La lezione di Giorgia Meloni sul Covid: dall’approccio ideologico a quello scientifico

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni oggi pomeriggio ha illustrato in conferenza stampa il nuovo approccio del Governo sulla pandemia: "basta ideologia, adesso solo scelte su evidenze scientifiche certe"
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Si toglie qualche sassolino dalla scarpa sulla gestione del Covid il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri odierno. Dimostrando una particolare e approfondita conoscenza scientifica del tema epidemiologico, il premier ha risposto alla domanda dei giornalisti su come il nuovo governo intende gestire eventuali recrudescenze del virus e su cosa significasse la discontinuità rispetto ai governi precedenti.

La risposta di Giorgia Meloni è stata esemplare sotto il profilo tecnico-scientifico. Inizialmente il premier ha fatto riferimento ad “esponenti dell’opposizione che oggi sui giornali dicevano che il ministro Orazio Schillaci non capirebbe molto di sanità pubblica“, evidentemente riferendosi all’intervista del virologo Crisanti, diventato famoso grazie alla pandemia ed eletto senatore del Pd, che oggi sul Corriere della Sera ha detto che “il ministro Schillaci non capisce nulla di salute pubblica”. Giorgia Meloni ha detto: “è un po’ curioso che qualcuno che è medico nucleare, membro dell’Istituto Superiore di Sanità, Preside della Facoltà di Medicina etc. etc. etc. capisca di sanità meno di Ministri che noi abbiamo avuto, massimo rispetto, in questi anni ma che non erano della materia. E la ragione per la quale io ho voluto una persona così preparata su questa materia è che il tema della salute, il tema del Covid, il tema della scienza non si affronta con un approccio ideologico. Si affronta con un approccio serio che tenga conto quando si prendono i provvedimenti di quali siano le evidenze scientifiche a supporto di quei provvedimenti. Quello che io contesto della gestione precedente è che ci sono stati un’infinità di provvedimenti presi dai governi precedenti che non avevano alla base alcuna evidenza scientifica, e poiché si riferivano alla contrazione delle libertà personali e di temi che sono molto molto seri nel nostro ordinamento costituzionale e per la nostra civiltà, io credo che questo non si possa replicare“.

Quindi noi procederemo valutando le scelte che faremo in base alle cose che sono realmente efficaci, facendo un’informazione molto più chiara di quella che è stata fatta in passato perché in Italia è stata fatta una confusione che non s’è vista in nessun altro posto al mondo, e lavoriamo molto sulla responsabilizzazione dei cittadini che è proprio figlia di un’informazione molto chiara. Quello che ho detto in aula e rivendico è che l’Italia è la Nazione dell’occidente che ha preso, nel contrasto al Covid, i provvedimenti più restrittivi in assoluto e contemporaneamente è una delle nazioni che vantano i più alti tassi di letalità e di mortalità da Covid. Qualcosa non ha funzionato, e quindi bisogna ragionare in maniera diversa. Secondo me non ha funzionato che a un certo punto il Covid è diventata una materia da campagna elettorale con un approccio molto ideologico, e questo non ci ha aiutato a prendere i provvedimenti migliori. E chiunque si permettesse di fare delle valutazione su cose che non erano basate su evidenze scientifiche veniva tacciato di essere un mostro, ma nessuno gli rispondeva mai nel merito. Non sono arrivate le risposte, ma sono arrivati i risultati che non sono stati buoni. Quindi con noi è l’approccio che cambia, valutando di volta in volta qual è il tasso non solo di contagio ma anche di letalità e mortalità, e faremo valutazioni su questa base“, ha concluso Meloni.

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