E’ arrivato alle 10:19 l’atteso messaggio di allertamento con il sistema “IT-Alert” inviato dalla protezione civile ai 500 mila residenti nell’area dello Stretto di Messina, tra le province di Reggio Calabria e Messina coinvolte dalla più grande esercitazione anti sismica della storia d’Italia. Il sistema “IT-Alert” era al suo primo test su grande scala ed ha funzionato, con una suoneria personalizzata che riproduce il suono delle sirene anti maremoto, ha rimbombato in tutte le abitazioni dell’area dello Stretto segnalando il rischio di uno tsunami dopo il terremoto di magnitudo 6.0 simulato alle ore 10:00 di stamani.
Adesso può iniziare l’esercitazione: sono state avviate le attività locali in entrambe le Regioni. L’allertamento ha fatto scattare le procedure di evacuazione nelle scuole che hanno aderito all’esercitazione e in tutti gli enti e le autorità che potranno così testare i loro protocolli di emergenza.
Il messaggio è stato inviato alla popolazione di 22 Comuni, 12 in provincia di Reggio Calabria e 10 in provincia di Messina:
Provincia di Reggio Calabria:
- Reggio Calabria
- Villa San Giovanni
- Scilla
- Bagnara Calabra
- Palmi
- Seminara
- Montebello Jonico
- Motta San Giovanni
- Melito di Porto Salvo
- San Lorenzo
- Condofuri
- Bova Marina
Provincia di Messina:
- Messina
- Alì Terme
- Scaletta Zanclea
- Itala
- Nizza di Sicilia
- Monforte San Giorgio
- Rometta
- Saponara
- Spadafora
- Villafranca Tirrena
Alle ore 11:00 si riunirà il Comitato Operativo della Protezione Civile a Roma, alla presenza del Capo Dipartimento Fabrizio Curcio che dopo poche ore volerà a Reggio Calabria. Intanto, però, alle ore 11:00 al Porto di Milazzo (Messina) si imbarcherà la prima colonna mobile dei Vigili del Fuoco. Alle ore 12:00 a Messina verrà istituita una “working area” all’ex Ospedale Margherita, e contemporaneamente il PalaRescifina diventerà un’Area di ammassamento. Sempre alle 12:00 presso il Comune di Spadafora (Messina) verrà allestito il COC Campale.
Alle ore 15:00 verrà istituita anche l’Area di ammassamento per Reggio Calabria, individuata nel comune di Campo Calabro, nei pressi di Villa San Giovanni. Sempre alle 15:00 dall’altro lato dello Stretto la colonna mobile dei Vigili del Fuoco sbarcherà al porto di Messina. Alle ore 16:00 verrà istituito il Di.Coma.C. (Direzione Di Comando e Controllo) presso il Ce.Dir. (Centro Direzionale) di Reggio Calabria, già sede della protezione civile calabrese. Sarà il punto chiave dell’esercitazione, dove nel pomeriggio arriverà il Capo della Protezione Fabrizio Curcio che ha spiegato quanto sia strategico aver individuato il Di.Coma.C. che solitamente in caso di calamità è il processo che richiede più tempo viste le particolari caratteristiche richieste. E il tempo, in caso di calamità, è il nemico più temuto.
La giornata proseguirà sulla sponda messinese con la working area di Giampilieri alle ore 19 e un’altra working area a Messina, presso la Galleria dei Peloritani, dalle 23:00 alle 03:00 della notte.
La giornata più impegnativa per l’esercitazione sarà quella di Sabato 5 Novembre, anche perché tutte le attività in programma saranno fortemente condizionato dal maltempo (reale, e non simulato). Sono le attività più importanti all’aria aperta e coinvolgeranno oltre tremila uomini della protezione civile, di cui 2.500 in Sicilia e 800 in Calabria. In base all’intensità di piogge e temporali, vedremo se tutte le attività si svolgeranno regolarmente o se alcune salteranno. Sabato si inizierà alle 08:00 con l’Area Ammassamento di Campo Calabro, la working area dell’ex ospedale Margherita a Messina, l’Area Ammassamento del PalaRescifina sempre a Messina e il COC Campale a Spadafora. Alle ore 09:00 inizierà l’attività dell’Area Assistenza alla popolazione prevista a Bova Marina (Reggio Calabria) e la working area dell’ex Caserma 208 a Reggio Calabria. Le attività delle working area saranno le più interessanti dal punto di vista operativo, con la simulazione di scavi tra le macerie e soccorso di dispersi.
Alle ore 10:00 verrà simulato lo scenario BB.CC. al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria e alla Cattedrale di Reggio Calabria per la messa in sicurezza di manufatti di interesse storico-artistico, curandone il recupero, l’imballaggio e la catalogazione. Sempre alle ore 10:00 al porto di Gioia Tauro si imbarcherà la colonna mobile di soccorso della Regione Campania.
Alle ore 11:00 il porto di Messina sarà lo scenario per le attività della Nave “Etna” della Marina Militare mentre alle 12:00 al Forte San Salvatore di Messina si simulerà lo scenario BB.CC. Alle ore 14:00 a Letojanni, nel messinese jonico, si simulerà lo scenario di recupero uomini in mare da parte della Capitaneria di Porto mentre alle 14:30 a a Villa San Giovanni si simulerà la scossa su un traghetto di RFI. Alle ore 15:00 la colonna mobile della Regione Campania sbarcherà al porto di Reggio Calabria, dove poco dopo si terrà lo scenario di approvvigionamento idrico dalla nave della Marina Militare “Calabria”.
Infine, Domenica 6 Novembre sarà dedicata alle importanti attività di debriefing. in cui tutti gli attori si confronteranno, a partire dalle ore 09:00 e fino alle ore 12:00, per tirare le somme sulle attività svolte, documentare cosa non ha funzionato per definire i margini di miglioramento dell’operatività.
Cos’è l’esercitazione “Sisma dello Stretto 2022”
Dal 4 al 6 novembre nei territori delle province di Reggio Calabria e Messina si svolgeranno le attività dell’esercitazione nazionale “Sisma dello Stretto 2022”, dove verrà testata l’attuazione del modello d’intervento nazionale per il soccorso sul rischio sismico, attraverso l’attivazione dei Centri di Coordinamento, la realizzazione di working area per attività di soccorso tecnico urgente e sanitario, l’allestimento di aree di accoglienza per la popolazione, l’impiego delle Colonne Mobili e le attività di valutazione e di agibilità post evento sismico.
Con il coordinamento a cura del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, d’intesa con le Regioni Calabria e Siciliana e le Prefetture ‐ UTG di Reggio Calabria e di Messina, si simulerà un terremoto di magnitudo 6 con un significativo livello di impatto su abitazioni e popolazione capace, inoltre, di innescare effetti ambientali come frane, liquefazioni e fenomeni di maremoto. Lo scenario simulato del maremoto sarà, inoltre, l’occasione per un ulteriore test di IT‐Alert, il sistema nazionale di allarme pubblico per l’informazione della popolazione, in fase di sperimentazione, che diramerà un messaggio ai cellulari presenti nell’area dei comuni costieri delle province di Reggio Calabria e Messina.
L’esercitazione, che vedrà il coinvolgimento di 37 comuni della provincia di Reggio Calabria e 13 comuni della provincia di Messina, avrà una parte reale ‐ Full Scale ‐ con l’effettivo impiego di risorse nazionali e locali in attività di soccorso, assistenza e valutazione, mentre parte delle attività saranno per “posti di comando”, ovvero da remoto come, ad esempio, la verifica della comunicazione tra i centri operativi attivati a diversi livelli territoriali.
L’obiettivo generale dell’esercitazione sarà la verifica del modello d’intervento nazionale, così come previsto dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 sul “Programma Nazionale di Soccorso per il Rischio Sismico” (PNSRS), oltre che la verifica dello stato di attuazione del PNSRS nelle Regioni Calabria e Sicilia, con particolare riguardo alle province di Reggio Calabria e Messina.
In particolare, le giornate esercitative vedranno l’operatività della struttura organizzativa nazionale per la gestione dell’emergenza, attraverso l’attività del Comitato operativo di protezione civile e l’istituzione a Reggio Calabria di una struttura di coordinamento nazionale DICOMAC (Direzione di Comando e Controllo).
L’esercitazione sarà anche l’occasione per la verifica e il successivo eventuale aggiornamento delle pianificazioni locali di protezione civile esistenti, alla luce di quanto previsto dai recenti “Indirizzi per la predisposizione dei piani di protezione civile ai diversi livelli territoriali” del 30 aprile 2021, dove viene infatti ribadita l’importanza delle esercitazioni di protezione civile per:
- promuovere la verifica e l’aggiornamento delle pianificazioni di protezione civile ai diversi livelli territoriali, anche con riferimento alla pianificazione per il rischio maremoto;
- verificare la validità dei modelli organizzativi e di intervento ai diversi livelli territoriali;
- favorire la diffusione della conoscenza dei contenuti dei piani da parte di tutti i soggetti coinvolti e in particolare della
Lo scenario storico
Per rendere realistico lo scenario esercitativo, si è scelto di prendere a riferimento il terremoto che si è verificato il 16 gennaio 1975 nell’area dello Stretto di Messina, per il quale, essendo un evento recente, sono disponibili sia parametri epicentrali strumentali sia indicazioni macrosismiche attendibili.
Quell’evento ebbe una magnitudo oscillante tra un valore strumentale di magnitudo 4.7 ed uno equivalente di magnitudo 5.3. L’epicentro strumentale fu individuato a circa 5 km dalla costa, nell’entroterra di Reggio Calabria, con una profondità stimata a 20 km. Una trentina di paesi subirono effetti del VII-VIII grado Mercalli, che corrispondono a lesioni gravi al 25%‐50% delle abitazioni con circa il 10% di crolli. Nel 1975 le località che riportarono danni furono complessivamente una novantina. Effetti più gravi si ebbero in 30 paesi, dei quali una decina ubicati sulla costa siciliana e 20 nell’area del comune di Reggio Calabria. In particolare a Reggio Calabria gli edifici subirono lesioni in genere leggere; soltanto nel rione Caserta i danni furono gravi e richiesero la demolizione di varie case. Complessivamente, circa 450 abitazioni furono lesionate leggermente e 45 gravemente; 40 famiglie rimasero senzatetto. Lesioni profonde alle strutture murarie furono riscontrate anche nelle frazioni di Reggio Calabria e nei paesi dei dintorni, in particolare a Cannavò, Vito Inferiore e Vito Superiore, dove circa 200 edifici furono interamente o parzialmente demoliti perché in pericolo di crollo imminente. Nei centri della Sicilia nord-orientale i danni furono generalmente più leggeri. A Messina 3 case, situate nei quartieri di Bisconte e di Camaro San Luigi, furono giudicate pericolanti. La scossa fu avvertita con intensità minore anche in numerose località delle province di Catanzaro e di Catania. Sul territorio, a seguito del terremoto, si verificarono, inoltre, diverse frane con interruzioni delle strade provinciali.
Per l’esercitazione “Sisma dello Stretto 2022” si è scelto di riprodurre lo stesso terremoto del 1975 con una magnitudo innalzata a 6, verosimilmente capace di innescare, oltre ad effetti ambientali a terra come frane e liquefazioni, potenziali eventi di maremoto.
In considerazione dell’incremento della magnitudo, il quadro degli effetti macrosismici, e quindi di danneggiamento, simulati con l’applicativo SIGE (Sistema Informativo per la Gestione dell’Emergenza) del Dipartimento della protezione civile, è cresciuto notevolmente, con effetti di distruzione sino al 50% e crolli al 25% per i comuni entro 50 km dall’epicentro.
L’allerta maremoto
Sulla base delle simulazioni effettuate nell’ambito del Sistema di Allertamento Nazionale per i Maremoti, il potenziale evento di maremoto generato dal sisma comporterebbe la diramazione di un’allerta di livello Arancione, a indicare che le coste dell’area potrebbero essere colpite da un’onda di maremoto con un’altezza inferiore a 0,5 metri e/o con un run‐up inferiore a 1 metro (per run‐up si intende la massima quota topografica raggiunta dall’onda di maremoto durante la sua ingressione rispetto al livello medio del mare).
Negli ultimi mille anni, lungo le coste italiane, sono state documentati varie decine di maremoti, non solo per eventi sismici verificatesi nel nostro Paese, anche un forte terremoto nelle acque della Grecia, ad esempio, può generare onde di maremoto che possono avere effetti disruttivi sulle nostre coste.
Nel 2017 è stato istituito, con una Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri, il SiAM – Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti generati da sisma. All’interno di questo Sistema, l’Ingv ‐ Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ‐ che opera attraverso il Cat (Centro di allerta tsunami) ‐ ha il compito di valutare, nell’area di propria competenza, la possibilità che un terremoto di magnitudo uguale o superiore a 5.5, con epicentro in mare o vicino alla costa, possa generare un maremoto e di stimare i tempi di arrivo dell’onda lungo i differenti tratti costieri. I dati mareografici forniti dall’Ispra ‐ Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale consentono di confermare o meno l’eventuale maremoto. Sulla base delle valutazioni del Cat, il Dipartimento della Protezione Civile ha il compito di diffondere i messaggi di allerta per attivare, nel minor tempo possibile, il Servizio nazionale di protezione civile.
In ambito SiAM, vengono adottati due livelli di allerta che dipendono dalla severità stimata del maremoto sulle coste italiane:
- Arancione (Advisory): indica che le coste italiane potrebbero essere colpite da un’onda di maremoto con un’altezza inferiore a 0,5 metri e/o con un run up inferiore a 1 metro;
- Rosso (Watch): indica che le coste italiane potrebbero essere colpite da un’onda di maremoto con un’altezza superiore a 0,5 metri e/o con un run up superiore a 1 metro;
dove per “run up” si intende la massima quota topografica raggiunta dall’onda di maremoto durante la sua ingressione (inondazione) rispetto al livello medio del mare.
Le zone costiere da evacuare in caso di allerta Arancione o Rossa sono definite nelle mappe di inondazione elaborate da Ispra, in cui ai due livelli di allerta sono associate, in base alla morfologia dei territori, due diverse aree di ingressione del mare.
È importante sottolineare che, nel caso di terremoti tsunamigenici molto vicini alle coste italiane, l’arrivo dei messaggi di allerta SiAM potrebbe avvenire, nelle aree prossime all’area origine del terremoto, in tempi non sufficienti per attivare le misure preventive di salvaguardia della popolazione. In generale quindi, è di fondamentale importanza che il cittadino sappia riconoscere i fenomeni precursori di un maremoto e conosca le norme di autoprotezione.
Per approfondire
- https://rischi.protezionecivile.gov.it/it/maremoto‐0
- https://cat.ingv.it/it/
- https://www.isprambiente.gov.it/it/servizi/sistema‐nazionale‐di‐allerta‐maremoti‐1/sistema‐nazionale‐di‐ allerta‐maremoti‐1
Programma e attività
Le giornate esercitative
Il 4 novembre è la giornata in cui si simuleranno l’evento sismico e gli effetti correlati; le attività prevederanno un coinvolgimento graduale dei vari livelli territoriali, su cui si innesteranno le componenti nazionali coordinate dal Dipartimento della Protezione Civile.
- Ore 10:00 simulazione evento sismico, diramazione allerta maremoto e invio del messaggio di test IT‐Alert, avvio attività locali
- Ore 11:00 Comitato Operativo presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile a Roma
- Ore 16:00 istituzione della DiComaC a Reggio Calabria
- Ore 20:00 chiusura attività prima giornata
Il 5 novembre è la giornata dedicata allo svolgimento degli scenari operativi nazionali nelle province di Reggio Calabria e di Messina. La DiComaC continua a svolgere le attività previste.
- Ore 8:00 inizio attività DiComaC
- Durante la giornata svolgimento attività esercitative e scenari operativi
- Ore 20:00 fine attività esercitative
Il 6 novembre è dedicato alle attività di debriefing.
- Ore 9:00 inizio debriefing
- Ore 12:00 fine attività
Centri di Coordinamento
A livello nazionale opererà il Comitato Operativo, attivato presso il Dipartimento della protezione civile. Presieduto dal Capo del Dipartimento, il Comitato Operativo assicura la direzione unitaria e il coordinamento delle attività di emergenza, ed è composto da rappresentanti di Componenti e Strutture operative del sistema di protezione civile. Ha l’obiettivo di valutare le notizie, i dati e le richieste provenienti dalle zone interessate all’emergenza, definire le strategie di intervento e coordinare, in un quadro unitario gli interventi, di tutte le amministrazioni ed enti interessati al soccorso. A supporto ed integrazione delle attivazioni dei livelli territoriali verrà istituita dal Dipartimento, in accordo con le Regioni interessate, la Direzione di Comando e Controllo (DiComaC) a Reggio Calabria per la gestione del coordinamento nazionale.
Le Regioni gestiranno le proprie risorse, sulla base delle informazioni acquisite dalle Amministrazioni provinciali e comunali ed i relativi centri operativi, attraverso le proprie Sale Operative e Centri Operativi regionali.
A livello provinciale i Centri di Coordinamento Soccorsi (CCS) di Reggio Calabria e Messina definiranno la strategia degli interventi di emergenza, in stretto contatto con i rispettivi Centri di Coordinamento di Ambito (CCA) e ai Centri Operativi Misti (COM) a supporto dei Centri Operativi Comunali (COC) attivati dai Sindaci dei Comuni coinvolti.
Working Area
Presso l’”Ex caserma 208” a Reggio Calabria, sarà allestito uno scenario per simulare attività di soccorso tecnico urgente, manovre di penetrazione nelle macerie, ricerche con nuclei cinofili, recupero e assistenza feriti. In particolare, grazie al lavoro di team dei Vigili del Fuoco, di Associazioni di Volontariato di Protezione civile e del SUEM 118, si sperimenterà l’attività di ricerca e recupero di una persona sotto le macerie con tecniche di derivazione Speleo Alpinistica Fluviale (SAF) e il soccorso di una persona con disabilità motoria. Sempre a Reggio Calabria, verranno simulate le operazioni di recupero e messa in sicurezza di Beni Culturali presso il Museo Nazionale di Reggio Calabria e la Cattedrale Metropolitana di Maria Santissima Assunta in Cielo, grazie al coordinamento tra Segretariato Regionale del Ministero dei Beni Culturali, il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco. Mentre a Messina, nel Forte San Salvatore all’interno del porto, Vigili del Fuoco, Carabinieri e organizzazioni di volontariato locali, opereranno per la messa in sicurezza di manufatti di interesse storico‐artistico, curandone il recupero, l’imballaggio e la catalogazione. Mentre nel plesso “Ex ospedale Margherita”, verrà realizzata una working area per la simulazione di attività di ricerca e soccorso in uno scenario urbano (USAR ‐ Urban Search And Rescue), dove Team dei Vigili del Fuoco e della protezione civile siciliana, saranno impegnati anche con l’ausilio di Unità cinofile.
Le Unità cinofile saranno impegnate anche in un’area esercitativa presso la frazione di Giampilieri, dove squadre della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, svolgeranno attività di ricerca e soccorso di persone e animali domestici in uno scenario urbano.
Sempre nel Comune di Messina, verrà simulata, in notturna, l’attività di soccorso tecnico urgente in ambito ferroviario: a seguito dell’arresto di un treno nella galleria ferroviaria dei Peloritani, dovuto alla mancanza di tensione elettrica, è prevista l’evacuazione e la gestione dell’assistenza di circa 50 passeggeri, figuranti, grazie al lavoro coordinato di RFI – Ferrovie dello Stato, Prefettura di Messina, Vigili del Fuoco, Protezione civile regionale e comunale, Polfer e forze dell’ordine, 118 e Dipartimento della Protezione Civile.
Attività marittime
Per le attività esercitative, sia a Reggio Calabria che a Messina, sarà previsto il telerilevamento aereo degli specchi d’acqua e delle zone costiere interessate dal potenziale maremoto per scongiurare qualsiasi forma di inquinamento a seguito dei danni alle infrastrutture. Inoltre, saranno simulate attività di soccorso in mare mediante l’impiego di unità navali e aeree della Guardia Costiera, nelle aree in prossimità della costa colpita dall’ onda di maremoto. In particolare, simulando interruzioni alla rete viaria di entrambe le regioni, Nave Diciotti della Guardia Costiera si occuperà del trasporto della Colonna Mobile Regionale del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco dal porto di Milazzo al porto di Messina, mentre in Calabria sarà una nave messa a disposizione dalla Marina Militare, che trasferirà parte della colonna mobile della Regione Campania dal porto di Gioia Tauro al porto di Reggio Calabria, dove un’ulteriore nave verrà utilizzata per la fornitura di acqua potabile al servizio idrico locale. Gli assetti della Marina Militare saranno utilizzati anche nel porto di Messina, dove il coordinamento delle attività di assistenza sanitaria e la gestione di evacuazioni mediche (MEDEVAC) verrà assicurato con mezzi e locali di bordo della Nave Etna. Inoltre, in prossimità del tratto di mare di fronte al Comune di Letojanni, sarà effettuato il recupero di un naufrago, figurante, da parte della Nucleo Subacquei della Guardia Costiera con successivo elitrasporto. Anche un traghetto RFI, operante nella tratta Villa San Giovanni – Messina, sarà teatro di uno scenario esercitativo: verrà testato. Infatti, il Piano di Emergenza interno della nave a seguito dell’allerta maremoto, ovvero l’attivazione del sistema di allertamento e del protocollo di assistenza per 50/100 passeggeri nei “Punti di raccolta”.
Aree di Ammassamento e Aree Accoglienza
Durante l’esercitazione saranno allestite un’area di ammassamento a Campo Calabro, come campo base per i Vigili del Fuoco, e un’area di ammassamento a Reggio Calabria, per ospitare i soccorritori volontari. Sempre in Calabria, a Bova Marina, verrà realizzata, dalle colonne mobili delle Regioni Calabria e Campania, un’area di accoglienza per la popolazione colpita dall’evento. In quest’area verrà utilizzato il Sistema DESIGNA per organizzare l’accoglienza della popolazione, oltre ad un censimento della popolazione fragile con scheda valutazione delle esigenze immediate (scheda SVEI). A Messina, presso il palazzetto dello sport “PalaRescifina”, saranno realizzate un’area di ammassamento destinata a ospitare i soccorritori, Vigili del Fuoco e volontari di protezione civile, e un’area di accoglienza per la popolazione, allestita dalla Regione Siciliana e dal Comune di Messina.
Colonne Mobili
Durante le attività esercitative, oltre al test per posti di comando dell’attivazione delle colonne mobili regionali, sarà realmente utilizzata parte della Colonna mobile della Regione Campania che con la Colonna mobile della Regione Calabria, opererà negli scenari previsti nel Comune di Bova Marina.
Mentre le colonne mobili provinciali della Regione Siciliana opereranno in alcuni comuni del messinese. Sarà inoltre coinvolta la colonna mobile della Regione Marche con l’effettivo impiego del modulo di Telecomunicazioni, presso l’area di accoglienza della popolazione allestita a Messina.
Telecomunicazioni
Durante l’esercitazione verranno attivate le Reti Radio Regionali presenti sul territorio coinvolto per garantire le comunicazioni tra i vari centri di coordinamento. Inoltre, verrà testata la risposta del sistema di telecomunicazioni di emergenza nazionale tramite l’impiego della Rete Radio Nazionale (RRN), i moduli TLC (allestimento ad hoc di servizi tecnologici con personale qualificato), la Rete Radio HF.
Viabilità
In riferimento allo scenario di evento, i gestori delle singole infrastrutture (ANAS, CAS – Consorzio Autostrade Siciliane, RFI) testeranno le procedure che per il blocco della viabilità e l’avvio delle verifiche speditive, i cui esiti saranno resi disponibili entro poche ore. Le prime verifiche sono di fondamentale importanza per sapere se e dove sia possibile il transito dei mezzi di soccorso sul territorio e quindi valutare la definizione di percorsi di accesso alternativi. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco provvederà, inoltre, a individuare e perimetrare le ipotetiche zone rosse nei territori colpiti.
IT-Alert
Cos’è
IT-Alert è un nuovo sistema di allarme pubblico per l’informazione diretta alla popolazione, che dirama ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o eventi catastrofici imminenti o in corso. Il messaggio IT-Alert, che viene ricevuto da chiunque si trovi nella zona interessata dall’emergenza o dall’evento calamitoso, contiene informazioni circa lo scenario di rischio e le relative misure di autoprotezione da adottare rapidamente.
Sperimentazione in corso
IT-Alert è operativo da diversi mesi in via sperimentale. È stata realizzata l’infrastruttura che consente la connessione tra le CBE-cell broadcast entity (con due nodi, uno presso il Dipartimento della protezione civile, e l’altro, provvisorio, a Savona, presso la Fondazione Cima) e i CBC-cell broadcast centre degli operatori di telefonia. Questo ha permesso l’esecuzione di test che riguardano l’implementazione tecnologica, l’invio e la ricezione dei messaggi in vari formati, sia l’analisi dei feedback riguardo alla reazione alla ricezione, alla comprensione del testo e alla massimizzazione dell’efficacia comunicativa.
Inoltre, il sistema IT-Alert è stato testato per la prima volta in un contesto operativo nel corso dell’esercitazione “Vulcano 2022”, che si è svolta sull’isola di Vulcano dal 7 al 9 aprile 2022.
Anche se il sistema IT-Alert è inserito nel perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, allo stato attuale non risponde ancora del tutto ai requisiti richiesti. A causa di questa potenziale vulnerabilità, che richiede ulteriori interventi, strutturali e no, che saranno realizzati nei prossimi mesi, IT-Alert rimane al momento in uno stato sperimentale.
Il nuovo test durante l’esercitazione Sisma dello Stretto 2022
Nell’ambito dell’esercitazione “Sisma dello Stretto 2022”, la previsione dell’arrivo di un possibile maremoto sarà l’occasione per realizzare un nuovo test di IT-Alert. Le esercitazioni come quella in programma dal 4 al 6 novembre 2022 sono fondamentali, grazie ai feedback che si possono raccogliere, per consentire di verificare quanto fino a oggi costruito, per migliorare e implementare il sistema con l’obiettivo di renderlo prossimamente operativo.
Venerdì 4 novembre, i cittadini che si troveranno nelle zone coinvolte dall’esercitazione riceveranno, sui telefoni cellulari, messaggi introdotti dal disclaimer “ESERCITAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE”, accompagnati da una suoneria differente da quelle abituali, con informazioni sull’evento e indicazioni su dove trovare approfondimenti.
Quando il messaggio comparirà sul display del telefono non sarà più possibile compiere azioni sul cellulare, ad eccezione delle telefonate. Il cellulare ritornerà alle normali funzionalità sfiorando il tasto “OK” all’interno del messaggio.
Per approfondire
Acronimi
- AEDES: Agibilità e Danno nell’Emergenza Sismica
- AREU: Agenzia Regionale Emergenza Urgenza
- CAT: Centro Allerta Tsunami dell’INGV
- CNSAS: Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico
- CCS: Centro di Coordinamento dei Soccorsi
- CNVVF: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
- COC: Centro Operativo Comunale
- COM: Centro Operativo Misto
- COR: Centro Operativo Regionale
- COVI: Centro Operativo Vertice Interforze
- CPX: Attività per posti di comando
- CROSS: Centrale Remota per le Operazioni di Soccorso sanitario
- DESIGNA: Distributed Enviroment to Support Individual and General Needs Accomodation
- DiComaC: Direzione di Comando e Controllo
- DISEVAC: Disability Evacuation
- MEDEVAC: Medical Evacuation
- NATECH: Natural Hazard Triggering Technological Disasters
- ODV: Organizzazioni di Volontariato
- PNSRS: Programma Nazionale di Soccorso per il Rischio Sismico
- RAN: Rete Accelorometrica Nazionale
- SiAM: Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti generati da terremoti nel Mar Mediterraneo)
- SAR: Search and Rescue
- SIGE: Sistema Informativo per la Gestione dell’Emergenza
- USAR: Urban Search and Rescue
- SAF: Speleo-Alpino e Fluviale
- SVEI: Scheda per la Valutazione delle Esigenze Immediate
- TLC: Telecomunicazioni
- TTX: table-top
Partecipanti
- Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della protezione Civile
- Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Reggio Calabria
- Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Messina
- Dipartimento regionale della Protezione Civile – Regione Calabria
- Dipartimento Regionale della Protezione Civile – Regione Siciliana
- Comune di Reggio Calabria
- Comune di Messina
- Città Metropolitana di Reggio Calabria
- Città Metropolitana di Messina
- Comuni della provincia di Reggio Calabria
- Comuni della provincia di Messina
- Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi (CGR)
- Dipartimento Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
- VVF – Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
- Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) – Esercito Italiano- Marina Militare- Aeronautica Militare
- Polizia di Stato
- Polizia Penitenziaria Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – Ministero della Giustizia
- Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri
- Comando Generale della Guardia di Finanza
- Comando Generale delle Capitanerie di porto
- Ministero della Salute – Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria e Azienda Sanitaria Provinciale di Messina (ASP)
- Commissione Protezione Civile con il coinvolgimento delle Regioni e Province Autonome
- Regione Campania
- Regione Marche
- Enti Locali UPI
- Enti Locali ANCI
- Organizzazioni nazionali di Volontariato di Protezione Civile (CNVPC)
- Croce Rossa Italiana (CRI)
- Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS)
- Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale
- Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e Direzione generale per le dighe, le infrastrutture idriche ed elettriche
- Ministero della Cultura
- ENAV Ente Nazionale Assistenza Volo
- ENAC Ente Nazionale per l’Aviazione Civile
- ANAS S.p.A.
- ASPI – Autostrade per l’Italia p.A.
- AISCAT
- Gruppo FS Italiane
- Viabilità Italia
- GSE – Gestore Servizi Energetici
- TERNA
- ENEL
- ENI
- SNAM
- 2i Rete Gas
- Italgas
- RAI Pubblica Utilità
- Poste Italiane p.A.
- TIM
- VODAFONE
- WindTre p.A.
- Iliad
- Banca d’Italia
- UNEM
- Utilitalia
- STN – Struttura Tecnica Nazionale dei Consigli Nazionali dei Professionisti tecnici
- Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
- Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)
- Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria e Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale (CNR-IGAG e IMAA)
- Centro Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria Sismica (EUCENTRE)
- Fondazione CIMA – Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale
- Agenzia Spaziale Italiana (ASI)
- Università della Calabria – Cartografia Ambientale e Modellistica Idrologica (UNICAL-CAMILAB)
- Consiglio Nazionale dei Geologi – Ordine dei Geologi della Calabria e della Sicilia
- ReLuis – Rete dei laboratori universitari di ingegneria sismica
- Popolazione presente nei comuni interessati che volontariamente decide di partecipare all’esercitazione