Covid, vaccini in scadenza: la distruzione è a carico dei contribuenti

Nel corso di una question time in tema di scadenza dosi di vaccino è emerso che la distruzione delle stesse è a carico dei contribuenti
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Il consigliere regionale Valerio Mancini, della Lega, nel corso del question time dell’Assemblea legislativa, ha avviato una discussione relativa alle “Informazioni in merito alle dosi di vaccino prossime alla scadenza e alle dosi di vaccino avviate alla distruzione“.

Il nostro Paese – ha spiegato Mancini – è tra quelli che più hanno vaccinato la popolazione, imponendo anche l’obbligo diretto per gli over 50 e quello indiretto e surrettizio legato al super green pass, ma non c’è la corsa alla terza e quarta dose e le scorte si accumulano, probabilmente anche in vista della fornitura di vaccini specifici contro le nuove varianti di Sars-CoV-2, come annunciato dai Ceo di Pfizer e Moderna, che arriveranno in autunno. Nei giorni scorsi la Regione Emilia-Romagna ha denunciato che 133.000 dosi di vaccino in dotazione alla medesima Regione andranno in scadenza tra giugno e agosto 2022; stesso grido d’allarme è stato lanciato dalla Regione Sardegna e il problema sembra accomunare tutte le Regioni.

Il rischio di scadenza di migliaia di dosi è già stato in parte evitato nei mesi scorsi quando Aifa, su suggerimento della casa farmaceutica Pfizer-Biontech, ha esteso il periodo di validità dai precedenti sei agli attuali nove mesi per i vaccini ormai prossimi a scadenza e per i quali, rispetto all’etichetta con la vecchia data, sono già stati aggiunti tre mesi di validità. E’ quindi necessario capire se la Regione è in possesso di dosi di vaccino prossime alla scadenza e, in tal caso, qual è il loro numero, nonché il numero delle dosi inviate a distruzione perché scadute prima che potessero essere inoculate”.

La risposta di Luca Coletto

L’assessore Luca Coletto ha risposto che “si tratta in effetti di costi sostenuti dai contribuenti. L’estensione della validità dei vaccini viene stabilita dall’Ema, che pubblica la relativa documentazione sul sito istituzionale. Le dosi consegnate all’Umbria sono 2 milioni 154mila, quelle utilizzate sono 1,8 milioni. Le dosi in giacenza sono 304mila 470, quelle scadute 44.764 e quelle smaltite 12.660“. Mancini ha replicato evidenziando che “la popolazione umbra ha ricevuto tre volte il fabbisogno vaccinale. Ci sono 304mila dosi a disposizione. Come Amministrazione regionale, come possiamo far capire alla magistratura contabile che buttiamo via 304mila dosi di farmaci pagati dal popolo italiano e che non sono utilizzabili? Si tratta di milioni di euro che rischiano di essere sprecati. La colpa non e’ delle case farmaceutiche ma della gestione sanitaria nazionale“.

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