La missione EMIT (Earth Surface Mineral Dust Source Investigation) della NASA sta mappando la prevalenza di minerali chiave nei deserti produttori di polvere del pianeta, informazioni che miglioreranno la nostra comprensione degli effetti della polvere sospesa nell’aria sul clima. L’EMIT ha però dimostrato un’altra capacità cruciale: rilevare la presenza di metano, un potente gas serra.
Nei dati raccolti dallo strumento, da quando è stato installato sulla Stazione Spaziale Internazionale a luglio, il team scientifico ha identificato più di 50 “super-emettitori” in Asia centrale, Medio Oriente e Stati Uniti sudoccidentali. I super-emettitori sono strutture, attrezzature e altre infrastrutture, tipicamente nei settori dei combustibili fossili, dei rifiuti o dell’agricoltura, che emettono metano a tassi elevati.
“Il contenimento delle emissioni di metano è la chiave per limitare il riscaldamento globale. Questo nuovo entusiasmante sviluppo non solo aiuterà i ricercatori a individuare meglio da dove provengono le perdite di metano, ma fornirà anche informazioni su come gestirle rapidamente,” ha affermato l’amministratore della NASA Bill Nelson. “La Stazione Spaziale Internazionale e le oltre due dozzine di satelliti e strumenti della NASA nello Spazio sono stati a lungo preziosi nel determinare i cambiamenti del clima terrestre. L’EMIT si sta rivelando uno strumento fondamentale nella nostra cassetta degli attrezzi per misurare questo potente gas serra e fermarlo alla fonte“.
Tra gli oltre 50 siti ne sono stati identificati alcuni di particolarmente grandi, come il pennacchio lungo oltre 3 km che fuoriesce da uno dei maggiori giacimenti petroliferi del mondo nel New Mexico, negli USA, da cui fuoriescono circa 18mila km di metano l’ora, ben 50mila da un analogo impianto in Turkmenistan, e 8.500 da un sito di trattamento rifiuti vicino Teheran, in Iran.
La mappatura, che è solo agli inizi, permetterà nei prossimi mesi di identificare centinaia di ulteriori siti anche “in luoghi in cui nessuno pensava di andare a cercare,” ha affermato Robert Green, responsabile scientifico di Emit.