Una tempesta solare potrebbe mettere fuori uso Internet? Se sì, quanto è probabile che accada?
Ebbene sì, potrebbe accadere, ma ci vorrebbe una gigantesca tempesta solare. “Servirebbe davvero un grande evento, il che non è impossibile,” ha dichiarato a Live Science Mathew Owens, fisico solare dell’Università di Reading nel Regno Unito. “Penso che sia più probabile metta fuori uso le reti elettriche“. In realtà, questo fenomeno è già avvenuto su scala ridotta.
Le tempeste solari, fenomeno che rientra nel meteo spaziale, si verificano quando il Sole rilascia un’intensa esplosione di radiazione elettromagnetica. Questo disturbo emette onde di energia che viaggiano verso l’esterno, colpendo altri corpi nel Sistema Solare, inclusa la Terra. Quando le onde elettromagnetiche interagiscono con il campo magnetico terrestre, determinano precisi effetti.
Innanzitutto fanno fluire correnti elettriche nell’atmosfera superiore della Terra, riscaldando l’aria “proprio come una coperta elettrica,” ha spiegato Owens. Queste tempeste geomagnetiche possono creare bellissime aurore che appaiono sulle regioni polari, ma possono anche interrompere i segnali radio e il GPS. Inoltre, quando l’atmosfera si riscalda, si “gonfia”, aggiungendo ulteriore resistenza per i satelliti in orbita terrestre bassa e mandando fuori rotta pezzi più piccoli di spazzatura spaziale.
Un’altra conseguenza del meteo spaziale è più “terrestre”. Mentre potenti correnti elettriche fluiscono attraverso l’alta atmosfera del nostro pianeta, inducono potenti correnti che fluiscono anche attraverso la crosta. Ciò può interferire con i conduttori elettrici posti sopra la crosta, come le reti elettriche, il network di linee di trasmissione che trasportano l’elettricità dalle centrali elettriche alle case e agli edifici. Il risultato sono interruzioni di corrente localizzate che possono essere difficili da risolvere: uno di questi eventi ha colpito il Québec il 13 marzo 1989, provocando un blackout di 12 ore, secondo la NASA. Più recentemente, un brillamento solare ha messo fuori combattimento 40 satelliti Starlink.
Fortunatamente, mettere fuori gioco alcuni satelliti Starlink non è sufficiente per impedire l’accesso globale a Internet. Per distruggere completamente Internet, una tempesta solare dovrebbe interferire con i cavi in fibra ottica ultra lunghi che si estendono sotto gli oceani e collegano i continenti. Ogni 50-145 km, questi cavi sono dotati di ripetitori che aiutano a potenziare il loro segnale mentre viaggia. I cavi stessi non sono vulnerabili alle tempeste geomagnetiche, ma i ripetitori lo sono. Inoltre, se un ripetitore si spegne, potrebbe essere sufficiente per mettere fuori uso l’intero cavo e se un numero sufficiente di cavi andasse offline, potrebbe causare una “apocalisse di Internet“.
Un blackout globale di Internet sarebbe potenzialmente catastrofico: interromperebbe qualsiasi cosa, dalla catena di approvvigionamento al sistema medico, il mercato azionario, la capacità di base delle singole persone di lavorare e comunicare.
Ci sono alcuni modi per proteggere Internet dalla prossima mega tempesta solare. Il primo è quello di mettere al riparo le reti elettriche, satelliti e cavi sottomarini contro il sovraccarico dell’afflusso di corrente, prevedendo dispositivi di sicurezza per chiudere strategicamente le reti durante l’ondata di tempesta solare.
Il secondo modo, meno costoso, sarebbe elaborare un metodo migliore per prevedere le tempeste solari a lungo termine.
Possiamo prevedere le tempeste solari?
Le tempeste solari sono notoriamente difficili da prevedere. In parte, possono essere “molto difficili da individuare,” ha spiegato Owens. “Mentre il meteo spaziale va avanti da migliaia di anni, la tecnologia che ne è influenzata esiste solo da pochi decenni“.
La tecnologia attuale può prevedere le tempeste solari fino a due giorni prima che colpiscano la Terra in base all’attività delle macchie solari, macchie nere sulla superficie del Sole che indicano aree ad alta attività del plasma. Gli scienziati però non possono monitorare le tempeste solari come fanno con gli uragani. Invece, si avvalgono di altri indicatori, come il ciclo solare. La NASA e l’Agenzia Spaziale Europea stanno attualmente cercando modi per effettuare tali previsioni utilizzando una combinazione di dati storici e osservazioni più recenti.
Il Sole attraversa cicli di circa 11 anni di attività, e il suo prossimo picco, noto come massimo solare, dovrebbe essere intorno al 2025. Tuttavia, i recenti massimi solari sono stati relativamente blandi, portando gli scienziati a sospettare che il nostro Sole possa trovarsi in un periodo prolungato di minore attività. “Il Sole è stato abbastanza calmo dagli anni ’90,” ha spiegato Owens.
L’ultima tempesta geomagnetica mondiale (almeno mai registrata) è il cosiddetto “Evento Carrington” del 1859, durante il quale sono state osservate aurore fino a Cuba e Honolulu, nelle Hawaii. Se Internet fosse esistito durante quell’evento, probabilmente si sarebbero registrate brusche e diffuse interruzioni.