Yang Fuqiang, ricercatore dell’Istituto di ricerche sull’Energia dell’Università di Pechino, ha commentato i risultati della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022 (COP27), in particolare l’accordo su “loss & damage”. “I Paesi sviluppati sono costantemente sulla graticola per il fatto che non hanno mantenuto le loro promesse di trasferire 100 miliardi all’anno agli stati vulnerabili colpiti dagli impatti sempre più gravi del clima, e perché viene chiesto loro di essere responsabili per le loro emissioni storiche. Così forse firmare questo accordo” sui loss and damage “serve a placare i Paesi in via di sviluppo sulle loro critiche. Ma è altamente prevedibile che gli Stati Uniti e gli altri Paesi ricchi stiano facendo promesse vuote”, ha detto Yang Fuqiang, intervistato dalla versione inglese del giornale cinese ultra-nazionalista Global Times.
Per il ricercatore, “i dettagli di come realizzare il meccanismo non sono definiti, né lo è il modo di quantificare i danni causati dalla crisi climatica. Questo rende difficile il funzionamento del meccanismo, e lascia spazio ai Paesi ricchi per manovrare”. “La Cina è ancora uno stato in via di sviluppo, e ha offerto aiuto ai Paesi in via sviluppo attraverso molteplici canali internazionali – ha concluso Yang – Noi rimaniamo sulla posizione della responsabilità comune ma differenziata, e non saremo mai costretti o pressati dai Paesi occidentali sui temi climatici”.