Dalla space economy al clima, dalla fisica fondamentale alle smart city, dall’astrofisica all’ambiente, dall’ingegneria alle scienze molecolari, dalla medicina omica e in-silico al calcolo quantistico: sono questi i settori strategici a servizio dei quali opererà il Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing, istituito nell’ambito del PNRR e finanziato su fondi Next Generation EU con 319.938.979,26 euro, all’interno della missione Istruzione e Ricerca coordinata dal MUR Ministero dell’Università e della Ricerca.
Oltre 400 rappresentanti dei 52 partner pubblici e privati della Fondazione ICSC, che governa il nuovo Centro, si sono riuniti il 25 e 26 novembre per il kick-off del progetto al Tecnopolo di Bologna, dove avrà sede l’hub del Centro. All’evento è intervenuto anche il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.
“Sono onorata di essere testimone dei primi passi che rendono l’Italia il primo paese dotato di un’infrastruttura di calcolo estesa a livello nazionale di tipo cloud datalake, condivisa e aperta, che consenta una più veloce rete di trasmissione, condivisione e analisi di grandi moli di dati tra gli utenti pubblici e privati,” ha dichiarato il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. “Grazie a questo Centro – ha aggiunto il Ministro – l’Italia potrà beneficiare di strumenti migliori per comprendere la realtà e per agire con più efficienza e con nuovi strumenti, sia per il settore pubblico che per quello privato”.
La due giorni di lavori ha segnato l’inizio delle attività scientifiche e tecnologiche di ICSC, con le presentazioni degli obiettivi e dei programmi di ciascuna delle unità di ricerca e sviluppo del Centro Nazionale. ICSC è infatti organizzato in un hub con compiti di indirizzo, uno spoke infrastrutturale e dieci spoke tematici, dedicati alla ricerca scientifica e allo sviluppo tecnologico in aree ritenute di interesse strategico per il Paese.
Le attività di ICSC potranno contare su un’infrastruttura di supercalcolo di tipo cloud “datalake”, grazie alla quale utenti della ricerca pubblica e del mondo imprenditoriale, avranno a disposizione risorse di calcolo virtualmente illimitate attraverso un sistema integrato e distribuito su tutto il territorio nazionale.
GARR è tra i partner dell’iniziativa ed è coinvolto nello spoke “Infrastruttura Cloud di supercalcolo”, trasversale a tutte le altre aree tematiche. Questo spoke ha il compito di gestire e coordinare l’infrastruttura dei sistemi HPC e big data a livello nazionale.
Lo spoke si occuperà dell’evoluzione dei centri di calcolo, con attenzione particolare all’efficienza energetica, dell’incremento delle risorse HPC e big data, dell’integrazione e l’operazione di middleware open source, della gestione della cybersicurezza e del supporto degli utenti. In questo contesto, l’attività GARR sarà focalizzata sul potenziamento della rete ad altissima capacità GARR-T, che fornirà connettività dedicata per la ricerca e l’istruzione a multipli del Terabit per secondo, garantendo l’interconnessione a bassa latenza dei centri di calcolo tra loro e la loro accessibilità da parte di utenti e applicazioni.
“Oggi inizia una nuova avventura, che affronteremo con passione, dedizione e spirito di squadra. Il successo di questa impresa sarà, infatti, determinante per il nostro Paese: abbiamo la possibilità di introdurre nel nostro modo di fare ricerca e impresa un cambio di paradigma e di conquistare come Italia un primato e una leadership internazionali nel supercalcolo. Dal nostro ingresso in EuroHPC JU, al supercomputer Leonardo appena inaugurato, al Centro Nazionale ICSC: siamo riusciti ad arrivare fin qui grazie al convinto e costante impegno politico e scientifico di tutti: istituzioni nazionale e locali, con il MUR e la Regione Emilia-Romagna in prima linea, enti di ricerca e università pubblici, imprese e istituti privati, a riprova che quando agiamo in modo coeso e determinato, sappiamo affermarci e segnare il passo dell’innovazione, in Europa e a livello globale”, commenta Antonio Zoccoli, Presidente della Fondazione ICSC, e Presidente dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ente promotore del progetto nell’ambito del PNRR.
“Far parte di questa iniziativa ci riempie di orgoglio. È una sfida per tutto il comparto della ricerca italiana, che dimostra ancora una volta una grande unità di intenti” ha dichiarato Claudia Battista, neodirettrice GARR. “Nei prossimi anni la crescita nella produzione di dati scientifici sarà esponenziale e avremo bisogno di infrastrutture digitali ad altissime prestazioni in grado di crescere e restare al passo con le esigenze dei ricercatori. La rete GARR-T, che sarà potenziata con il Centro Nazionale, è progettata proprio per questo: per essere veloce, flessibile e capillare per permettere di fare ricerca indipendentemente dalla posizione geografica.”
“Il Centro Nazionale è sostenuto da una eccezionale mobilitazione di ricercatrici e ricercatori di aree scientifiche diverse e distribuite in tutto il Paese. La sfida che abbiamo davanti è costruire intorno a una infrastruttura di calcolo di assoluto pregio una vasta e differenziata comunità di ricerca capace di mettere a fattore comune le proprie competenze e i propri prodotti di ricerca, nell’ottica di potenziare la capacità nazionale di ricerca e di valorizzazione industriale in modo stabile e duraturo”, commenta Paola Inverardi, Coordinatrice del Board degli Spoke ICSC e Rettrice del GSSI Gran Sasso Science Institute.