Le emissioni globali di CO2 aumenteranno di circa lo 0,8% nel 2022 rispetto al 2021, a causa di una crescita delle emissioni dalle fonti fossili e di un livello costante di emissioni dall’uso del territorio. Lo sostiene un rapporto del Global Carbon Project, network internazionale di istituti di ricerca, presentato oggi alla COP27 di Sharm el-Sheikh.
La stima per le emissioni globali del 2022 è di 40,5 miliardi di tonnellate di CO2, sotto il record di 40,9 del 2019, e relativamente stabili dal 2015. L’aumento nel 2022 è dovuto a un piccolo aumento negli Stati Uniti e un più largo incremento in India e nel resto del mondo. Le emissioni cinesi hanno registrato una piccola diminuzione, quelle della Unione europea sono rimaste invariate rispetto al 2021.
Secondo il rapporto del Global Carbon Project presentato alla COP27, la maggior parte dell’aumento delle emissioni è venuto dal petrolio. Il carbone ha visto un leggero decremento di emissioni, mentre quelle dal gas sono rimaste stabili e quelle dal cemento hanno visto un leggero calo.
Le concentrazioni globali di CO2 hanno raggiunto un nuovo record di 417,2 parti per milione (ppm). Le concentrazioni di CO2 in atmosfera sono ora del 51% sopra i livelli pre-industriali.
Fra 9 anni esaurito il budget di carbonio per il target di 1,5°C
Se le emissioni di CO2 rimangono ai livelli attuali, in 9 anni verrà esaurito il budget di carbonio ancora disponibile per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C, sostiene, inoltre, il rapporto del Global Carbon Project.
COP27, McKinsey: “investimenti su rinnovabili superano fossili”
Nel 2022 le energie rinnovabili hanno attratto circa 500 miliardi di dollari di investimenti, superando per la prima volta gli investimenti nei sistemi a combustibili fossili (pari a 450 miliardi di dollari). Lo sostiene la società di consulenza McKinsey, in un’analisi diffusa alla COP27. Questo sviluppo delle rinnovabili, secondo McKinsey, dovrà però accelerare perché si raggiungano le zero emissioni nette di gas serra, passando da un rapporto di 1:1 con le fonti fossili a uno di 4:1.
Gli investimenti in asset fisici necessari per la transizione alle zero emissioni nette, come la tecnologia, le infrastrutture e le risorse naturali, dovrebbero passare dalla media annuale attuale di 5.700 miliardi di dollari a 9.200 miliardi di dollari entro il 2050. Secondo l’analisi di McKinsey presentata alla COP27, saranno necessari ogni anno ulteriori 3.500 miliardi di dollari fino al 2050. Tali finanziamenti dovranno contribuire a decarbonizzare i settori hard-to abate, per cui l’abbattimento delle emissioni è più complesso, e accelerare l’innovazione nel campo delle tecnologie emergenti.
COP27: Biden annuncerà restrizioni sulle emissioni di metano
Il Presidente statunitense Joe Biden annuncerà restrizioni sulle emissioni di metano e un aumento dei finanziamenti per i Paesi in via di sviluppo nel suo intervento alla COP27 al Sharm El Sheikh previsto oggi. Lo riferisce la Casa Bianca in un’anticipazione del discorso del Presidente. Le misure che Biden si appresta a varare prevedono che l’Agenzia per la protezione ambientale richieda alle compagnie petrolifere e del gas di monitorare gli impianti di produzione esistenti per eventuali perdite di metano.
Biden difenderà la performance della sua amministrazione sul tema della lotta ai cambiamenti climatici e rivendicherà i risultati raggiunti, annunciando anche un’accelerazione degli sforzi “a livello nazionale e globale”. “Il Presidente Biden dimostrerà che gli Stati Uniti stanno portando avanti i propri impegni e iniziative esistenti, accelerando anche gli sforzi nuovi e ampliati a livello nazionale e globale“, ha affermato la Presidenza americana. “Come ha affermato il Presidente Biden alla COP dello scorso anno a Glasgow, questo è un decennio decisivo e gli Stati Uniti stanno agendo per guidare un futuro di energia pulita che sfrutti le forze del mercato, l’innovazione tecnologica e gli investimenti per affrontare la crisi climatica“.
Biden annuncerà uno sforzo americano per sostenere “i partner vulnerabili dei Paesi in via di sviluppo nella costruzione della resilienza al cambiamento climatico, aiutandoli a far fronte a un problema che non hanno creato“, segnala ancora la Casa Bianca. La Presidenza americana rivendicherà anche di aver cambiato in 18 mesi la leadership nazionale nella lotta al cambiamento climatico e di aver messo gli USA in condizione di “raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi climatici“. E segnalerà di aver portato avanti un’iniziativa “per il clima interno più significativa nella storia degli Stati uniti, inclusa l’approvazione dello storico Inflation Reduction Act, la firma della legge bipartisan sulle infrastrutture, la ratifica dell’emendamento di Kigali al protocollo di Montreal, l’avvio di una nuova era di produzione americana pulita, il miglioramento della sicurezza energetica in patria e all’estero e riducendo i costi dell’energia pulita per i consumatori negli Stati Uniti e in tutto il mondo”.