Al vertice straordinario dei ministri dell’Eneriga a Brxuelles è andata “molto meglio di quello che io stesso potessi pensare ventiquattr’ore prima“, e con i colleghi di Germania, Francia, Spagna, Polonia e Belgio c’è stata una riunione “utile, ci siamo parlati con grande franchezza. Abbiamo messo da parte gli argomenti un po’ pretestuosi, come quando qualcuno diceva che non si poteva mettere un tetto al prezzo del gas alla borsa di Amsterdam per non interferire con i meccanismi del mercato“. Lo dice, al ‘Corriere della Sera’, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nello spiegare come “ci siamo trovati tutti d’accordo che il Ttf di Amsterdam non funziona bene per determinare i prezzi delle vendite all’ingrosso. Il Ttf è dominato dagli effetti speculativi, non riflette l’equilibrio fra domanda e offerta“.
A Bruxelles, continua il ministro, “sono emerse le preoccupazioni vere e si è capito che non sono uguali per tutti. La maggior parte dei Paesi, Italia inclusa, hanno soprattutto un problema sul prezzo: anche perché abbiamo chiari limiti di bilancio nel mitigarlo con l’intervento pubblico. Loro, i tedeschi, sono più preoccupati che ci sia un problema di scarsità. Temono che un tetto al prezzo su tutti i fornitori crei scarsità di gas e loro restino un po’ a corto. Va riconosciuto che, a differenza dell’Italia, la Germania è poco interconnessa via gasdotto con fornitori diversi dalla Russia“. Quanto al rapporto con il collega tedesco Robert Habeck, “ci siamo spiegati con grande lealtà. E credo che ci siamo capiti. Robert è una persona aperta a confrontarsi e collaborare, non è uno che si chiude solo perché la Germania è economicamente e finanziariamente più forte. A lui ho detto che non aveva senso non far niente sul problema che c’è, quello del prezzo eccessivo, solo perché ci preoccupiamo di un problema di scarsità che potrebbe esserci domani“, conclude Cingolani.