COP27, esperti: “preoccupati per il rischio di fallimento”

Il fisico dell'atmosfera Dino Zardi commenta l'andamento della COP27: “serve più impegno internazionale, anche in meteorologia”
MeteoWeb

A Rovereto è in corso l’ottava edizione di Festivalmeteorologia, l’appuntamento promosso dall’Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia (Aisam), dall’Università di Trento, dal Comune di Rovereto e dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto. Gli esperti che si sono riuniti per l’evento si dicono “preoccupati” per un possibile fallimento della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici (COP27) e chiedono un maggior impegno internazionale. 

Dal collegamento che abbiamo fatto questa mattina con Sharm el-Sheikh è emersa una certa fatica a raggiungere gli obiettivi previsti per questa COP27, anche perché i delegati non stanno lavorando in condizioni ottimali“, dice all’ANSA Dino Zardi, fisico dell’atmosfera all’Università di Trento e ideatore e coordinatore scientifico del festival. “Il timore è che la discussione stia arrancando e che si faccia fatica a convergere su qualche decisione concreta. Si percepisce un rischio di fallimento e tutte le volte che in queste sedi internazionali non si raggiungono risultati, è tempo perso per la mitigazione dei cambiamenti climatici“. 

Secondo l’esperto, servirebbe un maggior impegno internazionale, perché “l’atmosfera del pianeta non conosce confini. Anche per capire che tempo farà da noi, dobbiamo guardare al di là del territorio nazionale, ad esempio a quello che accade sull’Atlantico, nel Nord Europa, in Siberia e in Nord Africa: per questo chi lavora nella meteorologia deve coordinarsi a livello internazionale“. L’interscambio dei dati è essenziale per le previsioni.  

Inoltre, gli investimenti necessari per costituire e gestire grandi infrastrutture (come i satelliti meteorologici o i supercalcolatori che simulano l’evoluzione del tempo e del clima) richiedono impegni sovranazionali, come il Consorzio europeo per la meteorologia satellitare (EUMETSAT) o il Centro meteorologico europeo (ECMWF). “In queste reti internazionali l’Italia ha un ruolo importante, ma non sempre di leadership”, osserva Zardi. “Con un maggiore impegno diplomatico da parte delle autorità nazionali potremmo vedere meglio rappresentate le nostre istanze, ottenendo più vantaggi e, in ultima analisi, previsioni meteo più accurate”. 
 

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