non contagiate e quindi non contagiose” dal premier Draghi in persona, e poi rivelatosi non solo inutile ma persino controproducente, con gravissime discriminazioni – queste sì reali – nei confronti di milioni di cittadini italiani arbitrariamente esclusi dalla società senza alcun valido motivo scientifico. Gli italiani che ad oggi non si sono vaccinati sono 6 milioni 812 mila, compresi 2 milioni e 250 mila bambini under 11 che non erano soggetti a Green Pass. Gli over 12 che hanno resistito al ricatto rinunciando alle attività sociali per mesi sono stati quindi 4 milioni e 600 mila, ma molti altri si sono vaccinati controvoglia, letteralmente violentati dallo Stato soltanto per la necessità di andare a lavorare o a continuare ad avere una vita normale.

Nelle intenzioni del Governo c’è in modo particolare la necessità di fare piena luce sulle evidenze che hanno spinto il governo a rendere obbligatorio il Green Pass persino per le più basilari attività dei ragazzi, anche minorenni, come lo sport, contro ogni evidenza scientifica. Basti ricordare che gli stessi Meloni e Salvini hanno deciso di non vaccinare i loro figli e hanno pesantemente contrastato le modalità della campagna vaccinale in modo particolare sull’utilizzo del Green Pass come strumento obbligatorio per attività fondamentali nella vita quotidiana.

Commissione parlamentare d’inchiesta: cos’è e come funziona

La commissione parlamentare d’inchiesta è un organo parlamentare che si può attivare per indagine, conoscenza e approfondimento su questioni di pubblico interesse. La sua istituzione è prevista dall’articolo 82 della Costituzione e avviene tramite una legge dedicata (se bicamerale) o tramite una semplice risoluzione della camera interessata (se monocamerale), solitamente in casi gravi per effettuare indagini che affiancano, e mai sostituiscono, quelle della magistratura.

Le Commissioni parlamentari di inchiesta “non hanno il compito di giudicare, ma solo di raccogliere notizie e dati necessari per l’esercizio delle funzioni delle Camere”.

Le più recenti commissioni parlamentari d’inchiesta istituite in parlamento sono state quelle sulle morti di David Rossi e Giulio Regeni, e in passato anche sulla morte di i Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, sulla vicenda dell’uranio impoverito e su tante altre tragedie della storia d’Italia come il disastro del traghetto Moby prince, la tragedia del Cermis, gli infortuni sul lavoro e le mafie. Difficilmente la commissione parlamentare d’inchiesta porta direttamente a risultati giudiziari significativi, ma consente di mantenere alta l’attenzione su temi e argomenti che altrimenti sarebbero dimenticati e può stimolare la magistratura ad agire nei confronti dei responsabili qualora in parlamento dovessero emergere nuovi elementi. Una commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia di Covid-19, tuttavia, sarebbe una novità assoluta per la sua vicinanza storica rispetto ai fatti in questione, sulla loro forte connotazione politica e sulla mancanza, quasi totale, di parallele inchieste giudiziarie in essere anche perchè i presunti responsabili, secondo i partiti che la propongono, hanno ricoperto importantissimi incarichi istituzionali fino a poco tempo fa (alcuni, come Di Maio e Speranz,a addirittura fino a pochi giorni fa). Quindi l’impressione è che davvero, come ha già detto Matteo Renzi, su quanto accaduto in Italia nella gestione della pandemia, adesso che è cambiato il Governo “ne vedremo delle belle”. Quello che raccontavano come il “modello Italia”, poi frantumato di fronte all’evidenza dei dati (con le restrizioni più dure siamo il Paese con il più alto tasso di contagi e di mortalità), adesso verrà letterlamente passato ai raggi “x” per capire cosa c’era dietro scelte sin da subito apparse così estreme e fuori da ogni logica razionalità.

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