“Sono assolutamente entusiasta di questo riconoscimento, i vincitori hanno posto le basi per una serie di lavori che ci permettono di aggiungere conoscenze dalla portata applicativa estremamente vasta“. Con queste parole Maria Bondani, ricercatrice dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifn) e docente presso l’Università degli studi dell’Insubria, commenta l’assegnazione del Premio Nobel per la Fisica ad Alain Aspect, John F. Clauser e Anton Zeilinger.
La Royal Swedish Academy of Sciences ha premiato il trio “per gli esperimenti con fotoni entangled, che hanno stabilito la violazione delle disuguaglianze di Bell e hanno aperto la strada alla scienza dell’informatica quantistica”.
“Sono stati pionieri della meccanica quantistica – afferma Bondani – i loro esperimenti sono stati di una difficoltà e di una sofisticazione concettuale e tecnologica davvero impressionanti. I vincitori di quest’anno, dei fisici sperimentali, hanno studiato i processi che sono alla base di molte tecnologie quantistiche che oggi ci permettono, per fare solo qualche esempio, di scambiare chiavi crittografiche in modo sicuro o di effettuare misure ultraprecise”.
Il lavoro di Aspect, Clauser e Zeilinger ha permesso inoltre di progettare computer quantistici, in grado di svolgere compiti e ottenere risultati che sarebbero impossibili con altre tecnologie. “La meccanica quantistica è la migliore teoria fisica di cui disponiamo – commenta ancora Bondani – che ci permette ad esempio di utilizzare orologi quantistici precisi al milionesimo di miliardesimo di secondo. L’importanza di questa precisione può non essere immediata, ma in realtà ci sono moltissime applicazioni pratiche: si pensi, ad esempio, al navigatore satellitare. La capacità di distinguere la posizione di pochi metri potrebbe sembrare di poco conto, ma la luce impiega tempi ristrettissimi a percorrere distanze notevoli, per cui in questi aspetti tecnologici la precisone è necessaria per un prodotto utile. Non rischiamo di sbagliare strada o di finire in un burrone proprio grazie a questa precisione”.
I Nobel in Fisica di quest’anno hanno quindi aperto la strada a una serie di campi applicativi. “Le tecnologie che oggi sono possibili grazie al lavoro di Aspect, Clauser e Zeilinger – conclude la docente – ci permettono anche di studiare il comportamento di sistemi fisici complessi. Possiamo immaginare nuove molecole, capire il loro comportamento, valutare la struttura di nuovi materiali. Si tratta di un enorme campo di possibilità. Credo che questo Nobel sia più che meritato, sono davvero entusiasta di questo riconoscimento“.