I risultati emersi dallo studio condotto dal centro ricerche Cias dell’Università di Ferrara sulle metropolitane dell’Atm (Azienda Trasporti Milanesi) confermano che la sanificazione Pchs, eseguita con detergenti ecosostenibili a base di batteri probiotici, anche in ambienti chiusi e molto affollati come le metro, produce risultati eccellenti in termini di abbattimento delle potenziali infezioni, non solo nelle strutture ospedaliere, ma anche nei mezzi di trasporto pubblico. È quanto emerso nel corso del convegno, organizzato da Copma e Fulgens Italia, “Mobilità, sicurezza dei passeggeri, sostenibilità ambientale: l’innovativo sistema di sanificazione pchs®”, che si è svolto oggi a palazzo Giureconsulti a Milano.
Obiettivo della ricerca era testare i vantaggi dell’innovativo sistema di sanificazione PCHS (Probiotic Cleaning Hygiene System) con l’obiettivo di verificarne l’efficacia sia in funzione anti Covid-19, sia per il controllo della contaminazione microbica da agenti patogeni resistenti agli antibiotici, già sperimentato nel corso dell’ultimo decennio dalle università di Ferrara, Roma (Cattolica), Udine, Milano (Bocconi), Messina e Trieste.
Dai dati raccolti emerge che in Italia ci sono poco meno del 30% delle vittime europee per infezioni ospedaliere e le attuali tecniche di sanificazione con materiali chimici garantiscono una copertura di appena un’ora, si legge nel report. “Ecco perché l’utilizzo di nuove tecniche innovative ed ecosostenibili può e deve essere percorsa e agevolata dal regolatore”, affermano gli esperti.
Nel suo intervento introduttivo Walter Ricciardi, Professore ordinario d’Igiene e Medicina Preventiva presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha sottolineato che “Come Camus scriveva nel suo “La peste”, l’uomo è più forte della pandemia a patto che si difenda, invece che, con comportamenti scorretti, favorire i virus, o nella lotta all’antimicrobico resistenza, con i batteri. Questo studio è molto importante per i tempi che stiamo vivendo. Siamo in modo evidente alla vigilia dell’ottava ondata pandemica. Per difenderci abbiamo grandi strumenti: vaccini, mascherine e processi di sanificazione efficienti, come questo presentato oggi con dati entusiasmanti. E contro la resistenza agli antibiotici dobbiamo fare di più. Serve un approccio One health, un corretto uso dei farmaci, un’organizzazione più attenta e capace di misurare gli strumenti innovativi in campo. Il Pchs ha mostrato risultati molto positivi. Il decisore deve essere messo nelle condizioni di poterne usufruire. La lotta ai batteri resistenti vede l’Italia molto attardata. Non c’è tempo da perdere”.
A presentare i dati della ricerca condotta sui mezzi di trasporto Atm di Milano è stata la prof.ssa Elisabetta Caselli (Dip. Sc. Chimiche, Farmaceutiche e Agrarie, CIAS research center, Università degli Studi di Ferrara), che ha riassunto per prima cosa i risultati di diverse ricerche condotte sull’utilizzo del Pchs in ambiente ospedaliero: “abbiamo 4 milioni di pazienti in Europa che si prendono infezioni negli ospedali e di questi circa 33mila ogni anno perdono la vita, ben 10mila soltanto in Italia. La sperimentazione dimostra come uno dei limiti dell’utilizzo dei disinfettanti chimici, oltre all’alto impatto ambientale, sia la durata dell’azione temporanea (di 30-60 minuti), e la selezione di specie sempre più resistenti ai farmaci antibiotici“.
“L’uso della sanificazione Pchs, invece, porta ad un dimezzamento del tasso di incidenza delle infezioni, un enorme calo pari al 60% di consumo di antibiotici e dei conseguenti costi per le terapie”. Secondo i dati elaborati dalla Bocconi, osserva la Caselli, “con l’uso di strumenti di sanificazione probiotica diminuiscono del 48% le infezioni, del 41% le infezioni severe e si è stimato un risparmio quantificato in 14 milioni di euro solo per il trattamento delle infezioni ospedaliere. Non solo, abbiamo provato questo sistema sui virus inviluppati, come il SARS-CoV-2, per verificare l’attività antivirale: il pchs inattiva il 90% di tutti i virus con inviluppo in un’ora, ed è in grado di prevenire fino a 24 ore una successiva contaminazione“. Numeri “straordinari” confermati anche dalla sperimentazione sulle metropolitane di Milano dove “il pchs può rappresentare un sistema efficace per un ambiente più sano, privo di patogeni e virus, senza peggiorare i problemi legati all’inquinamento e all’antibiotico resistenza”.
La sperimentazione sui mezzi pubblici di Milano è un motivo di vanto per i rappresentanti istituzionali del Comune e della Regione, intervenuti al convegno: “quello della sanificazione – ha dichiarato Arianna Censi, Assessora alla Mobilità del Comune di Milano – è un tema che riguarda la qualità la sostenibilità e la competitività di un Paese. Oggi la sfida si gioca sul miglioramento del contesto qualitativo in cui viviamo. Da questo punto di vista Milano è una città che punta sull’innovazione e sulla sperimentazione e, quindi, applicare gli elementi più innovativi della prevenzione e della sicurezza nei luoghi della mobilità garantisce il massimo della protezione e aumenta la qualità dell’aria e del contesto di vita delle città”.
“Se c’è un’azienda italiana di Ferrara che ha testato e messo in campo un sistema di sanificazione così importante, che può avere ricadute decisive in tanti settori come gli ospedali, penso che sia un dovere delle Amministrazioni e degli Enti Locali approfondire queste opportunità e dotarsene“, ha aggiunto Stefano Bolognini, Assessore allo Sviluppo Città metropolitana, Giovani e Comunicazione di Regione Lombardia.
“Grazie al risultato di queste ricerche il Pchs si conferma un sistema innovativo e sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, nel campo della sanificazione che oltre ad ospedali e trasporto pubblico può portare il suo grande contributo nelle scuole, negli hotel e in tutti quegli spazi nei quali il tasso di affollamento e quindi la possibilità di diffusione dei virus e batteri è alto e necessitano di sanificazioni efficaci e durature nel tempo”, afferma Filippo Barbieri, direttore innovazione e sviluppo COPMA.