In Europa, le temperature dell’inverno saranno più miti rispetto a quelle degli ultimi anni. Tuttavia, il continente potrebbe sperimentare una significativa ondata di freddo nel mese di dicembre. È quanto emerge dall’aggiornamento dei modelli climatici stagionali elaborati da Copernicus, il programma europeo di osservazione satellitare. Secondo tali previsioni, in Europa le temperature saranno al di sopra della media stagionale nel periodo tra dicembre e febbraio.
C’è una probabilità del 50-60% che le temperature nella regione mediterranea saranno più alte rispetto alla media stagionale, rilevano gli esperti. Nel resto d’Europa c’è una probabilità del 40-50% che le temperature siano significativamente sopra le medie storiche.
Per quanto riguarda le precipitazioni, saranno “da neutre a leggermente al di sotto della norma”, hanno affermato gli esperti.
Possibile forte ondata di freddo a dicembre
I Paesi europei continuano a riempire i loro depositi di gas naturale con un occhio al clima, nella speranza che non sia troppo rigido e permetta così di superare la stagione di riscaldamento invernale senza troppi problemi. Gli analisti hanno affermato che dovrebbe esserci abbastanza gas per un inverno normale, ma se le temperature scendono, i Paesi potrebbero essere costretti a razionare l’accesso al gas, colpendo industrie e posti di lavoro.
Se le previsioni per la stagione invernale indicano in generale temperature miti, esiste una “possibilità più alta del solito“ che l’Europa subisca una significativa ondata di freddo prima di Natale. Lo ha dichiarato a POLITICO Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service presso il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (ECMWF). La possibilità di un’ondata di freddo quest’anno – molto probabilmente a dicembre – rimane “molto reale”, ha detto Buontempo.
La previsione del clima invernale all’inizio dell’autunno è irta di incertezze e i fattori chiave che potrebbero influenzare le condizioni, in particolare a gennaio e febbraio, “non sono ancora in gioco“, ha affermato Buontempo. Ma i governi europei che si preparano al primo inverno della crisi energetica dovrebbero comunque essere attenti alla possibilità di un’ondata di freddo pre-natalizio che eserciterebbe ulteriore pressione sulla ridotta fornitura di gas del continente.
“Stiamo uscendo da una calda estate. Sappiamo che gli inverni stanno diventando più miti. Quindi potremmo essere inclini a pensare che sarà un inverno mite e non dobbiamo preoccuparci“, ha detto Buontempo. “Potrebbe benissimo essere così, ma le previsioni che pubblichiamo oggi (13 ottobre, ndr) e la nostra comprensione di come funziona il sistema climatico ci portano a suggerire che in realtà c’è ancora la possibilità di un’ondata molto fredda e quest’anno quella possibilità – prima di Natale – è più alta che in un anno normale”.
Un’ondata di freddo sarebbe collegata a un cosiddetto “evento di blocco“, quando l’alta pressione persistente porta venti orientali “anomali” e temperature più fredde in Europa. Attualmente, le condizioni climatiche indicano che la probabilità che si verifichi un tale evento è leggermente superiore al normale.
Se l’attuale pattern meteorologico di La Niña di temperature della superficie del mare più fresche della media nel Pacifico equatoriale persiste fino al nuovo anno – cosa che non può ancora essere prevista con certezza – in genere significherebbe una seconda metà dell’inverno più mite. Un altro fattore chiave nel determinare il clima di gennaio e febbraio – ossia il vortice polare – non è ancora stato stabilito, rendendo impossibile qualsiasi previsione definitiva su questo periodo.
Buontempo ha affermato che è importante che i governi europei utilizzino il più possibile i dati esistenti sulle condizioni climatiche e sui probabili pattern meteorologici, non solo per pianificare le ondate di freddo, ma anche per prevedere potenziali periodi di vento debole e scarse precipitazioni che potrebbero avere un impatto sulla produzione di energia rinnovabile. “Abbiamo un’enorme quantità di dati liberi e aperti disponibili“, ha affermato Buontempo. “Dobbiamo usarli correttamente perché è diventato così strategicamente importante”.
Le previsioni di Copernicus contengono ancora incertezze e i mercati energetici in genere prestano molta attenzione alle previsioni a lungo termine di novembre poiché, a quel punto, è in gioco la maggior parte dei principali fattori che modellano i pattern meteorologici per la seconda parte dell’inverno, ha concluso Buontempo.