“Liberateli tutti” e “nessuna giustizia climatica senza diritti umani” sono gli slogan urlati a Sharm el-Sheikh da centinaia di militanti guidati dalla sorella di Alaa Abdel Fattah. Si tratta dell’attivista con doppia cittadinanza egiziana e britannica che sta rischiando la vita dopo sette mesi di sciopero della fame in carcere. La manifestazione si svolge all’interno della “zona blu” della località egiziana, quella in cui sono in corso i negoziati della conferenza Onu sul clima, giunta al settimo giorno, e i manifestanti sfilano fra gli stand dei partecipanti alla Cop27.
Sanaa Seif è la sorella di Alaa Abdel Fattah, il blogger pro democrazia considerato un simbolo della Primavera araba che dall’inizio della Cop 27 ha deciso di smettere anche di bere, oltre che di mangiare. La famiglia ha fatto appello alla comunità internazionale per fare pressioni sul presidente egiziano al-Sisi, e molte sono state le voci di leader che si sono levate a difesa del militante, uno dei 60 mila detenuti politici in Egitto, secondo i dati delle Ong. Nelle ultime ore, la famiglia di Fattah ha depositato una nuova richiesta di grazia presidenziale.
Cop27: ‘Free them all’, flash mob di Fridays e Legambiente davanti all’ambasciata egiziana a Roma
“Free them all“, liberateli tutti. Questa è la scritta di tessuto esposta dagli attivisti di Fridays for Future, Legambiente e altri gruppi ambientalisti a Villa Ada, Roma, davanti all’ambasciata egiziana, durante la settima giornata della Cop27, la Conferenza sul clima dell’Onu a Sharm el-Sheikh.
La manifestazione è stata organizzata in occasione della giornata di mobilitazione mondiale per Alaa Abd el-Fattah, l’attivista britannico-egiziano incarcerato per le proteste contro il governo di Al Sisi, attualmente in sciopero della fame e della sete. L’intento “è denunciare lo stato dei diritti umani e dei numerosi prigionieri arrestati per reati d’opinione del Paese, circa 60 Mila secondo Human Right Watch, e chiederne la liberazione. – afferma Filippo Sotgiu, portavoce nazionale di Fridays for Future – Vogliamo anche evidenziare l’ipocrisia dell’Italia che, nonostante i casi Regeni, Zaki e le manifeste violazioni dei diritti ani prima e durante la Cop, continua a concludere accordi politici ed economici con il regime, per esempio quelli del gas conclusi da Eni, oltretutto dannosi per il clima“. Nel pomeriggio seguiranno manifestazioni in diverse città italiane.