La Crimea è nel panico dopo l’esplosione sul ponte di Kerch provocata stamani da un attacco dell’Ucraina in pieno territorio russo. Il ponte di Kerch, infatti, non collega la Crimea all’Ucraina ma sorge dall’altro lato, alla frontiera con la terraferma russa. I circa 2 milioni di abitanti della penisola annessa alla Russia nel 2014 hanno cominciato a fare incetta di cibo e carburante. E’ quanto ha detto Refat Chubarov, capo del Majils dei Tatari di Crimea, organo rappresentativo dei tatari messo al bando dai russi dopo l’occupazione della penisola nel 2014. “I prodotti da forno sono stati spazzati via dagli scaffali in mattinata, farina e cereali vengono comprati in sacchi da massimo 3 kg a persona. Non sappiamo se è vi è stato un’ordine centralizzato delle autorità. Non abbiamo immagini di quanto accade. Le code più lunghe sono ai distributori di benzina“, ha detto Chubarov a Ukrainska Pravda.
A Kerch, racconta, si è formata una lunga fila di persone che sperano di lasciare la penisola in traghetto, ma dopo due ore non ne era arrivato nessuno. In precedenza, Kyiv Independent aveva riferito che le autorità di Sebastopoli, il porto della Crimea dove è basata la flotta russa del mar Nero, avevano annunciato stamattina il razionamento di cibo e benzina. Ma il governatore filorusso della città, Mikhail Razvozhaev, ha revocato l’annuncio dopo un’ora affermando che non c’è rischio di penuria. Nel pomeriggio le autorità della Crimea occupata hanno annunciato una parziale riapertura del ponte che collega la penisola alla Russia, limitata ad automobili e autobus. Ma la linea ferroviaria sul ponte rimane inagibile e i camion dovranno usare i traghetti. Il grave danneggiamento del ponte dovrebbe avere un forte impatto negativo sul rifornimento di cibo e carburante per la Crimea e le truppe russe impegnate nella guerra in Ucraina.
In Crimea si trovano inoltre più di 50mila i turisti russi che sono bloccati e avranno difficoltà a tornare a casa dopo l’esplosione di oggi sul ponte di Kerch, che collega la penisola alla Russia. Il dato viene fornito dall’associazione degli operatori turistici russi. Le autorità filorusse della Crimea occupata hanno annunciato che il traffico per auto e autobus è ripreso nel pomeriggio, ma non è chiaro fino a che punto. Sono stati anche annunciati servizi di traghetto. Già ad agosto, l’esplosione che aveva distrutto la base aerea di Saki in Crimea, aveva portato ad una fuga dalla penisola di turisti russi che si erano illusi di poter ignorare la guerra con l’Ucraina. Allora erano apparse immagini di code di automobili sul ponte di Kerch, in direzione dalla Russia.