Secondo una recente simulazione computerizzata, eseguita da un team di scienziati militari cinesi, un’esplosione nucleare potrebbe produrre una nube radioattiva su una regione delle dimensioni dello Stato di New York, disabilitando o mettendo fuori uso i satelliti in orbita vicino alla Terra (near-Earth).
Il South China Morning Post riporta che i ricercatori del Northwest Institute of Nuclear Technology con sede a Xian hanno creato un modello in grado di valutare le prestazioni di missili nucleari anti-satellite a varie altitudini.
Secondo i risultati del modello, una testata da 10 megatoni, relativamente debole per gli standard odierni, può rappresentare una grave minaccia per i satelliti in caso di esplosione a un’altitudine di 80 km.
Il fisico nucleare Liu Li e colleghi hanno previsto che l’esplosione potrebbe produrre una nube con una forma simile a una pera capovolta e convertire le molecole d’aria in particelle radioattive. I risultati sono stati pubblicati il 15 ottobre su Nuclear Techniques.
La nuvola potrebbe coprire più di 140mila km quadrati in soli 5 minuti e salire a un’altitudine di circa 500 km. “La forte radiazione residua potrebbe causare guasti ai veicoli spaziali che si muovono al suo interno, come i satelliti, o addirittura causare danni diretti che possono portare alla distruzione,” hanno affermato i ricercatori.
L’uso di bombe nucleari contro i satelliti è stato oggetto di diversi modelli computerizzati, ma la maggior parte di queste simulazioni, secondo il team di Liu, si è concentrata su un’esplosione che si verifica nello Spazio. A causa dell’assenza di aria, un’esplosione spaziale non genererebbe una grande nube. La maggior parte delle particelle ad alta energia prodotte dall’evento verrebbero intrappolate dal campo magnetico terrestre e si diffonderebbero come una cintura di radiazioni, mettendo in pericolo vari veicoli spaziali. Ciò potrebbe rendere eccessivamente rischioso e inefficace l’utilizzo di bombe nucleari per distruggere i satelliti.
Secondo Liu, un’esplosione molto vicina allo Spazio produrrebbe una nube con una massa totale molto più alta della bomba stessa a causa delle molecole d’aria presenti nell’atmosfera terrestre. “A causa dell’elevata concentrazione di prodotti di fissione all’interno della nube, i raggi gamma e le particelle beta rilasciati sarebbero forti, rendendo ancora più forti i loro effetti sui veicoli spaziali e sulle comunicazioni all’interno dell’area colpita,” ha scritto il team di Liu.
La nube si alzerebbe verso l’alto a una velocità fino a 2,3 km/s subito dopo l’esplosione, creando un’enorme trappola per i satelliti bersaglio. Secondo la simulazione, la maggior parte delle molecole d’aria ricadrebbe sulla Terra invece di rimanere in orbita, eliminando l’effetto della cintura di radiazioni e riducendo drasticamente il rischio per altri satelliti o veicoli spaziali.
La Cina contro Starlink
Secondo una ricerca militare cinese pubblicata a maggio, il network di comunicazione Starlink di SpaceX potrebbe rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale della Cina, ed è stato raccomandato lo sviluppo di strumenti per disattivarli o metterli fuori uso. Alcuni bersagli di alto valore potrebbero essere eliminati con difese convenzionali come i missili anti-satellite, ma le operazioni di Starlink non sarebbero influenzate se alcuni satelliti a basso costo venissero persi.
Pertanto, alcuni accademici cinesi hanno suggerito di attaccare un piccolo numero di obiettivi scelti con cura che potrebbero causare detriti spaziali. I detriti interromperebbero la rete Starlink entrando in collisione con altri satelliti nella stessa orbita e producendo più detriti. Sarebbe però difficile tenere la spazzatura spaziale lontana da satelliti utili.
Uno scienziato cinese ha affermato che la simulazione non implica che la Cina utilizzerà un’arma del genere.