Cop27, Bencini: “loss & damage è costato molto ma resta l’obiettivo di 1,5°C”

"La creazione del Fondo è costata molto in termini di finanza e mitigazione, temi di fatto rimandati a COP28", secondo Iacopo Bencini
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Alla Cop 27 di Sharm el Sheikhi paesi del Sud del mondo, con grande compattezza politica e negoziale, sono riusciti ad arrivare alla decisione di creare un Fondo a compensazione di Perdite e Danni, risultato inseguito da almeno trent’anni dal gruppo G77 dei Paesi in via di sviluppo e dalla società civile globale. La creazione del Fondo è però costata molto in termini di finanza e mitigazione, temi di fatto rimandati a COP28, mentre – positivamente – rimangono vivi sulla carta l’obiettivo di rimanere entro +1,5°C e l’accoglimento dei report Ipcc nel processo negoziale“.

E’ il commento di Iacopo Bencini sulla newsletter sulla Cop del think tank Italian Climate Network. “Nelle due settimane a Sharm el-Sheikh – prosegue Bencini -, i Paesi del Sud del mondo, insieme alla Cina, sono riusciti a portare sulle proprie posizioni sia l’Unione Europea che, infine, anche gli Stati Uniti, apparsi molto sottotono quest’anno nel negoziato. L’Unione Europea ha giocato un ruolo centrale nello sbloccare la seconda settimana di negoziati, rilanciando con un aggiornamento del proprio Ndc (impegno di taglio delle emissioni, n.d.r.) e avvicinandosi alla posizione dei G77“.

Il conflitto russo-ucraino ha scosso il sistema multilaterale dall’immobilismo degli ultimi anni – ha concluso Bencini – e questa Cop ha dimostrato ai Paesi emergenti e vulnerabili che, se coalizzati, hanno i numeri per portare l’Occidente sulle loro posizioni dove vi sia uno spiraglio. In un certo senso questa Cop cambia la geopolitica, con la creazione di un sistema condiviso e non imposto di compensazioni a livello globale. Rimane da vedere come il nuovo fondo sarà sviluppato e chi effettivamente si renderà disponibile a contribuire“.

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