COP27: la bozza del documento finale, “continuare gli sforzi per il target di Parigi”

Importante "esercitare tutti gli sforzi per raggiungere l'obiettivo dell'Accordo di Parigi"
MeteoWeb

E’ stata diffusa nella notte la bozza di documento finale della COP27 di Sharm el-Sheikh: il documento “sottolinea l’importanza di esercitare tutti gli sforzi per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben sotto i 2°C dai livelli pre-industriali e per perseguire gli sforzi per limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C sopra i livelli pre-industriali“.

La bozza “esprime profondo rincrescimento che i Paesi sviluppati che hanno le maggiori capacità per ridurre le loro emissioni continuino a non farlo. Questi dovrebbero arrivare a zero emissioni nette al 2030. I Paesi in via di sviluppo possono migliorare le loro ambizioni di mitigazione con il sostegno dei paesi sviluppati“. “La transizione a basse emissioni deve essere giusta e inclusiva“.

La bozza di documento finale “nota con grande preoccupazione” che, con gli attuali impegni di decarbonizzazione degli Stati, “le emissioni al 2030 sono stimate dello 0,3% in meno rispetto al 2019“, mentre “dovrebbero essere ridotte del 43% al 2030 rispetto al 2019, se si vuole raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette“. Il documento “enfatizza la necessità di riduzioni delle emissioni per mantenere il limite del riscaldamento globale entro 1,5 gradi“, “si rammarica che molti Paesi non abbiano ancora aggiornato i loro impegni all’obiettivo dell’Accordo di Parigi” e “li sollecita a farlo“.

Secondo il documento, gli impegni di decarbonizzazione (Ndc, Nationally Determined Contributions) presi attualmente dagli Stati nell’ambito dell’Accordo di Parigi riducono le emissioni al 2030 del 5% tenendo conto degli impegni senza condizioni (sulla base delle capacità di un paese) e del 10% tenendo conto degli impegni condizionati ad aiuti esterni. Per mantenere il riscaldamento globale entro 2 o 1,5°C dai livelli pre-industriali (gli obiettivi dell’Accordo), queste percentuali dovrebbero salire al 2030 del 30% e del 45%.

Nella bozza si legge inoltre che 4mila miliardi di dollari all’anno dovrebbero essere investiti nell’energia rinnovabile fino al 2030, per arrivare a zero emissioni nette di gas nel 2050. Gli investimenti in economia a basse emissioni richiedono da 4 a 6.000 miliardi di dollari all’anno. Il documento “sottolinea l’importanza di migliorare la quota di rinnovabili nell’energy mix” e “incoraggia le misure per la riduzione della produzione elettrica a carbone non abbattuta e per l’eliminazione dei sussidi fossili inefficienti“. “E’ necessario fornire elettricità a 750 milioni di persone e soluzioni di cucina pulite a 2,6 miliardi“.

La bozza di documento finale della COP27 di Sharm el-Sheikh, pubblicata nella notte, “riconosce la crescente urgenza di affrontare le perdite e di danni del riscaldamento globale“, ma lascia ancora vuoto il paragrafo sul come finanziare i ristori. Vuoto anche il paragrafo “Bisogni speciali e speciali circostanze in Africa“. Manca un accordo tra Stati sul tema più spinoso: i Paesi emergenti e in via di sviluppo del G77+Cina, guidati da Pechino, chiedono un Fondo ad hoc per i “loss and damage“, mentre Stati Uniti e Unione europea temono esborsi eccessivi e preferiscono aggiornare gli strumenti per gli aiuti esistenti. La bozza “nota con preoccupazione il crescente gap fra i bisogni dei paesi in via di sviluppo e il sostegno fornito da quelli sviluppati. Le stime di tali bisogni sono dell’ordine di 5.600 miliardi di dollari al 2030, ma nel periodo 2019-2020 il flusso di finanza climatica globale è stato di 803 miliardi di dollari, il 31-32 per cento di quanto è necessario per tenere il riscaldamento sotto il 2%“. Il documento “sollecita i Paesi sviluppati ad aumentare il sostegno“. La bozza “esprime grave preoccupazione che l’obiettivo dei 100 miliardi di dollari all’anno” per aiuti ai paesi in via di sviluppo nelle politiche climatiche, previsto dall’Accordo di Parigi, “non sia stato ancora raggiunto dal 2020” e “sollecita i Paesi sviluppati a raggiungerlo“.

La bozza “incoraggia tutti gli attori finanziari“, pubblici e privati, “ad aumentare la loro ambizione climatica” e ad “accrescere i fondi” destinati a questo scopo.

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