Cop27, rischio mancato accordo: “dobbiamo risolvere cose minuscole”

Si va verso un accordo last minute, dopo che il vertice della COP27 è stato sul punto di fallire questa mattina
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Trent’anni di pazienza. Il giorno è arrivato. E’ fatta. Si, un nuovo fondo per ristorare le perdite e i danni nei paesi in via di sviluppo… Questo è un momento unico, una vittoria per tutti i cittadini del mondo. I capi delegazione hanno raggiunto l’accordo…“. E’ quanti scritto su Twitter da Alpha Oumar Kaloga, negoziatore della Guinea, capo del gruppo di negoziatori africani alla Cop27 di Sharm el-Sheikh.

“Cose minuscole” da risolvere

I delegati riuniti in Egitto per la Conferenza Onu sul clima (Cop27) stanno però cercando di risolvere “cose minuscole” per arrivare a un accordo. “Stiamo facendo del nostro meglio. Ci sono cose minuscole da risolvere“, ha detto il rappresentante speciale della presidenza egiziana della Cop27, Wael Aboulmagd, rispondendo a una domanda della Reuters su quanto sia vicina l’intesa.

Si va dunque verso un accordo last minute, dopo che il vertice è stato sul punto di fallire questa mattina, con l’Unione Europea che aveva annunciato di essere pronta a lasciare l’Egitto piuttosto che essere “complice” di un brutto risultato. I nuovi testi negoziali presentati dal presidente egiziano della conferenza, il ministro degli Esteri Shameh Shoukri, hanno fatto registrare alcuni progressi su quello che era il nodo più spinoso, il finanziamento dei Paesi più poveri e più colpiti dagli effetti del riscaldamento globale. Secondo Bloomberg, i Paesi ricchi guidati da Usa e Ue e quelli emergenti e in via di sviluppo guidati dalla Cina hanno concordato di istituire un nuovo fondo ‘loss and damage’ l’anno prossimo per finanziare i costi dei danni climatici.

I negoziati proseguiranno ancora nella notte, mentre gli sherpa sono ora concentrati sui termini della bozza che possano soddisfare le richieste dell’Ue di un’azione più incisiva per la mitigazione dei cambiamenti climatici. La versione finale sarà presentata in una sessione plenaria che chiuderà il vertice iniziato il 7 novembre scorso. “Al momento sono cautamente ottimista“, ha dichiarato il ministro norvegese dell’Energia e del Clima Espen Barth Eide, poche ore dopo la minaccia del vice presidente della Commissione europea, a capo della delegazione Ue Frans Timmermans, di abbandonare i colloqui a Sharm. “L’Ue è unita nell’ambizione di andare avanti per costruire ciò che abbiamo concordato a Glasgow – ha dichiarato Timmermans – Il nostro messaggio alle parti è chiaro: non possiamo accettare che l’obiettivo di 1,5°C muoia qui oggi“.

Sanchez: non possiamo accettare passi indietro

Non possiamo accettare un passo indietro rispetto a Glasgow mettendo a rischio l’obiettivo di 1,5°C. Dobbiamo rispondere alla scienza e rafforzare la solidarietà con i più vulnerabili“: è quanto ha dichiarato il premier spagnolo, Pedro Sanchez, sottolineando su Twitter che “è tempo di essere dalla parte giusta della storia“, ricordando che “è in gioco la sopravvivenza“.

La dichiarazione di Sanchez arriva dopo che l’Unione europea ha minacciato di abbandonare i lavori in corso in Egitto della Conferenza Onu sul clima (Cop27) a fronte del rischio che dall’intesa finale scompaia l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura media mondiale ben al di sotto di 2°C in più rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C. “Non vogliamo che l’obiettivo 1,5°C muoia qui oggi – ha affermato Frans Timmermans, capo della delegazione Ue – preferiamo nessuna decisione a una cattiva decisione. Tutti i ministri, e anch’io, siamo pronti ad andarcene se non avremo un risultato che renda giustizia a ciò che il mondo sta aspettando, vale a dire che facciamo qualcosa per questa crisi climatica“.

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