Alluvione Ischia, esperti: “in Italia grande gap di protezione, il territorio va curato e monitorato”

Dal 2011 al 2021, le calamità naturali hanno provocato danni per 51,8 miliardi di dollari in Italia, evidenzia Antonio Coviello, ricercatore del Cnr-Iriss
MeteoWeb

L’alluvione che ha colpito Ischia ha provocato morte e distruzione ed è avvenuta poco più di due mesi l’alluvione che ha devastato le Marche, causando anche qui ingenti danni. L’economista Antonio Coviello, ricercatore del Cnr-Iriss (l’Istituto diretto del prof. Massimo Clemente), spiega che “l’Italia ha il più grande gap di protezione di tutti i Paesi europei profilati all’89%, ovvero 51,8 miliardi di dollari di danni subiti per le calamità naturali, dal 2011 al 2021”.  

“Quasi il 10% dei comuni italiani ha subito danni causati da calamità naturali negli ultimi anni, per un costo complessivo pari allo 0,2% del Prodotto interno lordo. Negli ultimi 40 anni i disastri naturali in Italia sono aumentati: più di due terzi delle abitazioni italiane è a rischio medio-alto di terremoti o alluvioni. I costi delle calamità naturali arrivano fino al 3% circa del Pil annuo. C’è bisogno che monitoraggio e ricerca siano in una unica rete al servizio delle istituzioni“, evidenzia Coviello, che ha di recente pubblicato il volume “I rischi catastrofali. Azioni di mitigazione e gestione del rischio” (Cnr Edizioni in ‘open access’). Studi e ricerche scientifiche ricordano che alluvioni e frane si verificano in Italia più frequentemente di qualsiasi altro pericolo naturale, evidenziano gli studiosi che hanno realizzato il libro.  

Afferma Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca dell’INGV ed associato del Cnr, autore della sezione dedicata al rischio vulcanico: “non si può ogni volta piangere sui disastri dopo che accadono; il territorio va curato e monitorato, la nostra tecnologia può prevenire i disastri e salvare vite. Dopo il terremoto del 2017, c’era l’occasione per rendere Casamicciola resistente e resiliente; invece ha aggiunto precarietà e creato le condizioni per favorire ed amplificare i futuri disastri. Proponemmo insieme con molti cittadini delle zone colpite un progetto di rafforzamento degli edifici e risistemazione del territorio. In una piccola area, quest’isola rappresenta tutti i rischi geologici che affliggono l’Italia”.  

Renato Somma, ricercatore dell’INGV ed associato del Cnr -Iriss, è un altro dei curatori del volume: “i radar meteo, le stazioni meteo ma anche i pluviometri, se ben distribuiti sul territorio in modo da monitorare i differenti bacini imbriferi, permettono di allertare la popolazione alcune ore prima delle catastrofi meteo”.  

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