Covid, l’interferenza nel DNA umano da parte degli mRNA sintetici nei vaccini: lo studio

Covid, un nuovo studio analizza i potenziali meccanismi per l'integrazione nel genoma umano del codice genetico dei vaccini a mRNA
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L’integrazione del codice genetico dai virus a RNA nel DNA dell’ospite, un tempo ritenuto un fenomeno raro o addirittura impossibile, è ora riconosciuta come probabile. Il meccanismo di inserimento mediato dagli elementi nucleari intervallati (LINE)-1 implica che molti RNA virali possono essere trascritti inversamente e quindi incorporati stabilmente nel DNA”, si legge in uno studio, pubblicato su Journal of Neurological Disorders, in cui vengono illustrati i potenziali meccanismi per l’integrazione nel genoma umano del codice genetico dalla vaccinazione a mRNA contro il coronavirus SARS-CoV-2. 

Dati recenti dimostrano che le sequenze di RNA di SARS-CoV-2 possono essere trascritte nel DNA e possono essere integrate attivamente nel genoma delle cellule umane colpite, mediate dai retrotrasposoni. In questa revisione, vengono esplorati il ruolo potenziale degli elementi genetici mobili nell’eziopatogenesi delle malattie neurologiche, cardiovascolari, immunologiche e oncologiche e le possibilità di interferenza nel DNA umano da parte dell’infezione e della vaccinazione da SARS-CoV-2. Le cellule germinali, le cellule tumorali e i neuroni vulnerabili possono presumibilmente essere tutti bersagli per l’integrazione anomala dell’mRNA, specialmente nelle cellule più vecchie che mostrano una maggiore attività della LINE-1 rispetto alle cellule più giovani”, si legge nello studio. 

La codifica dell’mRNA per la glicoproteina spike di SARS-CoV-2 nei vaccini è stata attentamente progettata per aumentare la stabilità e l’efficienza della traduzione della proteina spike, evitando così le normali vie di degradazione dell’mRNA. Ciò può aumentare il potenziale di integrazione genomica. In tal caso, le conseguenze previste pongono seri rischi potenziali per la salute umana che necessitano chiarimenti”, scrivono gli autori dello studio. 

La recente scoperta dell’integrazione del genoma di SARS-CoV-2 attraverso un meccanismo che coinvolge LINE-1 o polimerasi theta solleva grande preoccupazione per quanto riguarda la possibile incorporazione durevole indesiderata di sequenze proteiche spike nel genoma umano. Inoltre, la serie di case report che descrivono disturbi neurologici diagnosticati, aventi come unico fattore di causalità comune la vaccinazione a mRNA contro SARS-CoV-2, evidenzia indubbiamente la potenziale associazione dell’attivazione del retrotrasposone alla comparsa di queste malattie. L’interferenza nel DNA umano da parte degli mRNA sintetici nei vaccini è più di una semplice possibilità teorica. La trascrizione inversa del codice dall’mRNA del vaccino anti-Covid è stata dimostrata in linee cellulari di epatoma umano, sebbene sia necessaria la conferma del risultato da parte di un gruppo indipendente”, si legge nelle conclusioni dello studio.  

Riconosciamo che è speculativo suggerire che l’mRNA del vaccino potrebbe avviare l’ampia gamma di eventi patologici che descriviamo. Tuttavia, dato il potenziale ampiamente documentato per l’RNA endogeno (retrovirale umano) ed esogeno (virale) di innescare questi eventi, sono urgentemente necessarie indagini pertinenti, soprattutto considerando il gran numero di individui a cui sono stati somministrati uno o più prodotti a mRNA codificanti per la proteina spike del SARS-CoV-2“, concludono i ricercatori. 

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