Uno “Scudo globale contro i rischi climatici“, sostenuto dalle nazioni del G7, è stato presentato dalla Germania alla Cop27 di Sharm el-Sheikh. Si tratta di uno strumento per ristorare le perdite umane e i danni materiali causati nei paesi poveri da siccità e inondazioni dovute al riscaldamento globale. La dotazione iniziale prevista è di 200 milioni di dollari. La Germania, presidente del G7, contribuisce con 170 milioni di dollari, la Francia con 20 milioni (60 in tre anni), l’Irlanda con 10 milioni, il Canada con 7 e la Danimarca con 4,7.
Fra le prime nazioni che saranno aiutate dallo Scudo ci sono Bangladesh, Costa Rica, Fiji, Ghana, Pakistan, Filippine e Senegal. Lo strumento consisterà in una forma di assicurazione, che pagherà immediatamente per la perdita di raccolti, bestiame, proprietà e altri beni. Il “Global Shield against Climate Risks” è stato definito con i 58 paesi vulnerabili del gruppo V20. In quegli Stati vivono 1,5 miliardi di persone, al 97% senza protezione finanziaria dagli eventi meteo estremi. Il V20 calcola di aver perso 525 miliardi di dollari per questi disastri naturali dal 2000 ad oggi. Lo Scudo globale lanciato dal G7 non va confuso con il Fondo per le perdite e i danni di cui si sta discutendo alla Cop27, anche se sono entrambi strumenti per il ristoro dei loss & damage. Il Global Shield è una iniziativa dei paesi più ricchi, basata su una forma di assicurazione pagata da questi a favore dei più poveri. Il Fondo per i loss & damage è invece uno strumento molto più vasto, con finanziamenti a fondo perduto, che i Paesi meno sviluppati vorrebbero istituire nell’ambito dell’Accordo di Parigi.