Caro energia, Meloni: “liberate risorse per 30 miliardi, via libera a nuove trivellazioni”

La conferenza stampa del Premier Giorgia Meloni al termine del Cdm: liberate risorse per 30 miliardi per combattere il caro energia
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Dopo il Consiglio dei Ministri di oggi, il Premier Giorgia Meloni ha tenuto una conferenza stampa con i Ministri Matteo Piantedosi, Giancarlo Giorgetti, Gilberto Pichetto Fratin e il Sottosegretario Alfredo Mantovano. “Per il 2023 abbiamo fatto una scelta importante. Nella Nadef abbiamo previsto un indebitamento netto al 4,5% che poi va a calare fino al 3% nel 2025, e questo ci consente di liberare 22-23 miliardi che ugualmente intendiamo usare in via esclusiva per il caro energia. In totale, con la Nadef individuiamo 30 miliardi per il caro energia fino al 2023″, ha detto Meloni in conferenza stampa. 

Noi riusciamo, per il 2022, a liberare grazie all’extragettito” dell’Iva e a un “terzo trimestre favorevole, circa 9 miliardi e mezzo che la prossima settimana vorremmo utilizzare sul caro energia. Configureremo un’altra misura sul tema dell’energia come emendamento all’attuale decreto aiuti in conversione“, aggiunge il Premier. Riguarda “la possibilità di liberare alcune estrazioni di gas italiano facilitando le concessioni in essere e immaginandone nuove. Chiederemo ai concessionari che dovessero aderire di mettere a disposizione, in cambio, da gennaio tra 1 miliardo e 2 miliardi di metri cubi di gas da destinare ad aziende energivore a prezzi calmierati. Un prezzo per mettere in sicurezza le aziende più gasivore”, ha detto ancora Meloni. 

Ovviamente noi partiamo dal presupposto che una soluzione anche europea sulle risorse per affrontare la questione delle bollette sia giusta e necessaria”, ha aggiunto. “Diversi Paesi propongono modelli come lo Sure sui quali le posizioni sono variegate e noi siamo favorevoli. E sicuramente ritengo che dovremmo usare tutte le risorse esistenti, dal Repower Ue ai Fondi di coesione non usati”, ha concluso il Premier Meloni.

Giorgetti: “mitigare il caro-energia” 

Nella Nadef, “l’obiettivo è di mitigare gli effetti del caro energia su famiglie e imprese e su cui si concentra larga parte degli interventi con approccio prudente, realistico e sostenibile“, ha detto il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa. “Siamo consapevoli che fare previsioni a lungo termine in questo momento può essere un esercizio di pura accademia e siamo consapevoli e pronti a fronteggiare i rischi di recessione che da più parti a livello globale ed europeo vengono evocate e che – ahimé – potrebbero toccare anche l’economia italiana”. “Ci presentiamo davanti al Parlamento con questo atteggiamento responsabile”, ha aggiunto.  

La Nadef prevede una crescita del Pil dello 0,6% l’anno prossimo “inferiore rispetto a quella che poteva essere la previsione più ottimistica”. Il deficit si attesterà “al 4,5% rispetto al tendenziale del 3,4% creando spazio per fare un intervento che riteniamo doveroso per famiglie e imprese che ammonta a circa 23 miliardi per l’energia, ha aggiunto Giorgetti, dopo l’approvazione della Nadef. Il deficit scenderà fino al 3% nel 2025. Il governo prevede anche “un discesa del debito costante fino a 141,2% nel 2025“, ha aggiunto. 

Cdm mette a punto la norma sulle trivelle 

Il Cdm ha dato il via libera alla norma sulle nuove concessioni per aumentare l’estrazione di gas. Sarà inserita, sotto forma di emendamento, nel decreto aiuti ter all’esame del Parlamento. Con l’emendamento sull’estrazione di gas “viene autorizzata l’estrazione da giacimenti nazionali con capacità sopra a 500 milioni di metri cubi. Potenzialmente si stima una quantità di 15 miliardi di metri cubi sfruttabili nell’arco di 10 anni”, ha detto il Ministro dell’Ambiente e Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto. “Tutto questo deve avvenire al di sotto del 45esimo parallelo con l’unica eccezione che riguarda il ramo Goro del fiume Po“, ha aggiunto. 

Il decreto, necessario per non lasciare scoperte in questa ultima parte dell’anno le famiglie e le imprese colpite dal caro-energia, dovrebbe mobilitare una cifra intorno ai 5-7 miliardi. Il provvedimento dovrebbe prorogare fino a fine anno i crediti di imposta per le imprese energivore (in esaurimento a novembre) e il taglio delle accise sulla benzina (in scadenza il 18 novembre). Possibile anche un rafforzamento del bonus sociale, che potrebbe essere sganciato dall’ISEE. 

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