La devastazione e la morte generata dall’alluvione del 15 settembre scorso sono ancora vive nella mente degli abitanti delle Marche. La città di Senigallia ha subito 40 milioni di danni ai beni privati, 14 milioni di euro per le imprese e circa 8 milioni alle strutture pubbliche, a cui devono aggiungersi le spese per la somma urgenza sostenute dal Comune e quantificate in altri 9 milioni di euro.
“La città non vuole che si spengano le luci, vogliamo tenere viva l’attenzione su una situazione non più sostenibile“, ha detto il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti agli imprenditori del territorio e alle numerose autorità politiche, civili e militari intervenute all’assemblea di Confindustria Ancona. Durante il suo intervento, Olivetti ha ricordato la pericolosità del fiume Misa che attraversa la città e si restringe alla foce: “qualsiasi quantità d’acqua diventa dunque pericolosa“. Ma ha anche fatto appello a tutti perché si superino le divisioni e le polemiche “per ridurre il rischio idrogeologico e riprogettare la città”.
L’ultima richiesta alle autorità regionali e nazionali presenti è stata quella di arrivare quanto prima a un sistema di allertamento per la popolazione e per le imprese, un sistema “serio, efficace, che consenta alle persone di dormire”.
A margine dell’assemblea, Olivetti ha spiegato le urgenze attuali, a due mesi dalla disastrosa alluvione. “Abbiamo ancora famiglie sfollate perché in questo periodo è difficile far asciugare le case e aspettiamo quanto prima il contributo di autonoma sistemazione. Sul ponte Garibaldi c’è l’interlocuzione con Regione e Ministero per avere quantomeno l’abbattimento e la creazione di una passerella pedonale perché per la città è importante. Poi si parlerà di progettazione definitiva”.
Bonomi: “non si giochi coi mai più”
Quasi due mesi dopo la paura per l’alluvione, è arrivata quella del terremoto, con un intenso sciame sismico in corso davanti alla costa delle Marche. “Il racconto di chi ha vissuto esperienze tragiche ed emozioni personali, come ad esempio è successo a me durante il terremoto di 10 anni fa in provincia di Modena, è purtroppo l’unico strumento per far capire perché devono essere realizzate certe cose”. Lo ha detto il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, chiudendo l’assemblea degli industriali di Ancona, al Teatro La Fenice di Senigallia.
“Non si può giocare sulle parole perché sia ‘mai più’ – ha aggiunto -: solo chi le ha vissute, chi le ha provate (quelle emergenze, ndr.) le può raccontare, perché in quella tragica esperienza non ci può chiamare a corte come dice il nostro inno nazionale. Le hanno vissute imprenditori e lavoratori insieme, condividendo ciò che fanno tutti i giorni, ma in una maniera speciale perché ha significato sacrificarsi e impegnarsi per far ripartire le imprese”.
Bonomi ha ricordato “la disperazione delle mamme”, che erano in azienda all’ora delle scosse e che, “in piena attività produttiva, quando tutte le strade furono bloccate e le comunicazioni e interrotte, non sapevano della sorte dei propri figli”.