“Un abbraccio cosmico da Premio Nobel”: il ricordo dell’INAF con Anton Zeilinger

L'INAF ricorda l'esperimento guidato da Anton Zeilinger nel 2018 per dimostrare il fenomeno dell'entanglement, nel quale è stato utilizzato anche il Telescopio nazionale Galileo
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Il Premio Nobel per la Fisica 2022 è stato assegnato al francese Alain Aspect, all’americano John F. Clauser e all’austriaco Anton Zeilinger, “pionieri della rivoluzione nell’informatica e nelle comunicazioni con i loro esperimenti sul fenomeno chiamato entanglement, una sorta di “intreccio” o “abbraccio a distanza” tra particelle, anche lontanissime. In una coppia di particelle entangled, tutto ciò che accade all’una interessa anche l’altra, indipendentemente dalla loro distanza. Questi studi hanno spianato la strada all’informatica quantistica, rendendo possibile la costruzione di potenti e velocissimi computer, misure sempre più precise e crittografia a prova di hacker”, si legge in un articolo pubblicato su Media INAF.

“I tre ricercatori dividono in parti uguali il prestigioso riconoscimento, poiché le loro ricerche hanno contribuito nella stessa misura a perfezionare esperimenti che si sono rivelati decisivi per trasformare la fisica quantistica da disciplina astratta in uno strumento concreto con molteplici applicazioni nel campo dell’informazione, del calcolo e delle comunicazioni”, viene spiegato dall’INAF.

Ennio Poretti, attuale direttore del Telescopio nazionale Galileo (Tng) dell’INAF ricorda quando, nel 2018, Zeilinger ha condotto con successo un importante esperimento per dimostrare il fenomeno dell’entanglement quantistico utilizzando anche il Tng, sulle isole Canarie. Nel test, Zeilinger ha utilizzato i fotoni provenienti da sorgenti astronomiche lontanissime: i quasar.

esperimento entanglement zeilinger 2018
Il team che nel 2018 ha realizzato l’esperimento sull’entanglement utilizzando due quasar distanti, davanti al fotometro a due canali montato al Telescopio nazionale Galileo dell’Inaf, sulle isole Canarie. Da sinistra a destra: C. Leung, A. Ghedina, D. Rauch, J. Handsteiner, E. Molinari, C. Benn, A. Zeilinger, A. Hochrainer, M. Cecconi. Crediti: Adriano Ghedina / Inaf-Fgg

“In questo esperimento, il Tng e il vicino William Herschel Telescope (Wht), entrambi situati presso l’Osservatorio di Roque de Los Muchachos a La Palma, Isole Canarie, hanno osservato due quasar lontani circa 12 e 8 miliardi di anni luce da noi, in due diverse direzioni nel cielo. Ciascun telescopio era dotato di un fotometro a due canali, con un filtro ottico che divideva la luce dei quasar tra fotoni più rossi e più blu. La luce proveniente dai due quasar, cadendo casualmente su uno dei canali del fotometro, è stata usata come “generatore cosmico” di numeri casuali per controllare, in maniera il più possibile indipendente,  il sistema di riferimento su cui misurare la polarizzazione di coppie di fotoni “abbracciate” – entangled – generate da un laboratorio mobile all’esterno del Nordic Optical Telescope, sito anch’esso a La Palma. Questi fotoni venivano poi inviati verso due stazioni riceventi, una vicino al Tng e l’altra vicino al Wht, per misurare la polarizzazione individuale di ciascuno dei due fotoni entangled come deciso dalle fluttuazioni della luce del rispettivo quasar”, spiega l’INAF.

«Difficile immaginare che l’esperimento effettuato nei primi giorni del 2018 all’Osservatorio del Roque de Los Muchachos (Orm) avrebbe avuto a distanza di pochi anni una così grande importanza nell’assegnazione del Premio Nobel per la Fisica al Prof. Anton Zeilinger. In quei giorni lo staff del Telescopio nazionale Galileo (Tng) era in fermento», ricorda Ennio Poretti, attuale direttore del Tng. «Unitamente al William Herschel Telescope, il Tng era pronto per osservare due quasar posti in direzioni opposte nel cielo. La loro luce doveva essere usata come la sorgente generatrice di numeri casuali più indipendente possibile. Formatasi in un’epoca molto prossima al Big Bang iniziale, la loro luce non aveva avuto la possibilità di interagire. Quando i fotoni entangled generati dall’apparato posto all’Orm erano in viaggio verso i rivelatori, la luce dei quasar raccolta dai due fotometri collocati al Tng e al Wht decideva quali misure effettuare. Questo è stato il ruolo cruciale delle osservazioni astronomiche. I risultati dell’esperimento – prosegue Poretti – hanno confermato le aspettative della meccanica quantistica, che prevedeva la violazione della cosiddetta Bell inequality fra i fotoni entangled, al contrario dei modelli classici. Il merito dell’apparato costituito all’Orm è stato quello di fornire tali risultati con un alto grado di significatività. Dopo aver allineato le ottiche del telescopio, lo staff del Tng ha installato il fotometro dell’esperimento del Prof. Zeilinger a uno dei fuochi Nasmyth e lo ha collegato alla stazione ricevente sul ponte di accesso. Un esperimento di poche ore si è così rivelato decisivo nello scrivere un’importante pagina della meccanica quantistica».

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