Energia, Pichetto sdogana il nucleare e le trivelle: “siamo in una guerra economica”

Il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin: "sì al nucleare come alternativa ai combustibili fossili"
MeteoWeb

Credo si debba pensare anche alla fusione nucleare nel percorso di scelta delle energie rinnovabili come alternativa ai combustibili fossili“: a sdonagare il  nucleare è il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, durante una conferenza stampa tenuta ad Ecomondo. “Sul fotovoltaico e l’eolico offshore la mia posizione è estremamente favorevole, poi ci saranno tutte le valutazioni di impatto ambientale ma io come ministero dell’Ambiente e il governo siamo favorevoli, totalmente“.

Commentando la decisione del Governo di riprendere le trivellazioni in Adriatico nonostante le preoccupazioni espresse da ambientalisti e anche dal governatore del Veneto Luca Zaia, Pichetto ha affermato: “Nel decreto energia che riguarda bollette e 110% ieri abbiamo inserito un articolo che riguarda la ripresa di produzione di gas nazionale in alcune aree. Tutto questo mi rendo conto che crea un dibattito con posizioni diverse ma è un qualcosa di già verificato con studi e ci sarà garanzia di studi ulteriori prima di nuove concessioni. E’ un quantitativo non enorme su giacimenti che distano dalla costa dai 17 ai 30 km. Mi rendo conto delle preoccupazioni ma vorrei ricordare che siamo in una guerra economica e che siamo nell’assoluta difficoltà a fornire energia sufficiente ad andare avanti a imprese e famiglie e questo determina la necessità di utilizzare tutti gli strumenti possibili, leciti e sicuri,” ha spiegato il Ministro nella giornata conclusiva di Ecomondo a Rimini. “È fondamentale riprendere il nostro gas per salvare il nostro sistema produttivo, perché altrimenti non andiamo da nessuna parte“. “Il provvedimento il CdM l’ha deliberato, dovrà passare in Parlamento. Il mio timore è lo stesso di molti di quelli che dicono ‘dobbiamo valutare bene’. La norma prevede in modo chiaro e netto che devono essere fatti gli studi, devono esserci le opportune garanzie“.

La scelta di Ravenna per il rigassificatore è definitiva, quella di Piombino è invece temporanea. Ci sono tutti gli elementi per considerarla tale. Diamo alle amministrazioni locali l’aiuto più completo, ma senza impedimenti ideologici“. Si tratta di due realtà “diverse“. Infatti “a Piombino c’è un’area da 200 ettari da bonificare, si tratta di dovere non di ricerca di benevolenza“. “Partiamo da una condizione di combustibili fossili, utilizziamo ancora il carbone e, con il gas vettore transitorio, tra i fossili è il meno inquinante, dobbiamo passare alla rinnovabili, dunque fotovoltaico, eolico, idrico e anche la fusione nucleare” ma su questo “so che non tutti sono d’accordo“, che “è una parte di ricerca ed è un qualcosa di lontano che non investa decisioni in questo momento“.

Il Ministro ha anche ricordato gli obiettivi del nostro Paese alla Conferenza sul clima in corso in Egitto: “Alla COP27 l’Italia ha ribadito il suo grande obiettivo: garantire il 55% di abbattimento di emissioni inquinanti entro il 2030. E abbiamo indicato il percorso delle nostre scelte energetiche“.  “L’Italia è uno dei Paesi che ha rispettato gli impegni assunti nella COP25 e nella COP26. Abbiamo annunciato lunedì alla COP27 l’impegno di 840 milioni di euro annui sul fondo clima ma dall’altra parte noi avevamo già un impegno di 600 milioni annui di cooperazione coi Paesi in via di sviluppo, prevalentemente l’area del continente africano“. “E’ un nostro impegno – ha aggiunto il Ministro – perché noi non possiamo in questo momento imporre anche regole e restrizioni ai Paesi in via di sviluppo rispetto a quei temi quali l’utilizzo anche di fonti fossili che hanno permesso a noi di essere più ricchi e con una crescita maggiore“.

Condividi