Una bomba clamorosa arriva in queste ore dalla presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che già nei mesi scorsi più volte si è distinto per un approccio particolarmente ideologico alla gestione della pandemia basata su ferree restrizioni e obblighi coercitivi. In una nota stampa, Cartabellotta auspica che “l’obbligo di mascherine in ospedale e nelle Rsa dovrebbe essere reso permanente, indipendentemente dalla pandemia in corso, al fine di proteggere al meglio le persone più vulnerabili da infezioni respiratorie di qualsiasi natura. E l’utilizzo di questo dispositivo, come indicato dalle autorità internazionali di sanità pubblica, è raccomandato in tutti gli ambienti al chiuso affollati e/o poco aerati“.
Insomma, Cartabellotta vorrebbe le mascherine obbligatorie per sempre! In quale Paese del mondo la mascherina è obbligatoria negli ospedali e nelle Rsa? Perché questi fanatici delle restrizioni non possono applicare un po’ di buon senso: nei reparti ospedalieri davvero a rischio, ad esempio quelli di malattie infettive, la mascherina la usano tutti da sempre senza alcun bisogno di obblighi. Ci chiediamo invece che senso abbia obbligare anche chi non vuole tenerla ad indossarla in ortopedia, o nei punti nascita. Abolire l’obbligo non significa vietare le mascherine, ma più semplicemente restituire a tutti la libertà di fare ciò che credono. Chi vuole continuare ad indossarla, ovviamente, sarà libero di farlo come continua a farlo per strada, nei negozi, al supermercato, in macchina, a casa…
Questi grandi esperti della salute pubblica hanno mai pensato di vietare il consumo di alcol e sigarette, che provocano conseguenze sulla salute molto più gravi del Covid? Tutti i medici sconsigliano di fumare e bere, eppure chi vuole farlo continua a farlo. Possiamo quindi pensare di vivere in un Paese in cui ogni cittadino può decidere o meno cosa fare con la mascherina almeno come sigarette e alcolici?