Al via a Sharm el-Sheikh la Cop27, la conferenza sul Clima delle Nazioni Unite. Per l’evento sono attese 30mila persone e oltre 130 capi di Stato e di governo. Lo scopo principale delle Nazioni Unite è quello di contrastare i cambiamenti climatici. Inizieranno due settimane di negoziati per cercare di passare dalle parole all’azione.
L’Unione europea è rappresentata dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Ci saranno anche il presidente francese Macron, il cancelliere tedesco Scholz e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Joe Biden, invece, arriverà l’11, dopo avere archiviato le elezioni di midterm. Dopo i tentennamenti iniziali, ci sarà anche il nuovo primo ministro britannico Rishi Sunak. Assenti invece il leader cinese Xi Jinping e il presidente indiano Narendra Modi.
Oltre all’obiettivo climatico, l’altro tema fondamentale saranno i soldi da dare ai Paesi più poveri per adattarsi alle conseguenze della crisi. Oltre a quelli per i danni e le perdite già subiti. Gli aiuti sul clima ai Paesi in via di sviluppo saranno uno dei dossier più critici della Conferenza Onu sul clima. Le economie emergenti denunciano ritardi e inadeguatezza della solidarietà offerta dai Paesi più ricchi. Per troppo tempo, infatti, questa non è stata al passo delle promesse. Capeggiati dall’India, in paesi più poveri sono pronti ad una strenua battaglia fino all’ultimo sangue.
La battaglia dei Paesi più poveri
Secondo l’ultimo rapporto del Programma Onu per l’ambiente ai Paesi più poveri servono fino a 340 miliardi di dollari all’anno per adattarsi ai cambiamenti climatici. E servono entro la fine di questo decennio. I costi, infatti, sono dieci volte superiori ai finanziamenti che queste nazioni ricevono.