I cicloni tropicali sono per il 70% di entità debole, ma si sono rafforzati in tutti i bacini oceanici negli ultimi tre decenni. La causa è da ricercare nel riscaldamento degli oceani. A questa conclusione è giunto uno studio pubblicato su Nature questa settimana.
I cicloni possono devastare le comunità costiere quando approdano sulla terraferma. Per essere preparati ai loro impatti è dunque fondamentale capire come funzionano. I modelli teorici e matematici concordano sul fatto che i cicloni in questione dovrebbero rafforzarsi con l’aumentare della temperatura della superficie del mare. Questo punto è però dibattuto a causa della mancanza di prove di osservazione satellitari sufficientemente accurate. Le prove convenzionali basate su satellite possono essere contaminate da forti piogge, nuvole, onde che si infrangono e spruzzi.
Lo studio sui cicloni tropicali
Guihua Wang e colleghi utilizzano una serie unica di osservazioni della corrente oceanica per quantificare l’intensità dei cicloni. Si tratta di misurazioni della corrente di alta qualità da parte di dispositivi galleggianti chiamati drifter di superficie. Questo modo nuovo integra anche i metodi tradizionali.
Esiste una stretta relazione tra i cicloni tropicali e le correnti oceaniche e i drifter schierati dalla National Oceanic and Atmospheric Administration forniscono misurazioni della corrente altamente accurate. L’analisi degli autori mostra che i cicloni deboli, classificati come tempeste tropicali e cicloni tropicali di categoria 1, si sono intensificati dal 1991 al 2020. La causa è stata individuata nel riscaldamento globale.
I risultati forniscono una linea di base che può essere utilizzata per valutare le simulazioni e le proiezioni del modello di ciclone tropicale. Questo meccanismo contribuisce a rendere le loro previsioni più accurate.